Val di Non – Sole – Paganella
Presentata a Cles la mostra «Intrecci di seta»

Mercoledì 10 ottobre è stata presentata in conferenza stampa la mostra ‘Intrecci di seta – La manifattura Viesi di Cles’, che aprirà i battenti sabato 13 ottobre e rimarrà aperta fino al 24 febbraio 2019.
Introduce il Sindaco di Cles Arch. Ruggero Mucchi: ‘”Intrecci di seta è una mostra che abbiamo realizzato su suggerimento dell’Assessore Avv. Vito Apuzzo come realtà culturale in collaborazione con il Museo Diocesano di Trento che ha messo così in rete Palazzo Assessorile sul loro sito, e che in questi ultimi 10 anni ha ospitato eventi ed esposizioni che hanno fatto molto parlare. Insieme al Museo Diocesano abbiamo voluto riprendere un tema bello ma nostalgico, guardando con ammirazione alla storia della famiglia Viesi, cercando di realizzare una mostra che attiri la gente in Val di Non, proprio in concomitanza con Pomaria, ma anche per i residenti che si chiedono come mai ci fu questo cambiamento, dalla seta alle mele, per ricordare questa realtà. La manifattura: sanno che esisteva, e cosa facesse, cosa fosse? Nei mesi scorsi è stato presentato anche il libro “Tessuti di seta per la chiesa. La manifattura Viesi a Cles‘ curato da Domenica Digilio” . (Qui l’articolo)
Continua l’Assessore Avv. Vito Apuzzo: ‘”Grazie al Sindaco Mucchi che ha allacciato i rapporti con il Museo Diocesano per questa mostra che parte da molto lontano, come cultura in senso ampio. La mostra non vuole essere solo una mera esibizione di pezzi da collezione, ma memoria storica che fin dal 1942 parte con l’allevamento del baco da seta intercalato con la coltivazione della mela, due attività che convivevano. La mostra vuole insegnare ai giovani i costumi, gli usi dell’epoca, e con Pomaria assume ancor più significato, come informazione per i turisti, per mostrare come era la Val di Non senza lago di Santa Giustina e per i residenti come me che non hanno mai visto come fosse una volta. Venerdì 12 ci sarà l’inaugurazione alle ore 18,00; in particolare si esibirà la Corale Celestino Eccher con un brano dedicato, e molte altre sorprese.”

Foto di Laura Paternoster
Spiega ora la Dott.ssa Domenica Primerano, Direttrice del Museo Diocesano Tridentino: ” Nel 2014, dopo che i Viesi ebbero dismesso l’attività, gli eredi donarono tutti i materiali e i manufatti al Museo. Abbiamo creato un archivio e dopo aver svolto un’accurata ricerca, tutto è stato schedato e catalogato, quindi messo online a disposizione del pubblico. Inoltre esistono due pubblicazioni, una per il pubblico ed una per gli specialisti del settore. Questo studio è il primo effettuato in Italia ed apre una pista di ricerca su questa manifattura; è stato curato da Domenica di Giglio e Donata Devoti”.
La D.ssa Primerano prosegue evidenziando l’azzeccata decisione di portare questa mostra a Cles, come restituzione di una parte della propria storia, con un patrimonio conservato in modo efficace e di elevato valore artistico e storico. Sottolinea il grande lavoro svolto da Micol Cossali, che ha raccolto in un video le testimonianze di persone che lavorarono nella filanda. Precisa che la mostra è stata allestita solo in alcuni spazi di Palazzo Assessorile, per non interferire con gli arredi e gli affreschi presenti.
Ricorda anche la saga familiare dei Viesi, di come a partire da fine ‘800 siano riusciti di padre in figlio a modificare la produzione del baco da seta, con tessuti dedicati sia al mondo laico ed in seguito quasi esclusivamente a quello ecclesiastico, espandendo le vendite per ciò che allora era tutto l’impero austroungarico, superando due guerre mondiali, fino ad arrivare ai giorni nostri, per cessare definitivamente l’attività nel 1987.
