Val di Non – Sole – Paganella
A Rumo torna “La Smalgiada”

Domani, sabato 15 settembre, e domenica 16 settembre torna a Rumo la “Smalgiada”, tradizionale festa in occasione del ritorno a valle delle mucche dall’alpeggio con prodotti tipici, musica, animazione e giochi per i bambini.
La Smalgiada è la manifestazione di maggior rilievo turistico e promozionale del paese di Rumo.
Domani si apriranno le danze nel tendone bavarese, allestito nell’area verde di Mocenigo: cena tipica a partire dalle 19 e a seguire musica e ballo tirolese.
Domenica alle 9 ci sarà il ritrovo a Malga Val per il raduno del bestiame e la partenza verso Mocenigo dove, sempre nel tendone bavarese, alle 12.30 verrà servito il pranzo tipico del contadino.
Nel pomeriggio la festa proseguirà a Mocenigo con la dimostrazione della “ciasarada”, la lavorazione del latte per ottenere il formaggio, con la degustazione del prodotto caseario dell’edizione precedente de “La Smalgiada” e la visita alle bancarelle di hobbisti locali.
Durante tutta la domenica, per la gioia dei più piccoli, saranno presenti nell’area verde vari animali da fattoria. I festeggiamenti proseguiranno fino a sera con musica tirolese.
L’evento è realizzato dalla Pro Loco di Rumo, in collaborazione con le altre associazioni di volontariato, il Consorzio Produttori Agricoli e la società Malga Val.
Per informazioni: Consorzio Pro loco Rumo tel. 0463-530310.
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Bonifica e riordino fondiario a Tuenno, Facinelli: «Progetto sostenuto non per ragioni economiche, ma per ridurre l’impatto ambientale»

“Il progetto di bonifica e riordino del Consorzio di Miglioramento Fondiario di Tuenno che coinvolge superfici private e comunali, a frutteto e a bosco è stato sostenuto dall’Amministrazione Comunale non per ragioni economiche, ma perché si ritiene positiva la creazione di un’area a biologico e per proporre delle iniziative che vadano nella direzione di ridurre l’impatto ambientale nelle zone vicino alle abitazioni e alle scuole”. (altro…)
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Tutti gli appuntamenti del Carnevale in Val di Non

La Val di Non si sta per vestire in maschera. Saranno davvero molti gli eventi che animeranno la valle delle mele durante il Carnevale 2019, ormai alle porte. (altro…)
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Rinviati a giudizio il presidente e il casaro del caseificio sociale di Coredo

Dopo le indagini sul Caseificio Sociale di Coredo di cui ci siamo in passato diffusamente occupati, ci è giunta notizia che il p.m. Maria Colpani ha rinviato a giudizio, con provvedimento n. 3336/17-21 del 22 novembre 2018, il presidente del caseificio Lorenzo Biasi e il casaro Gianluca Fornasari per una serie di reati.
Gli imputati, difesi dall’avv. Gaetano Forte del foro di Ferrara dovranno comparire davanti al Tribunale di Trento, giudice monocratico, il 12 aprile p.v.
Il provvedimento del p.m. Maria Colpani è stata notificato anche alla parte lesa, cioè al papà (che esercita come genitore la patria potestà) del bambino colpito da Escherichia coli per aver mangiato il formaggio prodotto e commercializzato dal caseificio con conseguenze gravissime per la sua salute.
Secondo l’atto giudiziario i prodotti caseari commercializzati dal caseificio sociale di Coredo contenevano “cariche microbiche superiori ai limiti di legge” (STEC Escherichia coli) e gli imputati inoltre omettevano l’osservanza di altre disposizioni e doveri.
Si chiude quindi un triste capitolo dove finalmente la verità squarcia il muro dell’omertà.
Sono state molte le interrogazioni presentate dalla minoranza, nella scorsa legislatura, che la giunta di centrosinistra autonomista guidata da Ugo Rossi ha insabbiato, evitando di rispondere totalmente o parzialmente agli interrogativi in esse contenuti. (qui articolo)
Non rispondere o rispondere solo parzialmente alle interrogazioni è inoltre lesivo delle prerogative dei consiglieri provinciali che rappresentano la comunità che sempre più rivendica per etica e per rispetto della legge la più ampia e diffusa trasparenza dell’agire amministrativo.
Ad esempio, almeno due sono le interrogazioni (n. 5489/XV e n. 6057/XV) presentate dal consigliere Filippo Degasperi per sapere chi sia il caseificio che ha venduto il formaggio di latte crudo che ha provocato gravissimi ed irreversibili danni ad una bambino della Valle di Non, quando sono state avviate indagini dalla procura, dai Nas e dall’APSS per accertare le responsabilità.
Ma mai la giunta Rossi ha fatto il nome del caseificio imputato.
Del caso, ci eravamo occupati diffusamente e con noi altri media. Tuttavia solo Trentino Libero e il nostro giornale hanno fatto il nome del caseificio di Coredo che non ha smentito.
Ora di due imputati dovranno difendersi in tribunale.
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