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Val di Non – Sole – Paganella

“Ursus – Storie di uomini e orsi” – A Cles inaugurata la mostra

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E’ stata inaugurata a Cles, sabato 6 luglio scorso, a Cles, nello splendido Palazzo Assessorile la mostra “Ursus – Storie di uomini e orsi”.

Piacevolissima l’introduzione musicale con gli ottoni del Mason Brass Trio, che hanno eseguito alcuni intermezzi nel corso della serata.

Presenta l’Assessore alla cultura del Comune di Cles, Avv. Vito Apuzzo: “In una Cles particolarmente colorita e lussureggiante con ‘Fiori e colori’, e di piante con “L’umore della terra”, il contenitore estivo degli eventi clesiani, anche la luna ci sta osservando dall’esposizione qui a fronte in Palazzo Dal Lago, “1969 – 2019: cinquant’anni fa il futuro”, inaugurata ieri a Coredo, e concepita in simbiosi con il Comune di Predaia, per il quale oggi è presente l’Assessore alla Cultura Elisa Chini, mostra che conta tre location espositive, a Cles Palazzo Dal Lago, Biblioteca Comunale e a Coredo Casa da Marta. L’inaugurazione di una mostra è un momento liberatorio, in un certo senso. Sono convinto che questa sarà una mostra indovinata, ed un successo di pubblico; può sembrare un tema banale, invece è un tema foriero di spunti, riflessioni e approfondimenti. Non è una mostra naturalistica, anzi zooantropologica, impostata sul rapporto uomo/natura e uomo/orso nel corso dei millenni.

Ci saranno anche alcuni eventi collaterali, con letteratura, musica, sempre collegati alla tematica della mostra, ma uno in particolare mi sta a cuore, quello dell’8 agosto prossimo , il concerto dell’orchestra ‘Bazzini Consort’ di Brescia, che eseguirà un brano di Gustav Mahler tratto dalla 1a Sinfonia, 3° movimento, ripreso dalla cantilena ‘Fra Martino’, che diventa una marcia funebre dove gli orsi accompagnano il cacciatore alla tomba, tipico del ‘mondo alla rovescia’ della cultura nordeuropea; un funerale dove gli animali provano pietà verso chi li uccide. Ricordo che la mostra è collegata al progetto scuola/lavoro al quale partecipano gli studenti dell’Istituto Russel di Cles, che accompagneranno i visitatori nel percorso espositivo, e durante le visite guidate”.

Interviene il Dott. Franco Marzatico, Soprintendente ai Beni Culturali per la Provincia di Trento: “Anch’io sono stato coinvolto in questa ‘impresa’, ed ho contribuito con un piccolo scritto. Il tema della mostra approfondisce il rapporto di timore e amore nei confronti dell’orso, fin dai tempi dell’antica Grecia e dell’impero romano, persino in campo astronomico l’orso è presente, vedi le costellazioni dell’Orsa Maggiore e Minore. La visione dell’orso è dualista, dove l’uomo trova molte similitudini con sé stesso, in quanto cammina eretto, usa le zampe come mani, ha una visione frontale, è in grado di scendere da una scala a pioli, è onnivoro, cura l’educazione dei cuccioli. Ciò non toglie che da sempre l’uomo abbia cercato di addomesticare il plantigrado, di avere il controllo su di lui; i circensi lo portavano in giro per l’Europa con una museruola, facendolo danzare, a dimostrazione che la bestia si poteva domare.

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In Siberia, per esempio, le popolazioni locali avevano un rapporto particolare con l’orso: lo allevavano da piccolo, per poi mangiarlo, e di questo andavano orgogliosi perché dicevano: ‘Però ti abbiamo cresciuto e trattato benissimo, hai avuto una vita felice’, non provando alcun rimorso uccidendolo. Una similitudine anche nel nome dell’Artico deriva dal greco arktikòs, appartenente all’emisfero dell’Orsa, cioè settentrionale. Persino nelle parafrasi è stato usato questo animale: si è soliti dire ‘Non vendere la pelle dell’orso prima di averlo ucciso’. Abbiamo constatato che anche l’uomo del Similaun per copricapo aveva una testa d’orso e relativa pelliccia, forse per mimetizzarsi, ma indubbiamente per scaldarsi. E dopo tutte le nostre paure che ci portiamo dentro da secoli, alla fine mandiamo a letto in nostri figli con un orsacchiotto di peluche…”.

