Trento
Smantellato l’accampamento abusivo alle Gallerie di Piedicastello: ma il problema dei senza tetto rimane

Il tempestivo intervento della squadra anti degrado della Polizia Municipale ha, almeno temporaneamente, risolto il problema dell’accampamento abusivo alle Gallerie di Piedicastello.
Il problema dei senza tetto è però un’emergenza che l’amministrazione comunale dev’essere in grado di affrontare. Gli episodi a riguardo infatti nel capoluogo sono in continuo ed allarmante aumento.
Non è più possibile farlo a numero chiuso, ovvero un limite massimo di posti disponibili, ai quali s’accede dopo una registrazione che viene fatta con orario d’ufficio.
In più oltre alle strutture pubbliche, ci sono una serie di case rifugio private, logicamente sovvenzionate che però mettono a disposizione posti letto in numero non corrispondente alla richiesta.
I senza tetto sono in continua espansione e non si deve pensare solo al classico barbone, ma anche alle nuove povertà: padri separati, uomini e donne che possono contare su entrate mensili troppo basse per potersi permettere un appartamento, ma anche anziani senza casa di proprietà e con una pensione troppo bassa per gare un affitto.
Logico anche che ci siano delle stagionalità.
D’estate è molto più facile trovare un rifugio, d’inverno diventa quasi impossibile. C’è la stagione della raccolta.
Sono tanti quelli che dormono all’aperto in attesa di un’occupazione e molti anche quelli che a fine contratto, restano per un periodo con la speranza di trovare un’occupazione.
L’amministrazione comunale non ha mai pensato a delle strutture che garantissero un numero cospicuo di alloggi per far fronte alle emergenze.
Oltre al problema in se stesso, c’è anche la dignità della persona che, esclusi i casi dove il soggetto decide di vivere volontariamente in strada, ha diritto ad una sistemazione umana.
E’ giusto che ci siano limiti al tempo massimo di ospitalità, ma una volta scaduti, al posto della messa in strada sarebbe necessaria una rotazione tra strutture.
Giusto che chi sia sotto l’effetto di sostanze o alcool non sia accolto, ma agli altri non dovrebbero essere posti limiti.
Allora perché non adattare almeno tre capannoni in disuso, della moltitudine che si trovano in città, per creare posti letto che vadano ben oltre l’attuale richiesta?
Potrebbero diventare una sorta di “ ostello per i poveri” dove si entra e si trova un letto e una doccia calda?
E’ vero che per Trento i senza tetto che dormono all’aperto sono un problema oltre che di degrado anche numerico.
Ma è altrettanto vero che l’amministrazione comunale gestita per anni dal centro sinistra, non ha fatto assolutamente nulla oltre a dare una risposta inadeguata alla richiesta, senza mai anticipare l’emergenza.
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