Spettacolo
Centrale Fies: fin dentro la notte del Drodesera festival

Luogo dedicato alla ricerca nell’ambito del teatro non convenzionale e dei tanti linguaggi artistici della contemporaneità, Centrale Fies Art Work Space torna ad aprire le sue sale al pubblico, venerdì 21 e domenica 30 giugno, con un doppio appuntamento che anticipa “Ipernatural”, l’edizione numero 39 di Drodesera Festival che si svolgerà dal 19 al 27 luglio, firmata da Barbara Boninsegna e Dino Sommadossi.
Dopo un anno di laboratori per le scuole, seminari sulla comunicazione culturale e turistica, e residenze artistiche internazionali, il 21 giugno la Galleria Trasformatori della splendida Centrale idroelettrica di Fies, a Dro, ospiterà fino al 27 luglio, “Performativity”, una mostra collettiva curata da Denis Isaia e Sara Enrico: si tratta del primo capitolo di una trilogia che indaga le relazioni fra le pratiche artistiche e l’oggetto artistico stesso.
“L’esposizione si concentra su cosa accade quando un oggetto artistico allarga il suo ambito, evocando un corpo, una coreografia, una narrazione o un’azione” spiegano i due curatori, che si sono così concentrati sulle opere artistiche di Marion Baruch, Alessandro Di Pietro, Sara Enrico, Philipp Gehmacher, Francesco Gennari, Esther Kläs, Andrea Kvas, Nicola Martini, Tania Perez Córdova, Alessandra Spranzi, Davide Stucchi, Franz Erhard Walther.
Sempre il 21 giugno, alle 21, a Fies ci sarà il concerto “Storm Atlas” di Dewey Dell, aperto dal Dj set di Demetrio Castellucci: “Così come la tempesta di fine ottobre ha sconvolto il paesaggio trentino entrando nell’immaginario collettivo – osserva il responsabile del festival Dino Sommadossi – Dewey Dell con il suo concerto darà vita ad un vero e proprio catalogo delle tempeste. I potenti quadri audiovisivi che intrappolano lo spirito di tumulti metereologici di ogni tipo: gesti, suoni e testi traducono il grande sconquasso degli elementi in una riflessione sull’impotenza dell’essere umano che, nonostante la sua capacità di esaminare e conoscere scientificamente il fenomeno, si ritrova disarmato di fronte a questi eventi di portata mastodontica”.
Il secondo appuntamento di questo “anticipo” di festival alla Centrale Fies, è il 30 giugno, dalle 18.30 fino alla mezzanotte, con “Orestea, fin dentro la sera, fin dentro la notte”: questo lavoro realizzato dalla compagnia Anagoor appositamente per gli spazi suggestivi della Centrale di Fies, rivisita in chiave contemporanea, con riferimenti alla poesia di Leopardi e alla filosofia moderna, il primo episodio della trilogia che forma la tragedia greca “Orestea” di Eschilo, dedicato all’uccisione di Agamennone da parte della moglie Clitennestra.
Prestigiosa compagnia di ricerca teatrale, Anagoor è nata nel 2000 a Castelfranco Veneto, e lo scorso anno ha vinto il Leone d’argento alla Biennale Teatro di Venezia: a Fies, Anagoor è di casa da ben 10 anni e adesso propone un’altra tappa del suo viaggio artistico volto a misurare la distanza del linguaggio contemporaneo da quello dei poeti antichi. Si tratta di un viaggio nei sentimenti umani iniziato con il lavoro “Lingua Imperii”, prodotto nel 2012 dal Film Festival della Montagna di Trento e da Centrale Fies, a cui è seguito “Virgilio brucia” nel 2014.
Per quanto riguarda la prima parte dell’Orestea che debutterà il 30 giugno nella Centrale di Fies, luogo sospeso tra natura ed energia che ha ispirato una messinscena in forma di avvolgente installazione artistica: “ Una festa teatrale che è miscela di mistero e pensiero, di profonda fiducia nella parola, nella memoria, nella visione, nel corpo, nella collettività – spiega così la sua “Orestea” Simone Derai, il regista di Anagoor – Il pubblico si trasformerà nell’ospite atteso che potrà attraversare Centrale Fies con una logica completamente diversa dal solito: pur nella linearità complessa della tragedia greca, gli ospiti potranno decidere il ritmo e la formula del loro passaggio: vedendo l’opera per intero, comprensiva di tre installazioni e soste durante le pause nella zona riservata al cibo, o scegliendo di visitare gli spazi installativi fermandosi ad ascoltare l’audio immersi nell’atmosfera creata dall’opera e ristorandosi”.
a cura di Sandra Matuella
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