La parola passa alla Dott.ssa Silvia Spada, storica dell’arte ed ex Direttrice dell’Ufficio Servizi Museali e Storico-Artistici del Comune di Bolzano, qui in veste di curatrice della mostra, che dopo aver messo l’accento sulla complessità dei temi disparati trattati, elenca le varie sezioni espositive (qui l’articolo della presentazione ) e ringrazia per la preziosa collaborazione Laura Barison, e loda la professionalità della Dott.ssa Laura Paternoster, dell’Assessorato alla cultura del Comune di Cles, per averla affiancata durante il percorso di allestimento. Ringrazia poi tutti i collaboratori ed i collezionisti che hanno prestato materiali ed oggetti, quali il Muse di Rovereto ed il Mart di Trento.

Elogia poi l’Arch. Roberto Festi, allestitore dell’esposizione, per essere riuscito a dare un’immagine globale attrattiva, semplice, ordinata ed esplicativa.

Il Sindaco di Cles, Arch. Ruggero Mucchi, focalizza l’attenzione sulla mostra open-air ‘L’umore della terra’, dove compare anche un mulino a vento, indizio significativo sullo sfruttamento di nuove energie, e invita a riflettere sui cambiamenti climatici in corso onde mantenere alta l’attenzione sui rischi che si corrono quando la natura si ribella; fa presente che in corso Dante tutto è possibile, forse c’è anche la tana dell’orso, insieme ad un virtuale allunaggio…, e conclude: “Noi, così piccoli in confronto all’orso, ci ostiniamo a volerlo domare, ci sentiamo onnipotenti, nel rapporto uomo/orso, amore/odio, un rapporto fatto di paradossi e controsensi; lo stiamo sterminando ed al contempo collezioniamo orsacchiotti… In tema di progetto ‘Life Ursus’ non ci pronunciamo, nè sugli orsi, nè sui lupi, non è questo l’intento, ma l’orso è nelle cronache attuali quotidianamente, e fare una mostra qui, adesso, è molto significativo. Nelle nostre vallate è vero che andando a funghi è probabile incontrarlo, ma in un certo senso siamo abituati; in Val di Non c’era la tradizione di famiglie di cacciatori, come la famiglia Lorenzoni, che cacciava su commissione ed in possesso di regolari autorizzazioni. Ringrazio la Sindaca di Croviana, la Dott.ssa Laura Ricci, per aver collaborato nell’allestimento di uno spazio dedicato alle api ed al miele, realizzato dal MMape (Mulino Museo dell’ape), perchè anche questo è un collegamento con la mostra sull’orso, da sempre goloso di miele ed alla ricerca di alveari”.

Il Sindaco conclude ringraziando la Consigliera Provinciale Paola Demagri per essere intervenuta, e Padre Giorgio, Priore del Santuario di San Romedio, per la concessione di alcuni ex voto esposti, e cita la frase scritta sullo stemma apposto sopra il portale di ingresso del Santuario. Ricorda inoltre che in primavera sarà allestita l’ultima mostra organizzata dall’attuale amministrazione comunale, dedicata a Cles. “Da sempre abbiamo investito in questo Palazzo, abbiamo investito nella cultura, perchè in futuro solo la cultura ci salverà dall’ignoranza“.

Questi gli eventi collaterali in programma:

Martedì 9 luglio | Palazzo Assessorile ore 21.00: Cesare Poppi presenta “Ballare con gli Orsi: uno sguardo antropologico”

Venerdì 26 luglio | Palazzo Assessorile ore 21.00: “Più orso che santo. L’immagine di San Romedio nell’arte del Novecento” – Relatore Roberto Pancheri

Lunedì 5 agosto | Palazzo Assessorile ore 21.00: “L’iconografia di san Romedio” con Salvatore Ferrari

Giovedì 8 agosto | Piazza Municipio dalle 20.30 alle 22.30: Concerto orchestra “Bazzini Consort” di Brescia – Musiche di Mahler, Grieg e Sibelius

Sabato 10 o domenica 11 agosto | Palazzo Assessorile ore 21.00: “Sulle tracce dell’orso nell’arte” incontro con l’autrice Silvia Spada

Mercoledì 28 agosto | Palazzo Assessorile ore 21.00: “Da belva feroce a compagno di giochi” con l’autore Roberto Franchini

La mostra rimarrà aperta fino al 3 novembre prossimo; orari, info, elenco provenienza delle opere sulla brochure dedicata.

Le foto sono di Nicola Bortolamedi

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