Val di Non – Sole – Paganella
Chiusura farmacia di Rabbi, Claudio Cia (AGIRE): «Un campanello di allarme per la nostra autonomia»

Voci riferiscono che molto presto potrebbe chiudere la farmacia in S. Bernardo di Rabbi.
A dirlo è il consigliere provinciale di Agire per il Trentino Claudio Cia dopo aver ricevuto varie segnalazioni sul territorio.
Per il segretario del movimento Agire «anche questo è un campanello d’allarme per la nostra autonomia, un altro tassello dell’inesorabile agonia dei piccoli centri di montagna».
La notizia è arrivata tra la popolazione come un fulmine a ciel sereno.
La dott.ssa Dalla Valentina, che aveva aperto la Farmacia a Rabbi 15 anni fa, tornerà infatti in Veneto: una situazione che con l’anno nuovo lascerebbe Rabbi senza farmacia.
Il concorso provinciale sembra al momento bloccato, ed è quindi probabile che un ipotetico nuovo titolare, se qualche farmacista in graduatoria dovesse accettare, la riapra chissà quando.
Se non si troverà un modo per mantenerla aperta anche nel periodo di sede vacante, i 1500 abitanti della Valle di Rabbi, in parte anziani, rimarranno senza questo prezioso servizio e dovranno nuovamente recarsi alla farmacia di Malè che dista 24 km. Mezzi pubblici? Due corse al mattino e due alla sera con lunghi tempi di attesa a Malè per il rientro.
Sembra che sia la titolare, sia il sindaco, si siano attivati presso l’Assessorato provinciale alla Salute, ma che non rimanga alternativa alla chiusura.
Diverse sembrerebbero invece le scelte nella Provincia autonoma di Bolzano, dove in situazioni analoghe il servizio non è stato interrotto, consentendo al titolare di conservare pro tempore la titolarità della precedente farmacia, dandola in gestione ad un collaboratore direttore.
«L’Autonomia della quale in tanti in questi giorni si riempiono la bocca non può ridursi ad una fantasia filosofica, – interviene sulla questione Claudio Cia – ma deve essere uno strumento concreto per dare risposte ai problemi della propria gente: siamo un territorio di montagna, anche se spesso pare che a Trento ci si dimentichi di questo e perciò dobbiamo fare una politica che tenga conto di questa condizione. L’auspicio è che la politica provinciale del dopo 21 ottobre possa ritarare le proprie priorità, garantendo attenzione a chi tiene vivi i nostri paesi e presidia le zone più difficili, per tornare a fare una politica per il territorio, una politica veramente autonomista. La perdita di una farmacia è la perdita di un servizio, ma anche di un punto di incontro sociale, dove si ritrovano gli abitanti, gli anziani, i turisti. Se noi non garantiamo le condizioni perché gli abitanti possano stare nel loro territorio, prima o poi si sposteranno tutti in città, che certamente non potrà dare risposte a tutti».
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