Rovereto e Vallagarina
Annamaria Marcozzi Keller riceve la Targa d’argento “Una testimonianza per la storia”

Annamaria Marcozzi Keller, lo scorso sabato, è stata insignita della Targa d’Argento in occasione dell’assegnazione del premio “Trentino dell’Anno” al dr. Massimo Tononi.
La dedica della targa è: “Una testimonianza per la storia”.
La Signora ha infatti dedicato una gran parte della sua vita a ricostruire e a ricordare la triste storia dei reduci istriani. Per molto tempo è stata Presidente del Comitato provinciale dell’Associazione Venezia Giulia e Dalmazia.
Annamaria Marcozzi Kelller nasce a Pola il 14 giugno del 1934, esule a Rovereto dal febbraio 1947.
Della sua infanzia ne parla nel libro “Volti di un esodo”, una raccolta di varie memorie curata dalla Fondazione Museo Storico in Trento che vuole dare dignità alla vicenda umana dei testimoni coinvolti.
Il volume costituisce il primo resoconto sull’arrivo di numerose famiglie dell’Istria e della Dalmazia nelle province di Trento e Bolzano all’indomani della Seconda Guerra Mondiale.
Per la signora Keller non è facile raccontare la sua storia, e non lo sarebbe per nessuno considerando la difficile situazione che ha dovuto affrontare quando era solo una bambina. Aveva poco più di 11 anni quando arrivò a Rovereto, e a quel tempo aveva già assistito a diverse atrocità.
«Ricordo che era il 18 agosto del 1946– racconta– e con i miei fratelli mi dirigevo verso Valcane. Ad un certo punto sentimmo un boato e ci mettemmo al sicuro grazie all’aiuto di una signora. Accorse mio padre, che cercò di portarci a casa nonostante un caos tremendo. In lontananza c’erano colonne di fumo e solo dopo capimmo che a Vergarolla, sulla spiaggia che in quel momento ospitava molte persone a causa di una manifestazione velica, erano esplose diverse mine (cento sono stati i morti, 30 di questi non identificati). Ci imbarcammo poco dopo sulla motonave per l’Italia».
La Città della Quercia fu una meta scelta dai genitori di Annamaria, una delle tre proposte da vagliare in quanto sedi della Manifattura Tabacchi (che avrebbe offerto possibilità di lavoro). Fortunatamente, a Rovereto abitava una parente stretta della famiglia Keller e questo facilitò un po’ le cose.
Per un periodo Annamaria, con i genitori e i fratelli, alloggiò nelle caserme. Le condizioni non erano buone e l’indifferenza ostile fu una delle cose che ferirono maggiormente le famiglie.
Anche la scuola, che doveva presentarsi come un luogo sicuro e “neutrale” dove l’unico assente doveva essere il pregiudizio, non ha accolto Annamaria Marcozzi Keller nel migliore dei modi. Quest’ultima fatica ancora a raccontare le sofferenze vissute in quegli anni così delicati.
L’Associazione Venezia Giulia e Dalmazia ha sempre tentato di commemorare i morti per infoibamenti ed altre atrocità, lo spirito del gruppo è proprio quello di rompere i silenzi.
La speranza è che nessun bambino debba più subire certi traumi, che la storia non continui a ripetersi.
Per perseguire questo scopo, Annamaria ha spasmodicamente tentato di diffondere le sue conoscenze, di spiegare la sua storia, una storia che spesso non è stata ascoltata a causa di motivazioni politiche, omertà, pregiudizio e molto altro.
Ed è anche per questo che si ritiene sorpresa, oltre che lusingata, per la targa ricevuta. «Vuol dire che la vicenda, in qualche modo, è ancora ricordata. Ero così stupita quando mi hanno chiamata, significa molto» afferma.
Annamaria Marcozzi Keller, che poi si è sposata e ha costruito una famiglia nella città di Rovereto, che con il tempo ha iniziato a sentire come casa sua, accogliente e amica, non ha mai smesso di reagire. La passività non è di certo qualcosa che le appartiene, la determinazione, invece, lo è di certo.
Oggi, ritiratasi dalla presidenza dell’Associazione, è Consigliera nazionale onoraria. Si ritiene tranquilla in merito al suo passato e conserva con orgoglio la sua targa.
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