Valsugana e Primiero
Droga dai Balcani alla Valsugana: condanne per 75 anni di carcere, 8 anni a Garollo

Si è conclusa con 75 anni di carcere l’operazione Zaghi, che aveva smantellato un’intera organizzazione dedita all’importazione della droga dai Balcani in Valsugana. Le importazioni di droga riguarderebbero 12 chili di coca e 8 di marijuana.
Le indagini, dirette dal Vice Questore Salvatore Ascione, capo della Squadra Mobile di Trento, erano iniziate da alcuni ritrovamenti di stupefacente avvenuto nel mese di novembre del 2016, sulle rive del lago di Canzolino a Pergine Valsugana.
L’operazione, iniziata nel novembre 2016, aveva avuto il suo epilogo alle prime luci dell’alba di giovedì 22 febbraio, portando alla luce un vasto traffico di sostanze stupefacenti gestito da un’organizzazione criminale transnazionale che operava oltre che nel nostro paese anche in Bosnia, Slovenia e Croazia.
Il bilancio dell’indagine era stato di 29 persone coinvolte di cui 22 persone arrestate, (6 dei quali avvenuti da novembre 2015 a dicembre 2017), 11 custodie cautelari in carcere; 5 custodie cautelari degli arresti domiciliari e 7 latitanti all’estero.
Piuttosto noto il nome di Antonio Garollo, commerciante in Valsugana che è stato condannato a 8 anni di carcere in primo grado.
Garollo ha rivestito un ruolo importante perchè era la «banca» del sodalizio criminale.
Era lui che avrebbe permesso al gruppo la disponibilità economica necessaria (100 mila euro) per portare avanti l’attività. Gli altri ruoli all’interno dell’organizzazione riguardavano la disponibilità a usare la propria auto e lo stoccaggio della merce.
Nella banda facevano parte anche 11 trentini alcuni dei quali assolti.
Completamente assolti Cristian Ferrari, Mustapha Jelbaoui, Alessandro Dorigoni, Franco Paoli, Drazen Grabovac e Andrea Ravanelli
L’operazione ha visto uno spiegamento di forze notevole, gli investigatori per disvelare l’intera organizzazione infatti hanno intercettato 138 utenze telefoniche (italiane e straniere); analizzato oltre un milione di contatti telefonici intercettando 120 mila conversazioni
Il giudice Giovanni Dies ha condannato Eldin Kametovic a 7 anni, Meris Halilcevic a 4 anni e sei mesi, Zahid Serifovic a 12 anni, Anis Serifovic a 13 anni e 4 mesi, Antonio Garollo a 8 anni, Matteo Galeazzo Piccolotto a 3 anni e 4 mesi, Bruno Oss Emer a 3 anni, Elisa Moser a 3 anni e Simone Puecher a 6 anni.
Dragan Hilak è stato condannato a 4 anni, Boris Torbica è stato condannato a a 3 anni, , Andrea Major condannato a 3 anni e 4 mesi, Mattia Broseghini condannato a 6 anni.
A tenere i contatti al di là della frontiera sarebbero stati Zahid e Anis Serifovic, nati in Bosnia Erzogovina ma residenti da tempo a Pergine.
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