Trento
Viaggio nella Brexit con gli alpini di Cognola

Vista dall’Italia, Londra è una città nell’occhio del ciclone della cosiddetta Brexit, ossia la travagliata uscita dall’Unione Europea: vista da vicino, invece, Londra è una città che procede con passo spedito nella sua storia che è un mix irresistibile di tradizione e di pura avanguardia.
E a passo spedito è stata anche l’accurata visita alla capitale inglese da parte di 66 trentini che nei giorni scorsi hanno partecipato al viaggio “Londra e dintorni”, organizzato, non a caso, dal Gruppo Alpini di Cognola con l’Agenzia Viaggi Bolgia di Trento.
Viaggio che come tutti quelli organizzati dal gruppo degli alpini collinari, nasce dal desiderio di conoscere il mondo, scoprire realtà nuove, ma sempre nel più autentico spirito alpino, che è innanzitutto quello di aggregare le persone per condividere emozioni ed esperienze importanti.
La tabella di marcia a Londra era bella fitta, e ha incluso tutti i punti canonici della città, come l’Abbazia di Westminister, Buckingham Palace, le Case del Parlamento con il Big Ben, la neo-gotica Victoria Station, il numero 10 di Downing Street, casa del Primo Ministro, la Torre di Londra, Piccadilly Circus, la navigazione sul Tamigi, National Gallery, British Museum, Covent Garden, la Cattedrale di San Paolo, i giardini di Kensington e Hyde Park, per poi spostarsi nell’austero Castello di Windsor con Oxford, la cittadina universitaria nota al grande pubblico per aver ospitato la saga di Harry Potter, e Stratford Upon Avon, che ha dato i natali a William Shakespeare.
Ecco come alcuni protagonisti di questo affascinante viaggio commentano l’esperienza londinese: “Abbiamo conosciuto una città che nonostante i suoi 9 milioni di abitanti è ordinata e ricca di verde, con tanti bellissimi parchi – osserva Mauro Faes, referente del Gruppo Alpini di Cognola – I londinesi mi hanno dato la sensazione di essere un po’ freddi rispetto a noi, ed anche indecisi circa Brexit: tra lo stare in Europa o uscire del tutto, stanno rivivendo, in pratica, l’antico dilemma dell’essere o non essere di shakespeariana memoria”.
Accompagnatrice d’eccezione era Luciana Bolgia, titolare dell’omonima agenzia di viaggi: è la storica agenzia di Trento che proprio quest’anno festeggia i sessant’anni di grandi avventure nel mondo.
“Quello di Londra e dintorni – spiega Luciana Bolgia – è stato un viaggio organizzato nel rispetto dello status degli alpini stessi, e della loro tradizione di viaggiare insieme, intesa come un ulteriore momento di unione e di condivisione di esperienze. Abbiamo cercato un giusto equilibrio tra la qualità e il tempo, in modo tale da permettere a un gruppo numeroso, formato da 66 persone,di stare insieme evitando i tempi morti, è rendere ogni momento della giornata un’occasione preziosa per fare delle bellissime esperienze, come dall’ammirare i gioielli della corona nella mitica Torre di Londra, il luogo storicamente più significativo d’Inghilterra, alla visita dell’Abbazia di Westminister, un capolavoro del gotico”.
Luciana Bolgia ha un rapporto speciale con Londra, perché è la città dove ha studiato e che frequenta da quarant’anni: “Nella Londra di oggi non ho rilevato nessuna differenza col passato e, a parte qualche grattacielo in più, ho trovato l’ordine, la pulizia, il senso del dovere di sempre. Poi è vero che a causa della Brexit molte aziende bancarie e finanziarie sono già andate via da Londra per problemi di tassazione”.
Per quanto riguarda il turismo, prosegue Luciana Bolgia “ho notato che gli inglesi sono diventati più severi con le formalità burocratiche, mentre per i turisti che si recheranno nel Regno Unito dopo l’uscita dall’Europa, ci vorrà una integrazione assicurativa per coprire le spese sanitarie e adeguare il costo assicurativo a quello dei paesi non europei”.
Una delle guide turistiche del gruppo trentino era Cosetta Zanobetti, originaria di Livorno, vive a Londra da 43 anni e al nostro giornale ha raccontato come vive personalmente la Brexit: “Più che preoccupata, sono triste perché improvvisamente, come italiani, ci siamo sentiti non voluti nella città più cosmopolita del mondo. Dopo 40 anni che vivo qui, mi ci sono voluti 3 anni di moduli e trafile per ottenere il permesso: ho penato molto, ma alla fine posso rimanere qui senza problemi, quindi in questo senso non sono preoccupata, come non lo sono per gli italiani che vivono qui da più di 5 anni. Mi preoccupa in generale, il fatto che i giovani, tra cui mio figlio, non possano più andare liberamente in Europa. E poi, secondo me il problema più grosso della Brexit è che ha diviso completamente le persone: con alcune amiche inglesi vediamo le cose in maniera totalmente differente, al punto che non riusciamo più nemmeno a parlare. Loro sono favorevoli all’uscita per evitare il giogo dell’Europa e perché dicono che ormai si è votato e le cose devono andare così. Però quando abbiamo votato tre anni fa, nessuno ci ha spiegato niente, e nessuno aveva la minima idea di cosa volesse dire, ora invece sappiamo com’è critica la situazione, ma si sono intestarditi lo stesso”.
Quanto al discusso Primo Ministro Boris Johnson: “E’ una persona intelligentissima e molto colta, ma ultimamente non capisco il suo comportamento; ha deciso di chiudere il Parlamento per cinque settimane per portare avanti la Brexit senza l’accordo, il 31 ottobre, nonostante sia stato sconsigliato da più parti, specie da chi lavora nella finanza e anche dal direttore della Banca d’Inghilterra, perché uscire senza un accordo sarebbe una perdita per tutti, specie per il nord dell’Inghilterra dove ci sono le fabbriche delle macchine. E poi c’è l’incertezza che è la cosa peggiore per il business perché ci sono meno investimenti e si rischia una recessione profonda”.
In definitiva, osserva Cosetta “E’ vero che gli inglesi sono dei sovranisti nati per via della tradizione, ma da loro non mi sarei mai aspettata questo comportamento, e adesso con la Brexit non si sa cosa succederà: tutto è possibile”.
Ben diversa da quella di Cosetta, è la posizione di due signore che lavorano presso il Castello di Windsor, la residenza ufficiale della famiglia reale: “Siamo favorevoli alla Brexit perché gli inglesi non hanno mai creduto fino in fondo all’Europa visto che non hanno mai rinunciato alla sterlina, e adesso la Regina Elisabetta stessa, autorizzando, su richiesta di Boris Johnson, la sospensione del Parlamento, ha dimostrato di ascoltare il suo popolo, e di approvare, di fatto, la Brexit. E a nostro avviso è normale che sia così, perché questo modello puramente burocratico di Europa tende a soffocare la storia, la cultura e le tradizioni proprie di ciascuna nazione”.
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