Val di Non – Sole – Paganella
Caseificio di Coredo: ricomincia il processo per l’Escherichia coli presente nel formaggio

Tornerà in aula questo inverno il caso del caseificio di Coredo dove è stato sequestrato il formaggio con la presenza di Escherichia coli.
La procura di Trento ha emesso un nuovo decreto penale per il legale rappresentante del caseificio di Coredo Lorenzo Biasi e per il casaro responsabile del piano di controllo Gianluca Fornasari.
La vicenda risale all’estate del 2017, quando un bambino di quattro anni era stato male dopo aver mangiato del formaggio crudo. A distanza di due anni il bambino è ancora in cura (l’infezione gli ha causato la sindrome emolitico uremica) e proprio per questo è in corso un’indagine della magistratura per lesioni gravissime
Durante l’udienza di giugno la difesa dei due imputati si era appoggiata al fatto che la citazione a giudizio fosse stata fatta senza l’interrogatorio richiesto e di conseguenza fosse nulla. Il giudice fu quindi costretto a rimettere gli atti al pubblico ministero.
Nei giorni scorsi però è arrivata la nuova citazione a giudizio con tutte le precedenti contestazioni, tra cui la violazione dell’articolo 5, lettera c della legge 283 del 1962 (Disciplina igienica della produzione e della vendita delle sostanze alimentari e delle bevande).
I reati penali contestati ai due sono:
1 – produzione e immesso nel circuito commerciale prodotti caseari con cariche microbiotiche superiori ai limiti di legge (Stec e escherichia coli);
2 – condotta omissiva in quanto si ometteva di richiedere adeguati controlli e ometteva di richiedere a Trentingrana Concast di effettuare delle ispezioni sul campo al fine di verificare le condizioni igieniche delle stalle dei conferitori (inoltre successivamente all’evento non provvedeva al ritiro cautelativo del prodotto);
3 – omessa ottemperanza alla disposizione impartita dall’U.O. Igiene e Sanità Pubblica Veterinaria di Cles, con la quale, imponeva, di effettuare un richiamo agli allevatori per una più corretta applicazione di una procedura di pulizia e disinfezione in fase di mungitura e operazioni correlate obbligo da adempiere immediatamente secondo quanto previsto dal provvedimento stesso.
Biasi è accusato di aver prodotto e messo sul mercato latticini con una presenza microbica superiore ai limiti di legge, mentre Fornasari secondo l’accusa non ha richiesto i controlli adeguati e non si è rivolto a Trentingrana Concast per l’ispezione igienico-sanitaria della stalla.
Il 30 giugno 2017 l’Unità operativa di igiene e sanità pubblica veterinaria di Cles aveva obbligato il presidente a fare un richiamo agli allevatori affinchè pulissero e disinfestassero in fase di mungitura. Tutto ciò però non è avvenuto.
Dopo alcuni sopralluoghi secondo la ricostruzione dei carabinieri del Nas, il latte crudo proveniva dal caseificio e al cui interno erano presenti batteri di Escherichia coli.
È fresca notizia anche che ai soci del caseificio di Coredo è stata inviata in data 27 agosto 2019 un “richiamo” per una corretta applicazione delle norme igienico-sanitarie.
Nella nota inviata si evince in maniera chiara che la problematica interessa principalmente le produzioni a latte crudo, in quanto la pastorizzazione elimina in via definitiva il batterio Escherichia coli.
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