Val di Non – Sole – Paganella
Grande successo per la presentazione del libro “Luciano Debiasi. Il camoscio del Peller” di Walter Corradini

Alla fine hanno dovuto spalancare le porte della Sala Borghesi Bertolla causa il continuo afflusso di gente che si ammassava per entrare, giovedì 2 maggio, alla presentazione del libro “Luciano Debiasi. Il camoscio del Peller”, scritto da Walter Corradini in collaborazione con Giuseppe Mendini e con la prefazione redatta da Maurizio Fondriest.
All’inizio la serata era prevista a Palazzo Assessorile, in quanto inserita come evento collaterale nel contesto della mostra ‘La montagna di Eugenio Dalla Fior. Dialogo con l’arte di Mauro Larcher e Gianluigi Rocca’, ma viste le previsioni sulla numerosa partecipazione, si è deciso di spostarla in Biblioteca, anche se, come dice l’Avv. Massimiliano Debiasi in apertura, “La location ideale sarebbe stata la conca del Monte Peller sotto il Rifugio, contornati dalle note del Coro Monte Peller; purtroppo visti i repentini cambiamenti climatici di questa primavera, non si poteva rischiare”.
A far accomodare e zittire il pubblico ci pensa il Coro Monte Peller con il primo stacco musicale, seguito da altri intermezzi durante la serata, con tipiche canzoni montanare adatte perfettamente al contesto.
Istrionico anfitrione, Massimiliano Debiasi ha presentato subito il primo ospite intervenuto, il campione noneso di ciclismo Gianni Moscon. Questo è stato solo il primo degli innumerevoli campioni sportivi di ieri e di oggi che si sono susseguiti nel corso di una spumeggiante serata, condita dai divertenti interventi di M. Debiasi e intervallata da numerosi video e foto storici.
La serata in pratica è stata un’anteprima del libro: la vita di Luciano Debiasi. Persona modesta, umile, schiva, timida, solitaria: questo può sembrare a primo impatto.
Tutt’altro: gli interpellati, amici, colleghi, atleti, compagni di avventure, hanno snocciolato via via decine di aneddoti su Luciano, svelandone una personalità ed una verve insospettata: simpatico, gentile, allegro, persino burlone, generoso, sempre pronto a prestare aiuto a chi ne ha bisogno, amico di tutti e da tutti conosciuto, qui si è rivelato il vero Debiasi, l’autentico “Cyot o Ciot” (il suo mitico soprannome) l’uomo che tutti stimano e ammirano non solo per i suoi traguardi sportivi.
Una kermesse di atleti di tantissime discipline sportive dei quali la Val di Non è stata sempre foriera: alcuni nomi tra i tanti presenti: Carlo Claus, alpinista e scalatore, i ciclisti Lino Pedergnana, Federico Galeaz, Francesco Rensi, Renzo Corradini (zio di Walter), il corridore e allenatore Pierino Endrizzi, lo scialpinista diversamente abile Gianfranco Corradini, lo scialpinista Massimiliano Gasperetti, il corridore solandro Remo Dallatorre, il campione del mondo di corsa in montagna Costantino Bertolla, il recordman Andrea Daprai, il maratoneta Giuliano Battocletti, e poi gli sportivi Francesco Fondriest, Livio Lorenzoni, Diego Zanoni, Andrea Piechele, Alberto Cologna, Adriano Pinamonti, Paolo Martini, Gianni Nebl ed infine Mauro Larcher, l’artista che espone alla mostra di Dalla Fior a Palazzo Assessorile, che è stato anche Maestro di sci, oltre che grande amante della montagna.
Questi sono solo alcuni dei numerosissimi personaggi accorsi per celebrare il grande Luciano Debiasi, classe ’42, e in formissima per la sua età, atleta inossidabile e tenace della corsa in montagna, detentore incontrastato di record e primati.
La prima grande sorpresa per Luciano Debiasi è stato l’arrivo dell’amico Franco Nones, ex fondista e balzato agli onori delle cronache per aver conquistato la medaglia d’oro nella 30 Km. ai Giochi Olimpici Invernali di Grenoble nel 1968, diventato così primo olimpionico italiano dello sci di fondo. Originario della Val di Fiemme, divenne grande amico di L. Debiasi col quale l’estate si allenava ed anche gareggiava nella corsa in montagna, insieme anche al compianto Livio Fiammozzi, suo grandissimo amico. “Eravamo come due fratelli, correvamo sempre insieme. E’ stato lui ad avviarmi all’attività sportiva” commenta Luciano.
Il Sindaco di Cles Arch. Ruggero Mucchi interrompe per un attimo l’atmosfera festosa rivolgendo parole di cordoglio nei confronti di un giovane recentemente scomparso, Lorenzo Leonardi di Mechel, a cui dedica la serata. “E’ interessante presentare il libro su Debiasi, un personaggio che ha fatto epoca, volume che riporta alcuni decenni di vita del paese, per lasciare memoria di questi fatti e darne valore. Cles ama i suoi personaggi, ed i libri contano, e libri come questo conteranno sempre di più in futuro”.
