Trento
No alla videosorveglianza nelle RSA, sì a dotazioni infermieristiche sicure

Telecamere, occhi elettronici dentro gli asili e le RSA per «prevenire maltrattamenti e violenze».
Questa l’idea lanciata dal consigliere provinciale di Forza Italia Giorgio Leonardi attraverso una mozione presentata all’attenzione della giunta provinciale sta facendo discutere.
Per il consigliere di Forza Italia si tratta di una proposta a tutela delle categorie deboli che «non punta a trasformare le attività in un reality show, né a criminalizzare gli operatori che svolgono un lavoro prezioso per tante famiglie»
L’idea nasce dopo i numerosi episodi successi in Italia ma anche per quanto successo all’interno di una struttura ubicata nel Trentino meridionale anni addietro.
Leonardi si riferisce ad un suo esposto e ad alcune interrogazioni presentate quando era consigliere provinciale del Pdl dove erano stati chiesti lumi all’allora Giunta Dellai su una casa che ospitava dei disabili che erano stati protagonisti di pesanti situazioni, ma anche ad un episodio che ha riguardato una ragazza in ipotermia che 5 anni fa fu ustionata con delle bottiglie d’acqua bollente dentro la struttura.
L’obiettivo è quindi quello di prevenire maltrattamenti e violenze e di garantire una maggiore qualità e sicurezza dell’assistenza e della cura degli utenti.
Nella premessa della mozione Leonardi sottolinea come «troppo spesso la cronaca riporta episodi di maltrattamenti fisici e psicologici sui minori in ambiente scolastico e su anziani e disabili all’interno delle residenze assistenziali».
Il documento del consigliere di Forza Italia impegna la giunta, in caso di episodi di questo genere, a sostenere dei percorsi di assistenza e di supporto alle vittime di maltrattamento e alle loro famiglie.
Sulla proposta del consigliere provinciale Leonardi è intervenuto il Presidente Daniel Pedrotti del Consiglio Direttivo dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Trento (OPI).
Pedrotti ritiene che non sia attraverso l’uso delle telecamere che i pazienti vengono tutelati ed assistiti al meglio.
«L’installazione della videosorveglianza serve davvero a garantire una maggiore sicurezza agli anziani e come deterrente ai maltrattamenti? O va semplicemente a ledere il rapporto di fiducia che ci deve essere tra i pazienti ricoverati e chi se ne prende cura?» – Questo si chiede
«Condividiamo che il problema dei maltrattamenti sia significativo, – spiegano – anche se fosse isolato ad un unico episodio, ma riteniamo che la videosorveglianza negli ambienti di cura e di vita degli ospiti, in particolare quelli più intimi quali le stanze e i bagni, sia una modalità tecnologica che viola i diritti fondamentali quali la dignità, la libertà, l’autonomia e la riservatezza della persona e dei famigliari e dei professionisti e operatori».
E ancora: Come già evidenziato in documenti di posizionamento di questo Ordine, oltre ad interventi formativi e organizzativo-gestionali, riteniamo che una strategia di cui dovrebbe farsi promotrice la politica è garantire dotazioni organiche sicure con particolare riferimento alle RSA e Strutture Sanitarie Private convenzionate con il SSP al fine di migliorare la sorveglianza e la qualità delle cure dei pazienti. A livello italiano e provinciale emerge che il rapporto infermiere/paziente-ospite è significativamente sottodimensionato rispetto alle evidenze della letteratura internazionale e i dati più preoccupanti sono relativi ai contesti di RSA con possibili conseguenze in termini di sicurezza degli ospiti, dignità e valorizzazione della professione infermieristica. La letteratura internazionale è ormai concorde dell’associazione positiva fra “dose” infermieristica e esiti assistenziali. E’ evidente che un rapporto infermiere/paziente allineato con gli standard internazionali oltre a migliorare gli esiti assistenziali quali ad esempio la disabilità – autonomia, lesioni da decubito, infezioni, cadute, sicurezza e mortalità, offre maggiori opportunità di vigilanza infermieristica ai pazienti».
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