Trento
Apertura discarica Sardagna: le gravi responsabilità del centro sinistra

La responsabilità della riapertura della discarica Sativa di Sardagna è esclusivamente delle amministrazioni di centro sinistra che si sono succedute in Provincia e Comune.
Quella provinciale di centro destra e nello specifico dell’assessore Tonina, è stato solo un subentro a decisione già presa.
Sarebbero dovuti essere l’ex presidente Rossi, oppure Mauro Gilmozzi Assessore ai lavori pubblici, ambiente, trasporti ed energia a risolvere il problema che giace da tempo.
Ma anche Zeni Assessore alla salute e solidarietà sociale che salì a Sardagna unicamente per illustrare le modalità del già deciso arrivo dei richiedenti asilo alle Viote o Alessandro Olivi Vice presidente e assessore allo sviluppo economico e lavoro.
Invece se ne sono stati tutti in silenzio alla pari del sindaco Andreatta e dei consiglieri comunali di maggioranza, proprio nel momento decisivo della trattativa.
Una fase silenziata che ha finito per spiazzare anche gli stessi residenti che si sono mossi alle prime voci di riapertura, arrivate però a decisione già presa.
Probabilmente il tutto è stato condizionato da una situazione a rischio.
Ovvero Sativa ha subito un sequestro dell’impianto a causa di un conferimento di materiale non idoneo che poi è entrato nella norma per via dei mutati parametri di legge che è andato oltre la tempistica delle singoli fasi.
Piuttosto che affrontare una richiesta di risarcimento, il centro sinistra ha preferito non intervenire nella complessa operazione rappresentata dalla riapertura della cava.
Un’altra certezza della quale erano a conoscenza Rossi, Gilmozzi, Zeni, Olivi, Andreatta e assessori comunali, è che l’ipotesi di conferimento di inerti sia minoritaria rispetto a quella di rifiuti urbani – per capirci immondizia – e rifiuti speciali non pericolosi.
Minoritaria perché si tratta pur sempre di scarti commerciabili e quindi non ha senso portarli in discarica.
A questo punto, sempre che non ci sia un accordo già sottoscritto tra le parti, cosa resta da fare all’assessore Tonina?
Puntare unicamente sul conferito, cercando di limitare il più possibile le quote a rischio.
Provincia e Comune dovrebbero far fronte unico per non concedere deroghe per il conferimento di terra e rocce diverse da mattonelle e ceramiche.
Questo per evitare il rischio prospettato dall’avvocato Giuliano che rappresenta un gruppo di residenti, che vengano portate nella discarica di Sardagna scorie nere di acciaieria che possono contenere metalli pesanti come il Cormio, il cui smaltimento ha un costo molto alto.
In conclusione l’unica attuale possibilità è quella di rendere il meno remunerativo possibile il conferimento di materiali in discarica.
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