Spettacolo
L’Orestea: al Teatro sociale un classico per il presente

Martedì 19 novembre alle ore 20 e 30, al teatro Sociale di Trento, andrà in scena la versione della compagnia Anagoor dell’Orestea, la classica trilogia teatrale di Eschilo datata 458 a.C. Nelle parole della compagnia stessa, “un’opera sull’Orestea di Eschilo, prima che una riduzione o un trattamento della stessa”.
Presso gli antichi greci le singole tragedie erano parti di trilogie, e la saga degli Atridi è l’unica conservatasi integralmente fino ai giorni nostri.
La prima tragedia, Agamennone (che i drammaturghi Simone Dorai e Patrizia Vercesi presentano quasi integralmente) racconta del ritorno dell’eroe eponimo, re di Argo, dalla guerra di Troia e del suo assassinio da parte della moglie.
La seconda, Le Coefore (qui ribattezzata Schiavi), presenta il ritorno in patria di Oreste, dilaniato dalla necessità di vendicare il padre che si contrappone all’orrore di poterlo fare solo uccidendo la madre.
Infine, in Le Eumenidi (qui Conversio), Oreste è perseguitato per la sua colpa. Anagoor sostituisce l’originale impianto eschileo dedicato alla giustizia in favore di una soluzione originale alla tematica.
Questa Orestea ha inaugurato nel 2018 il 46° Festival Internazionale del Teatro della Biennale di Venezia, che aveva incoronato la compagnia vincitrice del Leone d’argento lo stesso anno.
Uno spettacolo di quattro ore, comprendente declamazioni, musica, danza, filmati, ambizioso in scala ed esecuzione, nel volersi far somma del teatro e delle discipline ad esso affini.
Simone Dorai, anche regista, spiega: “noi usiamo questa riduzione come un prisma attraverso il quale poter guardare la tragedia e percepire ancora quella scossa che agitava lo spettatore ateniese […]
Se l’Agamennone è recuperato integralmente, e in Schiavi ancora rimangono stralci di Coefore, in Conversio invece non compare alcuna parte testuale di Eumenidi.
Tuttavia, vengono rispettate la natura e la struttura concettuale delle tre tragedie, così come la loro natura musicale, il loro andamento […]
È stato raccolto il testimone di Eschilo, più che l’esito formale originario, che invece era rivolto all’Atene del quinto secolo, pensato da Eschilo per i propri concittadini. Così anche noi abbiamo desiderato rivolgerci ai nostri concittadini”.
Orestea / Agamennone, Schiavi, Conversio
sull’Orestea di Eschilo
drammaturgia e traduzione dal greco Simone Derai, Patrizia Vercesi
orizzonte di pensiero e parola S. Quinzio, E. Severino, S. Givone, W.G. Sebald, G. Leopardi, A. Ernaux, H. Broch, P. Virgilio Marone, H. Arendt, G. Mazzoni
con Marco Ciccullo, Sebastiano Filocamo, Leda Kreider, Marco Menegoni, Gayané Movsisyan, Giorgia Ohanesian Nardin, Eliza G. Oanca, Benedetto Patruno, Piero Ramella, Massimo Simonetto,
Valerio Sirna, Monica Tonietto, Annapaola Trevenzuoli
danza Giorgia Ohanesian Nardin
musica e sound design Mauro Martinuz
scene e costumi Simone Derai
video Simone Derai, Giulio Favotto
light design Fabio Sajiz
regia Simone Derai
produzione Anagoor 2018
Spettacolo
“Din Don, il ritorno”: al cinema in Val di Sole il 9 e il 10 dicembre

Anteprima nazionale tutta trentina, per “Din Don, il ritorno“, sequel del primo fortunato episodio che raccontava le vicissitudini di Donato (Enzo Salvi), un manager musicale che si fingeva sacerdote per sfuggire ai debiti.
Diretto da Paolo Geremei e prodotto dalla romana Sunshine Production con il contributo e il supporto di Trentino Film Commission, “Din Don, il ritorno” è stato girato in Val di Sole, tra Pellizzano, Ossana e Terzolas e ha visto al lavoro sul set diverse maestranze locali.
Il film per la tv sarà infatti proiettato in esclusiva a Fucine, in Val di Sole, lunedì 9 e martedì 10 dicembre alle 20.30, nell’evento organizzato dalla Pro Loco di Pellizzano e dal Comune di Ossana. “Din Don, il ritorno” sarà poi sugli schermi degli italiani per il periodo natalizio, in prima serata su Italia1.
In “Din don 2 – Il ritorno”, girato interamente in Trentino, Donato è tornato a fare il manager. All’improvviso riceve una telefonata: don Dino è volato in cielo a causa di un male fulminante. Donato scopre le novità: a Roccasecca la chiesa era stata chiusa e il parroco era stato mandato in un paesino del Nord Italia, in Trentino. Donato intende dargli l’ultimo saluto e si mette in viaggio per raggiungere il paese e partecipare al funerale.
Giunto a destinazione, scopre che don Dino, nel testamento, l’ha nominato suo vice nella parrocchia affidandogli il compito di proseguire ciò che lui non ha potuto concludere. Donato vorrebbe ripartire il prima possibile, ma gli amici che hanno seguito don Dino nella sua nuova comunità cercano di convincerlo che deve restare, solo lui può proseguire la strada tracciata da don Dino. Don Donato alla fine accetta.
Nel cast, oltre ai confermatissimi Enzo Salvi, Maurizio Mattioli, Giorgia Wurth, Ivano Marescotti, Emy Bergamo, Adolfo Margiotta, Leonardo Bocci, Andrea Dianetti, Gabriele Carbotti e alla giovane Agnese Maselli, figurano le new entry Laura Torrisi, Marco Milano, Rebecca Staffelli e Crisula Stafida. Il soggetto del film è di Bruno Frustaci, che ha scritto anche la sceneggiatura insieme a Luca Biglione.
Spettacolo
Giovedì al Teatro Sociale «una notte sbagliata»: il tentativo di sconfiggere la solitudine

