Trento
57 licenziamenti presso la Glas Vetro Alpin e la Pulisprint: «L’idea è create 2 coop per rilevare le attività decotte»

Un nutrito gruppo di lavoratori è stato accolto ieri dal presidente del Consiglio provinciale e ha potuto incontrare dieci consiglieri al termine dei lavori in aula.
Si tratta di 57 lavoratori e rispettive famiglie che da un giorno all’altro si sono ritrovati senza nessun sostentamento economico.
In particolare, i 31 lavoratori e lavoratrici licenziati dalla ditta nuova pulisprint, che lo scorso 21 febbraio 2019 è stata dichiarata fallita dal tribunale di Rovereto, sono senza alcun sostentamento economico dal mese di novembre 2018.
Per i 26 lavoratori della Glas vetro Alpin la situazione non si presenta migliore.
Oggi, giovedì 11 aprile, nell’incontro che si svolgerà presso il servizio lavoro per la conclusione delle procedure di licenziamento collettivo, verranno tutti espulsi dalla fabbrica e dal lavoro e si ritroveranno disoccupati senza un reddito.
Nella manifestazione di ieri iniziata sotto il palazzo della regione in piazza Dante è’ stata denunciata la situazione dei rispettivi licenziati alla Pulisprint di Nago e alla Glas Vetro Alpin di Trento sud.
Il presidente del Consiglio ha assicurato ascolto e sostegno, pur nella consapevolezza che le soluzioni devono nascere dalle dinamiche di mercato.
Fulvio Flammini del Sindacato di base multicategoriale ha spiegato che Pulisprint lavorava bene ma è fallita, gli stipendi non vengono pagati da novembre.
Glas Vetro è altresì una crisi senza possibile sbocco.
La proposta allora è “creativa”: fondare due cooperative di produzione e lavoro, per rilevare le attività decotte, che hanno ancora buone prospettive e mercato.
Occorre aprire un tavolo di lavoro e prevedere corsi di formazione ad hoc per i lavoratori, molto mirati sulle necessità di questo progetto.
Il presidente ha raccolto questo input, promettendo di girarlo opportunamente al governo provinciale, che ha la competenza per supportarlo.
Da Futura 2018 è venuto un elogio per questa reazione proattiva alla crisi, che va incoraggiata.
Dalla Lega la richiesta di alcuni dettagli concreti sulla situazione di capannoni e attrezzature e contratti aperti delle aziende in questione.
Un grazie per la tenacia dal Movimento 5 Stelle, a fronte di crisi aziendali dai contorni inspiegabili, viste le ottime condizioni in cui le ditte potevano lavorare.
L’ipotesi di operazioni con intento speculativo non è peregrina. Un’altra preoccupazione: che il trasferimento dei macchinari possa rendere molto problematico far ripartire le attività produttive.
L’auspicio: che si attivino corsi ad personam, differenziati a seconda delle mansioni da assumere nelle ipotizzate cooperative.
Un consigliere del Pd ha invece chiesto se è stato attivato un rapporto con la Giunta provinciale.
Flammini ha risposto che il sindacato non guarda al colore dei governi e ha spiegato tutti i passaggi di una delicata triangolazione Provincia-azienda-sindacato tuttora in corso.
Agire per il Trentino ha tratto la conclusione politica che occorre evitare in futuro il meccanismo perverso dei finanziamenti Pat ad aziende che poi chiudono e licenziano.
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