Valsugana e Primiero
Valsugana: punto da una zecca, 44 enne gravissimo

Un 44enne dell’Alta Valsugana è ricoverato in gravi condizioni all’ospedale Santa Chiara di Trento dopo essere stato punto da una zecca.
L’uomo è cominciato a stare molto male nel tardo pomeriggio di lunedì dopo essere tornato a casa dai lavori eseguiti in campagna.
Sul posto è giunta l’ambulanza, ma viste le gravi condizioni dell’uomo (era in stato precomatoso) si è deciso di far arrivare l’elicottero.
Il 44enne è stato trasportato all’ospedale di Trento dov’è tutt’ora ricoverato.
Dalle analisi svolte si è potuto constatare che la causa è stata la puntura di una zecca. La reazione avuta dall’uomo è rara ma può accadere.
Dopo il morso di una zecca infetta, nel 70% dei casi si manifesta un’infezione senza sintomi rilevanti mentre nel restante 30%, in un periodo che può andare dai 3 fino agli 8 giorni dal morso, possono manifestarsi febbre, mal di testa, stanchezza e dolori muscolari.
Nel restante 30%, solo il 10/20% dei casi, dopo un intervallo di una settimana, o anche di 20 giorni, inizia un’altra fase che può portare al coma o in rari casi alla morte.
Per evitare questi spiacevoli inconvenienti, dall’anno scorso è possibile vaccinarsi gratuitamente per l’encefalite da zecca nei vari distretti della provincia.
L’anno scorso in Alta Valsugana la lista d’attesa era molto lunga. Gli esperti per evitare di esser punti consigliano di evitare zone con erba alta, indossare indumenti coprenti e scarpe chiuse e utilizzare i repellenti.
Va sottolineato che la zecca di per sé non crea grossi pericoli per la salute umana.
Ciò che potrebbe rivelarsi problematica è un’eventuale infezione che potrebbe sorgere nella zona in caso non venga disinfettata in maniera idonea.
Ecco perché si parla di alcune patologie che potrebbero avere origine in seguito alla puntura di una zecca: a partire dall’encefalite da zecca fino ad arrivare alla rickettiosi, la tularemia e la Malattia di Lyme.
Quest’ultima è un’infezione alquanto subdola e di natura batterica che va ad attaccare principalmente pelle, articolazioni, sistema nervoso, pelle e anche alcuni organi interni.
La particolarità è che i suoi sintomi sono alquanto intermittenti e sono evidenti soprattutto nel periodo estivo.
In questa fase dell’anno si può partire dal notare un semplice rossore in una parte del corpo che, col passar del tempo, diventa sempre più marcato ed evidente.
Il numero di trentini a cui è stata diagnosticata la malattia di Lyme dal 2000 al 2017 è stato di 221, con una media di 12,2 casi all’anno.
Negli ultimi cinque anni la media annuale è salita a 22,2 casi.
A questo segno topico potrebbe seguire la manifestazione di sintomi neurologici. Questo significa che un trattamento antibiotico va iniziato solo in seguito ad una dettagliata diagnosi clinica e sotto consiglio di medici specialisti.
È grazie all’aumento delle temperature che le zecche si trovano adesso a latitudini ed altitudini più elevate rispetto al passato e sono presenti in aree geografiche come, ad esempio, il nord est Italia (Veneto, Friuli Venezia-Giulia, Trento, Bolzano), dove sono stati rilevati casi di borelliosi di Lyme ed encefalite da zecche Tbe (per il cui monitoraggio dal giugno 2018 è stato attivato un piano di sorveglianza nazionale).
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