Trento
Sfratto Bruno, Moranduzzo (Lega): «L’immobile sia liberato e sia ripristinata la legalità»

Il giorno 8 giugno è previsto lo sfratto esecutivo del Centro Sociale Bruno che deve abbandonare l’immobile in lung’Adige san Nicolò a Piedicastello.
L’immobile dato in comodato d’uso gratuito da Patrimonio Trentino s.p.a. una partecipata della provincia Autonoma di Trento dovrà essere probabilmente abbattuto per lasciare posto alla nuova valorizzazione dell’area.
«Considero molto grave il rifiuto – netto e preventivo – degli occupanti del Centro Sociale Bruno che, riunitisi in lung’Adige San Nicolò, a Piedicastello, nelle scorse ore hanno annunciato di non voler in alcun modo rispettare lo sfratto, previsto per l’8 giugno dopo che Patrimonio Trentino lo aveva notificato ancora lo scorso agosto, lasciando dunque tutto il tempo per trovare un’alternativa» – esordisce il consigliere provinciale della Lega David Moranduzzo
«L’atteggiamento, – aggiunge Moranduzzo – che mi sento di definire arrogante e preoccupante, con cui gli occupanti del Centro Sociale minacciano di non voler liberare l’edificio fino ad oggi impiegato in comodato gratuito, è tipico di chi non ha alcun rispetto per le Istituzioni».
Dopo le dichiarazioni del centro sociale Bruno ci si deve preparare ad uno sgombero forzato. I ragazzi del Bruno infatti probabilmente, come nel recente passato, occuperanno la struttura con la forza attendendo la reazione delle forze dell’ordine che per forza dovranno sgomberare l’area.
La storia del Centro sociale ha inizio 12 anni fa con la prima occupazione di un edificio (che ora non c’è più) nell’area Ex Zuffo, poi seguirono una breve occupazione all’ex studentato Mayer di Corso Buonarroti e infine l’ex Dogana (vicino alla stazione della ferrovia Trento Malé), poi abbattuto per fare spazio a dei parcheggi.
Sono stati molti gli episodi di vandalismo compiuti dai ragazzi del Bruno in questi anni.
Danni che hanno riguardato negozi, autovetture parcheggiate prese di mira durante le manifestazioni di protesta, e non ultime le scritte lasciate sui muri di Trento e poi ripulite dal comune.
Un vero bollettino di guerra e danni per centinaia di migliaia di euro che finiscono sul groppone dei contribuenti trentini e che ha portato la misura ad essere davvero colma.
«Con riferimento in particolare a quest’ultimo aspetto, – conclude Moranduzzo – mi auguro che l’8 di giugno non solo lo sfratto venga reso pienamente esecutivo ma vi sia, per l’appunto, quel ripristino della legalità verso la quale, negli anni scorsi, il centrosinistra ha mostrato attenzione a corrente alternata. Una situazione inaccettabile che, dopo le elezioni di ottobre 2018, è stata fortunatamente lasciata alle spalle, e così deve continuare ad essere, senz’alcuna concessione a chi dimostra di non voler rispettare le regole più elementari della convivenza pacifica e civile.»
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