“E’ stato ricostruito anche il laboratorio , dove le scolaresche potranno esercitarsi prima nel disegno per poi trasferirlo su tessuto, e poi nel ricamo; anticamente erano solo gli uomini a ricamare, tecnica in seguito passa e svolta dalle donne. Si effettueranno visite guidate e molte altre iniziative interessanti“.
Interviene il Conservatore del Museo Diocesano Tridentino Dott. Domizio Cattoi, raccontando la storia della manifattura a partire dal fondatore Domenico Viesi: “Nel 1870, a soli 18 anni, decise di comprare una caldaia ed avviare una moderna manifattura, producendo tessuti di così buona qualità arrivando persino, nel 1875, a ricevere una medaglia d’argento in quel di Treviso per i suoi filati. La filanda arrivò a contare fino a 90 dipendenti, principalmente donne, divenendo un pilastro dell’economia locale.
Nel 1895 subentrò il figlio Girolamo introducendo telai meccanici, iniziando un intenso lavoro per la chiesa, con i suoi tessuti monocolore decorati sia meccanicamente che ricamati a mano, ovviamente con costi differenti. Prima della grande guerra la fabbrica arrivò ad impiegare ben 150 persone. Inviò rappresentanti e viaggiatori e riuscì a commercializzare le sue stoffe in tutta Europa.
Girolamo scomparve giovane a metà degli anni ’20, e fu la moglie Elisa a proseguire l’attività insieme al figlio Lorenzo. Nel secondo dopoguerra c’era ancora parecchia richiesta di tessuti, ma non in maniera così consistente come nel passato.
Lorenzo iniziò conservare per sè paramenti sacri ed antichi, arrivando a possedere una vera e propria collezione. Dopo la chiusura (1987), la collezione venne acquisita negli anni ’90 dalla Provincia Autonoma di Trento; alcuni pezzi vennero depositati a Castel del Buonconsiglio, e gli altri vennero dati al Museo Diocesano“.
Conclude il Sindaco Ruggero Mucchi: “Quest’anno Pomaria si svolgerà a Cles, centro della valle fin dal Medioevo, e non a caso è stata presa la decisione di espandere l’esposizione fino al rione storico di Spinazeda, uno dei più antichi di Cles, dove in via Lampi c’è ‘Casa Viesi’. Sarà possibile visitare il porticato, il ‘brolio’, e il prato. Palazzo Assessorile e Casa Viesi saranno collegati tramite un percorso. Vogliamo fare questa esperienza perchè Spinazeda un tempo era il rione più vivo del paese, ricco di attività commerciali; anche adesso è da considerarsi centro nevralgico del paese, vicino alle scuole, alla casa di riposo, all’ospedale, alle piazze principali. Dobbiamo dare uno stimolo per valorizzare questa zona, magari attraverso ristrutturazioni, con chiusura al traffico, con qualsiasi mezzo a nostra disposizione. Questo appuntamento crea l’opportunità per rivalutare Spinazeda“.
Nelle sale di Palazzo Assessorile saranno esposti manufatti, fotografie, campionari di stoffe, tessuti, bozzetti, cartamodelli, vesti liturgiche, passamanerie, fiocchi, nappe, frange, pizzi, antichi parati e paramenti, documenti, e molto altro.
“Intrecci di seta” è stata organizzata dal Museo Diocesano Tridentino in collaborazione con il Comune di Cles e l’Archivio Diocesano Trentino, e coordinata da Laura Paternoster dell’Ufficio Attività Culturali del Comune di Cles, a cura di Domizio Cattoi, Domenica Digiglio e Domenica Primerano, video di Micol Cossali.
La mostra, ad ingresso gratuito, avrà i seguenti orari:
– da martedì a domenica: 10,00/12,00 – 15,00/18,00
– lunedì chiuso tranne 24 e 31 dicembre
– chiusa il 25 dicembre 2018 e il 1° gennaio 2019
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