Arte e Cultura
«Non dirmi che non sei felice»: il nuovo successo e 40 anni di passione della filodrammatica di Ischia di Pergine

Per la filodrammatica di Ischia di Pergine Circolo Culturale arriva una nuova consacrazione dopo quasi 41 anni di instancabile lavoro eseguito con passione e competenza.
L’ultimo lavoro della filodrammatica «Non dirmi che non sei felice» è stato infatti ammesso alla fase finale del concorso “Palcoscenico Trentino – Premio Mario Roat” che sarà in scena al Teatro San Marco a Trento sabato 16 novembre ad ore 20.45.
«Non dirmi che non sei felice» è una commedia divertente, intelligente e raffinata con momenti esilaranti non privi di una comica suspence che attraverso una scrittura essenziale e un meccanismo teatrale gira alla perfezione e coinvolge il pubblico senza momenti di pausa.
La trama parla del classico triangolo lui, lei, l’altro in un meccanismo infallibile. Tra uomini deboli e annoiati, Anna, diventa il punto di riferimento. Diretta, chiara, spregiudicata, Anna è la donna che vince, decide, manovra, e sconvolge i suoi uomini ambigui, sperduti, confusi. Trasforma quel triangolo in un cerchio perfetto al quale i suoi uomini non possono sfuggire.
Chi sceglierà Anna? La convivenza sembra essere l’unica soluzione possibile ma il finale cambia…
Pur avendo festeggiato il suo 40° anno dalla fondazione l’anno scorso in realtà la filodrammatica di Ischia di Pergine nasce ben prima, cioè nel 1921, per iniziativa di don Giuseppe Groff, curato del paese. Oltre al primo presidente Angelo Roat, va ricordato in particolare Luigi Roat, per decenni l’anima e il trascinatore insuperabile del gruppo.
Negli anni Settanta si è manifestato un periodo di stasi, culminato con la chiusura del teatro ricavato nell’edificio della scuola materna, e la sua ricostruzione nei locali della ex scuola elementare. Con l’inaugurazione di questa nuova struttura, avvenuta nel 1978, la filodrammatica è in pratica risorta con la denominazione di “Circolo Culturale Filodrammatico”, dedicandosi sia a lavori in lingua italiana che in dialetto, cercando di coinvolgere soprattutto i giovani, in modo da garantirsi la continuità.
Molti gli spettacoli allestiti. Ne ricordiamo alcuni, quelli proposti nell’ultimo decennio: “En sac de confusion” vincitore a Palcoscenico Trentino-premio Mario Roat, “Fior de cactus”, “Il colpo della strega”, “Centocinquanta la gallina canta”, “Parenti serpenti” e gli spettacoli con il “Gruppo Giovani della filodrammatica”: “Il vestito nuovo dell’imperatore”, “La luce azzurra della felicità”, “Gobbo il re, storta la regina”
Deve essere ricordata la prima frase riportata sullo statuto di allora: “Oggi, primo aprile 1921, si è costituito in Ischia un circolo che si denomina: Circolo Filodrammatico d’Ischia. Scopo del circolo è anzitutto di mantenere nei soci la vera fratellanza e concordia, di sviluppare in essi forti e schietti caratteri sociali, di iniziarli all’attività professionale e di promuovere loro onesti divertimenti”.
Valori di un’identità culturale che ora forse si sono persi per strada a fronte delle esigenze degli incassi di botteghino e alle poche risorse economiche erogate dalle istituzioni e dalle realtà private.
Ma la Filodrammatica nel corso degli anni segue i cambiamenti sociali e negli anni ’70 dopo un periodo di stallo rinasce
Verso la fine degli anni Settanta la realizzazione del nuovo teatro fece ritrovare energie e risorse per restituire al paese la filodrammatica. Nel 1978 iniziarono infatti i lavori di ristrutturazione della nuova sede, ospitata al primo piano della canonica, realizzata con il contributo del Comune per la fornitura dei materiali e la manodopera di moltissimi volontari.
Il teatro di un’ottantina di posti venne completato nella primavera nel 1979. Nel 1978 il Circolo Culturale Filodrammatico di Ischia venne ricostituito
Quattro testi in dieci anni: riguardando la voracità con cui venivano allestite le commedie nel passato sembrano quasi pochi. Negli anni Cinquanta e Sessanta, quattro erano gli allestimenti che gli attori della filo di Ischia buttavano sul palco in pochi mesi.
Buttavano, per l’appunto: perché allora il teatro era prima di tutto svago e divertimento fine a se stesso e il pubblico costituiva solo un momento di condivisione collettiva di questo star bene.
Poco importava la cura e il lavoro di cesello che invece oggi costituisce la norma, perché nel frattempo è cambiato il pubblico ed è cambiato l’attore. Il primo è cresciuto e ora si muove per andare a teatro solo se trova la qualità e se riceve emozioni da chi sta sul palco.
Diversamente trova molto più piacere guardando i primi pixel del televisore. L’attore, invece, nella recitazione non cerca più lo svago, ma un ambizioso ed irripetibile momento di soddisfazione personale e di gruppo.
A poco a poco con il passare degli anni gli strumenti a disposizione delle filodrammatiche sono cresciuti, i metodi di preparazione degli attori si sono evoluti, l’inventiva e le capacità dei registi hanno fatto passi da gigante. Un ambiente in continua mutazione che non può essere ignorato da chi vuole stare al passo coi tempi e che non è stato assolutamente ignorato dalla Filodrammatica di Ischia.
Nel corso degli anni il sodalizio ha cercato di cogliere tutte le nuove occasioni, senza strafare e senza uscire dal seminato. L’umiltà di tutti i protagonisti ha consentito di costruire una realtà davvero invidiabile, rappresentata da giovani di grande capacità e prospettive, da persone meno giovani ma di impareggiabile esperienza, condita dai caratteri che oggi sono imprescindibili, come la cura della preparazione, i dettagli della recitazione, l’innovazione nelle scenografie e negli allestimenti, l’esplorazione di nuovi testi e di inediti percorsi. La Filodrammatica di Ischia è proprio questo. E tutto questo non ha un nome solo, ma una lunga lista: la garanzia di futuro e di crescita costante.
«Abbiamo solo raggiunto una tappa, non attraversato un traguardo, l’obiettivo non è raggiunto. La cultura teatrale, che oggi ci unisce, come ogni esperienza umana è in continua evoluzione. E allora, sull’esempio di chi ci ha preceduto, dobbiamo assumere comportamenti, prendere decisioni, attuare iniziative al passo con i tempi in cui viviamo» – spiegano gli attori della filodrammatica
E ancora: «Siamo convinti che il credere nel valore educativo e culturale del teatro faciliterà il percorso che ci attende. Un percorso che richiede sempre più impegno e sacrificio, ma che sarà più scorrevole, sereno e ricco di soddisfazioni, se sapremmo considerare i valori dell’amicizia, del rispetto reciproco, della collaborazione e dell’affetto del nostro pubblico».
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