Arte e Cultura
Trentino: l’organizzazione politica fra Impero Romano e anno Mille

Il Trentino entrò nell’orbita romana nel 225 a.C. I Galli Insubri e i Galli Boi, che stanziavano nella regione, si spinsero con le loro scorribande fino a Roma. La risposta romana fu feroce, e assoggettò tali popolazioni al loro dominio.
La regione aveva un’organizzazione politico-amministrativa autonoma. Fra il 49 e il 42 a.C. si decise di concedere loro la cittadinanza romana.
Questo provvedimento giuridico portò una larga serie di vantaggi per i cittadini: l’accesso alle cariche pubbliche, la possibilità di partecipare alle assemblee cittadine romane, sgravi fiscali e la possibilità di essere giudicati da un tribunale romano.
I Romani però non concedevano nulla per nulla. Le comunità rurali e montane erano obbligate ad essere trasformate secondo il modello di città romana (foro, anfiteatro, terme, acquedotto).
Nacque così la città di Tridentum, sviluppata secondo l’urbanistica romana e con tutte le infrastrutture tipiche di un importante centro romano.
Nel 15 a.C. Druso e Tiberio sconfissero le ultime popolazioni rimaste. I Reti e i Vendelici, che resistevano isolati nel territorio bolzanino, vennero definitivamente annientati.
Tutto il Trentino-Alto Adige divenne parte dell’Impero Romano. La situazione divenne particolarmente florida durante il periodo dell’imperatore Claudio.
Il miglioramento della Via Claudia Augusta (46 d.C) pose il Trentino-Alto Adige in una situazione di primo piano fra l’Adriatico e la parte nord dell’Impero.
La situazione fu stabile per quasi due secoli, quando il periodo di precarietà politica venne aggravato dalle invasioni degli Alemanni.
Le incursioni durarono fino allo sgretolamento dell’Impero Romano, e il territorio fu soggetto a scorribande di ogni sorte.
Nel periodo fra il III e il VI secolo il Trentino è stato protagonista di sole invasioni. Ostrogoti, Goti, Vandali, Franchi facevano a gara a chi depredava di più.
Dopo questa complicata e sofferente situazione, l’arrivo dei Longobardi nel VI secolo diede il colpo finale.
La convivenza fu molto difficile. I Longobardi erano strutturati secondo un modello tribale: l’insediamento abitativo era il villaggio e tutti i maschi adulti avevano l’obbligo di portare le armi. I Trentini che non erano proprietari terrieri diventarono schiavi ed erano obbligati a coltivare la terra.
Nonostante la cultura retrograda dei Longobardi rispetto all’Impero Romano, il Trentino rimase il territorio di maggiore importanza strategica.
Era collocato fra il nascente Regno Barbarico a sud e il potente regno dei Franchi merovingi a nord. La situazione migliorò nel 643 con l’Editto di Rotari, che introdusse in Trentino il sistema curtense.
Si passò quindi da un’organizzazione tribale simil primitiva con la popolazione trentina schiavizzata, ad un sistema di corti tipiche dell’età medievale.
L’arrivo di Carlo Magno nella Penisola Italica cacciò nel 774 i Longobardi. Cambiò anche la struttura politica: al posto dei duchi vennero installati i conti.
Il Trentino perse importanza, e il centro politico e culturale del regno divenne Verona. Emblematica fu la legge emanata da Re Lotario nel 825 secondo cui tutti gli studenti trentini per studiare dovevano recarsi a Verona, unica sede di tutti gli studi.
La caduta dell’Impero Carolingio nel 888 portò nuovamente scompiglio nella regione. Il potere passò di mano in mano fra una miriade di governatori (Berengario I, Ugo di Provenza, Manasse) fino a quando nel 952 il Trentino e Verona divennero parte della Baviera. Nel frattempo l’instabilità politica fu il terreno fertile per la nascita di un grande potere politico: la chiesa.
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