Riflessioni fra Cronaca e Storia
Sudtirolo e Trentino, la storia non contraddice la geografia: i confini dell’Italia iniziano al Brennero

Da Elena di Troia, alla Troia del tirolo.
L’attuale Trentino Alto Adige fu inserito, nell’organizzazione augustea dell’Italia, nella X Regione “Venetia et Histria” (che comprendeva l’attuale Triveneto dal Brennero al Carnaro) e a livello locale, nel “Districuts” avente a capoluogo Tridentum (Trento).
Tale regione era quindi ritenuto parte dell’Italia già in epoca augustea ed i suoi abitanti erano “cives” romani, ossia si riconosceva la loro compiuta romanizzazione.
Per vedere un inizio della germanizzazione dell’Alto Adige bisogna chiamare in causa i Baiuvari, antenati dei Bavari. Costoro invasero la regione e riuscirono a controllarla soltanto dopo un’accanita resistenza dei latini, guidati dal loro vescovo Ingenuino.
Quello dei Baiuvari è il primo vero insediamento germanico in Alto Adige, ma consistette sostanzialmente d’una ristretta cerchia di militari che dominavano la popolazione locale asservita. La situazione non mutò sotto il dominio dei Franchi. Sino all’anno Mille circa la presenza germanica in Alto Adige fu quindi molto scarsa.
“Donamus etiam ad prefatum sanctum locum valle illam que vocatur Camonia cum salto Candino vel usque in dalanias cum montibus at alpibus a fine Treentina qui vocatur Thonale usque in finem Brixamcinse seu giro Bergamasci (..) ” – Caroli Magni Diplomata -papia, XVI iulius 774
Un evento di particolare gravità sul piano della germanizzazione fu la decisione dell’imperatore Corrado II (1024-1033) di concedere poteri territoriali ai vescovi di Bressanone e di Trento. Questa decisione infatti spezzò la tradizionale, antichissima unità amministrativa dell’Italia nord-orientale, che poggiava su di un continuum culturale risalente sino alla Preistoria o quantomeno all’epoca romana.
L’espressione “Triveneto” talora ancora oggi impiegata ricalca infatti approssimativamente tale anteriore unità culturale.
Il governo della regione spettava formalmente al principato vescovile di Trento, che esistette sino al 1802 e fu rappresentato solitamente da vescovi italiani e residenti in una città italiana nel cuore d’una regione italiana.
Tuttavia, di fatto era sopravvenuta una graduale usurpazione dei suoi diritti nell’Alto Adige ad opera dei conti del Tirolo a partire dal secolo XII, il cui Land però era, su di un strettamente piano giuridico, esistente solo ed unicamente a settentrione del Brennero.
Infatti, il conte tedesco del Tirolo rimase per lunghi secoli, sul piano formale, un semplice advocatus del principe legittimo del territorio, ovvero il vescovo di Trento, anche se di fatto la maggior parte delle prerogative di quest’ultimo sull’Alto Adige furono progressivamente usurpate.
La storia del Tirolo ebbe inizio con la contessa Margherita di Tirolo-Gorizia, soprannominata in seguito ” Margherita Maultasch ” detta anche ” Margherita Boccagrande“.
Il soprannome Maultasch che significherebbe in termini letterari ” muso a borsa ” e tradotto con “bocca sfigurata-bocca grande “, tale espressione veniva attribuita come ” prostituta “, ovvero donna di facili costumi.
Margherita nacque in Tirolo nel 1318 dal duca Enrico di Carinzia e Tirolo e dalla contessa del Tirolo Adelaide Di Braunschweig.
Quando aveva appena dodici anni andò in sposa a Giovanni Enrico di Boemia.
Dopo varie lotte per il possesso del Tirolo e dopo che Carlo IV fratello di Giovanni Enrico cercò di intermediare per la conquista con il duca, in merito ai fatti che si susseguivano in quanto era più esperto sulle politiche del tempo, Margherita prese sempre di più padronanza di se e diventò più forte, sicura e con un gesto davvero insolito e sconcertante per una donna di quell’era, ripudiò il marito e lo fece esiliare dal Tirolo nel 1341.
In seguito nel 1342, prese nuovamente marito e si sposò con Ludovico di Brandeburgo.
La loro unione coniugale suscitò sin da subito un grande scandalo in tutta l’Europa. Papa Clemente VI dichiarò nulle le loro nozze, entrambi furono scomunicati (chissà quale fu il giudizio di siffatta donna del fervente cattolico Andreas Hofer).
Margherita, priva di discendenti, cedette i suoi territori (usurpati al principe vescovo) a Rodolfo IV d’Asburgo e morì a Vienna nel 1369.
Il Trecento è un secolo cruciale nella germanizzazione dell’Alto Adige.
Dante Alighieri (di origine tedesca) ad inizio del secolo, anche per l’influsso della definizione d’Italia nella geografia amministrativa romana, fissava i confini della nazione italiana presso Nizza a ovest, sul Carnaro a est (“Sì com’a Pola, presso del Carnaro, ch’Italia chiude e i suoi termini bagna”), sul Brennero a nord: “Suso in Italia bella giace un laco, a piè dell’Alpe che serra Lamagna sovra Tiralli, ch’ha nome Benaco”.
La Germania iniziava pertanto per il Poeta a settentrione di “Tiralli”, del Tirolo, che era quindi compreso nell’area italiana.
“E perché circa le rimanenti città delle estreme regioni italiche nessuno può nutrire dubbi – se qualcuno dubita, non merita nemmeno un chiarimento – poco mi resta da discutere. E dunque io, che desidero deporre il setaccio al più presto, per uno sguardo ai rimasugli dico che le città di Trento, Torino e Alessandria giacciono così vicine ai confini d’Italia che non possono avere lingue incontaminate; si che se pure il loro volgare, che è sozzo (turpissimum), data la mescolanza con volgari stranieri.
Se cerchiamo l’italiano illustre, dunque, quello di cui andiamo in traccia non potrà ritrovarsi in tali luoghi”. (Dante Alighieri: De vulgari Eloquentia, libro I, cap. XV, 1305).
Per quanto riguarda il Trentino, solo il 27 aprile del 1785 l’imperatore Giuseppe II -senza alcun apparente motivo- cambiò il nome del Trentino in Tirolo.
La novella Maultasch, Eva Klotz, ricordi due aspetti: prima di rivendicare patriottismo tirolese, leggesse il libro “La Trediciesima tribù” di Arthur Koestler: potrebbe scoprire che la sua origine etnica la porterebbe molto lontana dall’Europa.
Geograficamente i confini dell’Italia finiscono o iniziano al Brennero, ed anche la storia non contraddice la geografia.
Il contributo per La Voce del Trentino è di Emilio Giuliana.
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