Benessere e Salute
Partorire in casa o in ospedale: i pro e i contro

Il 2018 è stato l’anno che ha registrato il minor tasso di natalità in assoluto dall’Unità di Italia ad oggi: 449 mila neonati, 9 mila in meno rispetto al 2017.
Ma quando si entra nel mondo della natalità si mette in discussione tutto.
La scorsa settimana abbiamo parlato di allattamento naturale o artificiale e adesso è la volta del parto casalingo o ospedaliero.
Partorire in casa è un diritto delle mamme o una scelta alternativa in stile radical chic?
Da una parte le mamme che vorrebbero avere libera scelta, dall’altra i ginecologi che per motivi di sicurezza per madri e neonati, puntano al parto ospedaliero.
In mezzo le ostetriche che reclamano criteri certi perché il parto possa essere affidato in autonomia non solo in aree dedicate.
Oggi le scelte a disposizione della futura mamma sono teoricamente quattro: il parto in casa propria assistita da due ostetriche; le case maternità per il “parto dolce” che sono una decina in Italia; il parto ospedaliero e quello in una delle tre grandi strutture nazionali – a Genova, Torino e Firenze – autogestite dalle ostetriche.
Vediamo quali sono i punti di discussione.
Il parto sarebbe più sicuro in ospedale in considerazione di quel 40% di complicazioni inaspettate che richiedono l’intervento urgente di un medico.
Quella del parto in casa è una scelta molto costosa in quanto il servizio sanitario non lo ha inserito nelle priorità, in considerazione del basso numero di richieste.
Costa 2500 euro con rimborsi che variano da regione e regione. Ma in una clinica privata costa anche di più.
A cambiare è però la filosofia dello stesso parto: quello casalingo diventa un evento sociale e non sanitario con le mamme che possono vivere un’esperienza più intima.
Infine in discussione anche il ruolo dello Stato che dovrebbe garantire o meno la libera scelta della mamma o solo il diritto di partorire in qualsiasi struttura ospedaliera in assoluta sicurezza?
Nelle nazioni del Nord Europa la pratica tra le mure domestiche è molto diffusa: in Olanda, se una gravidanza è fisiologica, cioè non ha complicazioni, il ginecologo non entra quasi mai in gioco.
Se visita a spese pubbliche una donna con una gestazione regolare rischia un richiamo: l’attesa di un bimbo non è una malattia. Ci pensano le ostetriche. Ma intanto fra molte mamme è rivolta.
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