Il microfono passa all’autore, emozionatissimo, Walter Corradini: “L’idea è nata per caso, dopo una giornata passata insieme a Luciano. Eravamo a Madonna di Campiglio, ma l’escursione prevista è saltata causa maltempo, ed abbiamo iniziato a chiacchierare prima di ciclismo, poi della corsa in montagna, e Luciano ha cominciato a parlare dei suoi allenamenti, delle sue corse, e ho pensato: queste cose bisogna raccontarle! Ho chiesto a Luciano di mettermi per iscritto gli episodi più salienti; lui mi passava dei manoscritti che io riportavo sul pc. Poi mi sono reso conto che la storia diventava sempre più corposa; perciò ho chiesto aiuto per una rilettura del testo per primo a mia moglie Emanuela Turri, e poi alle amiche scrittrici Lorenza Poletti e Francesca Lazzaro. Per l’impaginazione mi sono rivolto all’amico Andrea Conta e a mio nipote Giordano Zanon, dato che lo fa per lavoro, e lui mi diceva – Zio, non puoi fare certe cose, per fare un libro bisogna seguire determinate regole – ma siccome io le regole non le ho mai seguite, ho fatto di testa mia, ed alla fine ecco il libro, è semplice, ma è una storia vera“.
Il protagonista Debiasi narra alcuni episodi della sua avventurosa carriera: “La prima gara che ho fatto era vicino a Bressanone, sono stato tradito dal nome: marcia in montagna. Io pensavo fosse tutt’altra cosa, così mi sono presentato con gli scarponi… Non vi dico… sono arrivato 25 minuti dopo il primo; tutti gli altri che si divertivano lì sulla Plose, mentre io ero sfinito… Così la settimana seguente sono andato fino a Trento a comprarmi il primo paio di scarpe da ginnastica, perchè a Cles non c’erano! Tempo dopo, era il 1965, con Fiammozzi siamo andati a Brentonico a correre una gara a cronometro a coppie, così tanto per partecipare e… abbiamo vinto! Eravamo increduli! Da allora in poi ci siamo sempre allenati a correre per vincere, ed ho vinto più di 100 gare”.
Massimiliano Debiasi fa notare ai presenti che i trofei, coppe, medaglie ecc. Luciano li conserva in una piccola stanza ai Piani del Bersaglio dove abita, e invita chi passa da quelle parti a farsele mostrare da Luciano, sempre disponibile, che però aggiunge: “Certo, va bene, ma guarda che sono 20 anni che non li lucido!”
M. Debiasi prosegue spiegando come la pensa Luciano in fatto di cibo: “Un giorno mi disse che mangiava molto salmone, quando gli chiesi come mai rispose: – Quel pesce è come un camoscio, dopo essere andato fino al mare, risale i torrenti per tornare fino in cima, per cui deve essere per forza l’alimento migliore per chi fa corsa in montagna!” E Walter aggiunge: “Una volta non stava tanto bene, ed il medico gli disse che era carenza di vitamina C. Lui cosa ha fatto? Si è messo a mangiare 10 limoni al giorno con la buccia e tutto! Alla fine si è bruciato l’intestino!”
Viene proiettato un video storico sul record conquistato da Debiasi della corsa Cles – Verdè, con l’aiuto dell’amico corridore Remo Dallatorre, percorso nel tempo di 44.37, il quale commenta: “Ero felice di fare da lepre a Luciano; io ho corso fino ai Piani, poi ho dovuto rallentare, e Luciano ha proseguito ottenendo il risultato. Per forza, immaginatevi una lepre che tira un camoscio!”
Il campione del mondo di ciclismo Maurizio Fondriest, autore della prefazione, rivela che faceva ciclismo fin da piccolo, ed era strano per gli altri vedere dei ragazzi che si allenavano sul serio, quando lo sport a quei tempi era inteso come giocare per strada. “Era difficile fare sport, ma se era difficile per noi, posso solo immaginare cosa era per Luciano. Ricordo che una volta facevamo allenamento qui sul Monte Cles, io e l’amico Ivan Rensi, ed io possedevo già una bici leggera, le prime che uscivano in alluminio, quando si è presentato anche Luciano, con una bici di quelle vecchie, di ferro, pesantissima, e ho detto ad Ivan: – Porca miseria, adesso dobbiamo tirarci dietro anche questo qui! – Alla fine siamo arrivati sul Peller mezz’ora dopo di lui, che smacco! Ricordo poi che lui, quando c’era la neve, amava fare uno scherzo a chi saliva fino al Peller: quando arrivava quasi in cima, si girava e tornava indietro calpestando le sue stesse orme, così chi passava dopo di lui rimaneva perplesso chiedendosi: – Ma dov’è sparito?”

Giuseppe Mendini, Walter Corradini e Franco Nones
Giuseppe Mendini, co-autore del libro, ed ex guardia forestale, ha conosciuto Debiasi nel 1971 iniziando a lavorare insieme: “Era dura, si lavorava 10 ore al giorno, si andava nel bosco e si tornava a piedi; io avevo costantemente una fame tremenda, lui era sempre a dieta, non capisco come faceva, e quando avevamo terminato la giornata, Luciano ancora si allenava, e in più la domenica gareggiava!”
Walter Corradini fa una precisazione inerente il libro: “Per quanto riguarda il costo del libro, il ricavato sarà devoluto a Frà Sebastian ed alla sua parrocchia in India, che gli saranno consegnate tramite Padre Giampaolo Zuliani, parroco a Bolzano”.
La serata ha riscosso un enorme successo e la gente si è ammassata per avere il libro firmato personalmente da Luciano Debiasi.
Il volume si può trovare presso la Cartoleria Visintainer di Cles.

Maurizio Fondriest, Massimiliano Debiasi, Costantino Bertolla e Luciano Debiasi
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