Trento
Tre dipendenti provinciali indagati per traffico di rifiuti

Nuova inchiesta della Procura di Trento sull’ipotesi di un traffico illecito di rifiuti che vede coinvolti quattro indagati tra i quali ci sarebbero tre dipendenti del Servizio autorizzazioni e valutazioni ambientali (Sava).
Si tratta del dirigente del Servizio autorizzazioni e valutazioni ambientali Giancarlo Anderle, del funzionario delegato alla pratica Aquaspace Stefano Berlanda e del capo dell’ufficio Michele Tarolli.
Le indagini si concentrano su Aquaspace spa di Rovereto (procedimento chiuso un mese fa) e sulla discarica di Adige Bitumi a Mezzocorona.
Inchieste diverse con al centro la bontà delle procedure amministrative (otto in tutto) seguite dal Sava, che avrebbero favorito alcune aziende tra cui proprio Aquaspace e Adige Bitumi.
Nessuna richiesta di misura cautelare per delle accuse ancora tutte da dimostrare nei confronti dei soggetti coinvolti nell’indagine, tuttavia gli inquirenti contestano al Sava l’eccessiva permissività per Aquaspace riguardo a un’autorizzazione di impatto ambientale concessa senza seguire le indicazioni dei tecnici dell’Appa, l’agenzia provinciale per l’ambiente.
Violando la normativa di settore, sarebbero infatti state trattate diverse tipologie di rifiuti liquidi ed effettuato lo smaltimento con un impianto che ad oggi, e dopo tre gradi di giudizio, risulta ancora sotto sequestro.
Anche dalle indagini condotte dal Noe sulla discarica di Adige Bitumi a Mezzocorona emergerebbe la presenza di 200.000 tonnellate di inerti accumulati negli anni e non trattati secondo la normativa, con un risparmio per l’azienda quantificato dalla Procura in almeno 8 milioni di euro.
Lo scontro tra la provinciale Appa e Sava si prospetta dunque lontano da una risoluzione immediata.
«Piena fiducia nell’azione della magistratura, massima disponibilità alla collaborazione ed il forte auspicio che la vicenda venga chiarita al più presto nell’interesse delle istituzioni ma anche delle persone coinvolte». Questa in sintesi la posizione che l’esecutivo provinciale, per il tramite del presidente e del vicepresidente nonché assessore all’ambiente, esprime a seguito della notizia dell’inchiesta aperta dalla Procura della Repubblica in materia di autorizzazioni sull’impatto ambientale.
“Territorio e ambiente sono i beni più preziosi che abbiamo – aggiungono – ed è giusto che il loro presidio sia garantito da norme rigorose e da forme di controllo che la stessa Amministrazione ha sviluppato al proprio interno per assicurare la massima cura al mantenimento del corretto equilibrio tra le esigenze dello sviluppo economico da un lato e quelle della salvaguardia della risorsa ambientale dall’altro. Conoscendo la professionalità, la preparazione e l’impegno dei nostri tecnici, la Giunta conferma la propria fiducia nei loro confronti, attendendo il completamento delle verifiche degli inquirenti ai quali viene assicurata piena collaborazione per chiarire al più presto una situazione che richiede il massimo dell’attenzione e della sensibilità“.
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