Giovedì 5 dicembre alle 8 e 30, al teatro Sociale di Trento, giungerà in Trentino il monologo Una notte sbagliata di e con Marco Baliani, prodotto da Marche Teatro.
Un pensionato con un passato di disagio psichico (Tano) che sta portando a spasso il cane di sera si trova ad essere il capro espiatorio di una retata risoltasi in un pugno di mosche.
Baliani propone una riflessione sulla violenza e le sue cause, passando all’occorrenza dal personaggio di Tano ai poliziotti al narratore, a sé stesso.
Parimenti si sollevano punti sulla solitudine e su come può capitare di giustificare la propria funzione nel mondo cercando un esito purchessia, senza guardare per il sottile. Il caso Cucchi docet.
“Già nel precedente spettacolo, Trincea, avevo sperimentato una condizione attorale simile. Qui la ricerca è proseguita, specie nella costruzione del linguaggio, fino a uscire dal contesto narrativo centrale e aprire il flusso delle parole ad altri scenari, in un “arazzo psichico” che sposta di continuo il focus della vicenda, costringendo lo spettatore non solo a viverla emotivamente ma a farsene carico anche ragionandoci sopra.
Non è la cronaca di uno dei tanti episodi di accanimento contro la diversità, di cui sempre più spesso siamo testimoni, non è dunque un teatro “civile”, piuttosto un mettere il dito dentro le pieghe nascoste della psiche, delle pulsioni, delle indicibilità, fino a usare la mia stessa memoria biografica come parte dell’evento di cui si parla.
Mi sembra di vivere in un tempo in cui la sacralità del vivente, la sua inviolabilità biologica si è incrinata e compromessa. Forse quando da cittadini siamo diventati consumatori qualcosa di quella inviolabilità si è dissolta.
I corpi sono diventati merce, e devono rispondere agli stessi requisiti di efficienza e di splendore delle altre merci, altrimenti entrano nella categoria dei perdenti, degli scarti.
Corpi “stranieri”, da cui guardarsi, che con la loro sola presenza incrinano la falsa luminosità del quotidiano, corpi da cacciare via, da odiare, di cui si può dunque abusare.
Questa deriva mi spaventa molto, mi inquieta, e il teatro è l’unico modo che conosco per condividere questa mia inquietudine con la comunità degli spettatori e sentirmi così meno solo e meno impaurito”.
di e con Marco Baliani
regia Maria Maglietta
scene, luci, video Lucio Diana
paesaggi sonori Mirto Baliani
costumi Stefania Cempini
disegni Marco Baliani
produzione Marche Teatro
direttore di produzione Marta Morico
organizzazione e distribuzione Alessandro Gaggiotti
distribuzione Ilenia Carrone
assistente di produzione Claudia Meloncelli
direzione tecnica allestimento Mauro Marasà e Roberto Bivona
allestimento tecnico Jacopo Pace
direttore di scena Cosimo Maggini
fonico Federico Occhiodoro
comunicazione e ufficio stampa Beatrice Giongo
grafica esecutiva Fabio Leone
foto di scena Marco Parollo
Spettacolo
«Ma tu mi vuoi bene…?» Sabato a Rovereto il casting del film di Piermaria Cecchini

Sabato 30 novembre dalle 15.00 alle 18.30 e domenica 1 dicembre dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 18.30 presso la sala riunioni dell’Agenzia Sport Vallagarina in via Matteo del Ben 5/B a Rovereto si terranno i casting per un film che avrà diffusione nazionale.
La Magic Effect Production girerà infatti a gennaio 2020 un nuovo lavoro con la regia di Piermaria Cecchini (foto) dal titolo “Ma tu mi vuoi bene…?”
Si ricercano uomini e donne dai 25 anni fino ad un massimo di 50/60 anni anche senza esperienza.
Chi partecipa ai casting deve presentarsi con il curriculum vitae ed una foto. I minorenni devono essere accompagnati da un genitore.
Al film parteciperanno attori noti al grande pubblico come Piermaria Cecchini, Paolo Bernardini, Luciano Giuliano, Roberta Barbiero e Ivan Bellandi.
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