Trento
Via libera in prima Commissione a tutte le candidature per i tre posti nel cda del Centro Santa Chiara. Le minoranze contro Divina

Via libera della Prima Commissione a tutte e nove candidature presentate per occupare tre posti nel consiglio di amministrazione del Centro servizi culturali Santa Chiara di Trento.
Come previsto dalla legge provinciale sulla cultura – la numero 15 del 2007 – la Giunta, che per questo incarico ha proposto due nomi, potrà ora scegliere anche il terzo nella rosa degli altri sette che a maggioranza l’organismo consiliare ha ritenuto idonei.
Quattro i voti a favore espressi dai commissari della Lega (Job e Paoli), da Cia (Agire) e dalla presidente della Commissione Vanessa Masè (La Civica), mentre ai sì sulla candidatura di Agostino Carollo si è aggiunto anche Alex Marini dei 5 Stelle.
Tre i voti contrari – Marini, Ghezzi di Futura e Tonini del Pd – alla candidatura dell’ex senatore leghista Sergio Divina, tra i due nominativi proposti dalla Giunta (l’altro è quello dell’ex giornalista della Rai Walter Perinelli, detto Waimer).
Tonini ha esteso il suo no anche a tutti gli altri nominativi mentre Rossi del Patt si è sempre astenuto.
Disco verde con 4 sì anche alla candidatura di Perinelli che ha ricevuto 2 no (di Tonini e Ghezzi) e 2 voti di astensione (di Rossi e Marini).
Ghezzi si è astenuto sui nomi di Carollo e Gardin, a suo avviso gli unici con un curriculum che si avvicina al profilo richiesto, esprimendosi invece contro tutte le altre candidature.
Motivo dei voti a sfavore espressi dalle minoranze: la mancanza delle competenze e delle esperienze adeguate per poter ricoprire l’incarico nel componente del cda rispetto a quelle richieste dalle leggi provinciali: la 10 del 2010 sulle nomine e la 7 del 2015 sulla cultura negli articoli riferiti al Centro servizi Santa Chiara. E il potenziale conflitto di interesse politico nel caso di Divina.
Ad animare la discussione è stata la mail inviata a tutti da Agostino Carollo, uno dei sette auto-candidati al cda, basata sulle parziali informazioni relative ai nomi contenute nel foglio distribuito ai soli Commissari per fornire loro una scheda di sintesi – una sorta di “minuta” priva dei curricula completi che sono comunque accessibili ai consiglieri – da utilizzare come strumento di lavoro interno.
La scheda contiene infatti dati personali di persone fisiche soggetti al regolamento Ue e al Codice in materia di protezione, dati da trattare esclusivamente per espletare il procedimento, che in questo caso era l’espressione del parere della Commissione.
La presidente Masè ha richiamato i commissari al proprio ruolo e quindi anche al dovere di non divulgare all’esterno documenti come questo proprio in ragione dei dati personali che riporta, della cui custodia sono responsabili gli uffici del Consiglio.
Per Ghezzi e Tonina comunque nessuno dei candidati ha i requisiti.
Entrando nel merito, Ghezzi ha ricordato che il combinato disposto della legge 10 del 2010 sulle nomine e della legge 15 del 2007 sulle attività culturali istitutiva del Centro servizi Santa Chiara prevede che i candidati al cda dell’ente, oltre ad avere un curriculum che dimostri competenza e attinenza rispetto a questa carica nonché indipendenza e assenza di conflitti di interesse, siano scelti tra esterni con esperienza manageriale nel settore culturale, nella gestione delle risorse e nel controllo strategico.
Il problema – ha aggiunto – è se quando dobbiamo esprimere un parere su nomine del genere noi commissari siamo solo dei passacarte oppure vogliamo valutare la presenza o meno di questi requisiti nei curricula dei candidati. La Giunta deve quindi motivare le proprie scelte su di loro.
Per Ghezzi a voler essere rigorosi nessuno dei 9 candidati dimostra di possedere i requisiti richiesti, a meno che non si ritenga che essere stato senatore della Repubblica sia un titolo adeguato per entrare nel cda del Centro servizi culturali Santa Chiara. A suo avviso Solo Carollo e Gardin si avvicinano al curriculum richiesto. E ha motivato così sia la propria astensione su queste due candidature sia il no alle altre sette, chiedendo infine all’assessore Gottardi, presente ai lavori, un minimo di ragioni in più per giustificare le candidature della Giunta.
Per Tonini in questi curricula vi sono evidenti impedimenti alla candidatura, perché nessuno dimostra di avere l’esperienza manageriale richiesta. Ha aggiunto di non aver nulla contro l’ex senatore Divina, ma ha ribadito la propria contrarietà a questa candidatura. E ha ricordato che “la sinistra dc tanti anni fa si trovò di fronte alla necessità di sostituire lo scomparso Bruno Kessler alla guida dell’FBK e decise per la prima volta di non seguire un criterio politico preferendo un docente universitario esperto nel settore culturale come il professor Achille Ardigò. Per il capogruppo del Pd Divina ha un forte profilo politico ed è sbagliato ricorrere alla riserva degli ex senatori per garantire al Centro Santa Chiara un presidente all’altezza dell’incarico.
Rossi ha spiegato la propria astensione con la scarsa concretezza di questa valutazione. Più giusto è a suo avviso lasciare che la Giunta si assuma la piena responsabilità di queste nomine. Per Rossi vi sarà comunque la possibilità di apprezzare o criticare fra qualche tempo l’operato del nuovo presidente del Centro.
Marini ha chiesto alla presidente se sono stati fatti degli approfondimenti per evitare che queste nomine siano poi impugnate dal Tar, dal momento che alcuni soggetti autocandidati presenteranno probabilmente dei ricorsi contro queste decisioni.
Si tratta anche di capire se i commissari possano avere delle responsabilità rispetto alle nomine. E ha preannunciato un voto di astensione su tutti i candidati tranne che per Carollo, avendone visionato il curriculum. Quanto a Divina, Marini si è detto contrario persistendo sulla candidatura la questione del potenziale conflitto di interesse tra chi nomina e chi è nominato data l’appartenenza politica dell’ex senatore.
Cia ha preannunciato il proprio voto a favore di tutti i nominativi, perché i curricula dei candidati potevano essere visionati dai consiglieri. Quanto alla competenza e all’esperienza o meno dei candidati a suo avviso “non occorre essere dei geni per concorrere alla produzione e alla gestione di attività culturali”.
Ghezzi ha ribattuto di prendere atto che la Giunta non motiva le candidature proposte anche se – ha concluso – politicamente la cosa “ci sta”.
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