Trento
Discarica Sardagna: i pericoli di una riqualificazione che durerebbe 15 anni

Ci sono discariche necessarie e discariche inutili: quella di Sardagna appartiene al secondo gruppo.
Si perché nell’abito del progetto di riqualificazione del quale si discute per il Bondone; di fronte ad un paese di montagna, ma che fa parte integrante della città che sta facendo di tutto per ritrovarsi come Sardagna; in un momento nel quale il Trentino si sta promuovendo per le sue montagne e la conseguente qualità ambientale e della vita, non si può dare il via ad un cantiere che durerebbe al minimo 15 anni.
Se non fosse un progetto ormai prossimo alla realizzazione, farebbe quasi ridere e invece allo stato attuale, fa paura.
A sud dell’abitato di Sardagna c’è l’ex cava dell’Italcementi dove gli scavi hanno causato un movimento franoso non di sassi, ma di scivolamento del terreno.
La frana è alla base della necessità di livellare il terreno, ingabbiarlo ed a lavori conclusi, chiuderlo con una sorta di coperchio restituendolo alla comunità, riqualificato.
Il progetto? Riattivare la vecchia teleferica che da Maso Visintainer porterà in quota i rifiuti urbani e speciali non pericolosi che saranno conferiti nell’area del maso.
Dovendo essere “caratterizzati”, cioè giudicati idonei al loro deposito, verranno stoccati praticamente in città in attesa del trasferimento.
Una volta a dimora, pur con tutti gli accorgimenti illustrati in occasione dell’incontro pubblico che si è svolto a Sardagna lunedì sera, due i rischi.
Il primo è che il vento che in quell’area è praticamente costante, sollevi le polveri portandole a Trento secondo il suo naturale percorso ovest – est.
Il secondo che trovandosi a contatto con una falda, ci possa essere un rischio inquinamento.
Da notare come le analisi abbiano certificato che gli attuali tassi d’inquinamento dell’acqua sono nella norma, ma questo non vuol dire che sia acqua limpida di sorgente.
Considerando poi che di inerti ce ne saranno a disposizione una minima parte, o a primeggiare saranno i rifiuti urbani, oppure altre tipologie di rifiuti non pericolosi come secondo l’avvocato Giuliano che rappresenta un gruppo di residenti, potrebbero le scorie nere di acciaieria.
Sativa e Nuova Ecologia hanno già un accordo col Comune che prevede che a fine lavori, 27 mila metri quadrati saranno restituiti al Comune.
E quando i cittadini hanno chiesto il conferimento di materiali più pregiati e meno rischiosi?
La risposta è stata che oltre a trovare qualcuno che li paghi, allora sarebbero i camion a trasportarli in discarica, attraversando il paese per 15 anni.
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