Politica
Claudio Cia: «Ugo Rossi in astinenza da potere non detti le regole da seguire»

Scintille ieri nella prima riunione della prima seduta della Prima commissione del Consiglio provinciale. (qui l’articolo)
Lo scontro fra il governatore Maurizio Fugatti e Ugo Rossi ha assunto toni feroci sopratutto quando la tematica ha riguardato le politiche sociali e la sostituzione dei vertici del dipartimento in questione.
Durante la seduta si è assistito ad un lungo confronto fra i rappresentanti di maggioranza ed opposizione, sulle nuove impostazioni dei vertici della struttura provinciale stabilite dalla nuova Giunta.
Sull’argomento oggi è tornato Claudio Cia, consigliere di Agire, che nel merito ieri aveva difeso a spada tratta le scelte del governatore.
«Scelte queste ovviamente opinabili, – dichiara lo stesso Cia – ma le critiche di Rossi risultano inaccettabili nel merito».
Ugo Rossi ha affermato che “i dirigenti si devono scegliere per la loro professionalità e non in base alla loro sensibilità politica” «e qui vien da dire, – sottolinea Cia – da che pulpito vien la predica! Evidentemente chi ha il sospetto ha il difetto: lui forse ha già dimenticato come ha saputo magistralmente posizionare le proprie pedine nei vari posti strategici quando era al governo della Provincia e non ha mai chiesto all’opposizione se e come doveva gestire i vari vertici delle strutture. Sotto la sua presidenza sono stati innumerevoli le nomine e i bandi che hanno sollevato dubbi sulle reali competenze, sembrando invece funzionali a premiare l’appartenenza politica».
Rossi inoltre preannuncia interrogazioni nelle quali chiederà quali siano i pareri dei dirigenti nei riguardi delle politiche della giunta: «ma quando mai si chiedono “pareri” ai dirigenti sulla politica della Giunta? In ogni caso, prego, si accomodi, mi auguro che le sue interrogazioni abbiano più fortuna delle centinaia rimaste senza risposta durante la sua presidenza» – ricorda il consigliere provinciale di Agire
«Vorrei ricordare a Rossi ed ai suoi alleati che gli elettori ad ottobre hanno ampiamente dimostrato di voler cambiare non solo gli uomini che erano al governo, – aggiunge Cia – ma anche il pensiero politico e questo significa che gli obiettivi da raggiungere, perlomeno per il prossimo quinquennio, sono diversi da quelli degli ultimi vent’anni.
La gente trentina ha legittimato l’attuale governo di centrodestra popolare autonomista a fare le proprie scelte e solamente a questa fra cinque anni ne darà conto. Se questi sono gli effetti dei sintomi dell’astinenza da potere se ne faccia una ragione… tra un po’ ci si abituerà»!
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