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ESCLUSIVA – Yeman Crippa: “La gente si è commossa per il mio bronzo. Alle Olimpiadi mi vedo ancora meglio”

Bronzo nei 10 mila metri e a un soffio dal bis nei 5 mila agli Europei di atletica di Berlino. Yeman Crippa è la punta di diamante del mezzofondo italiano, un orgoglio trentino.
A 21 anni, il futuro sembra suo visto che ha già dimostrato di valere i migliori tempi e ha partecipato già a due campionati continentali. Tra gli under 23 ha già tutti i record italiani ma sembra un adulto per mentalità.
Yeman è venuto a trovarci nella nuova redazione della Voce del Trentino, in via Milano a Trento, dove ci ha concesso una bella chiacchierata da ragazzo semplice e umile quale è.
D. Hai dimostrato grande maturità tattica nelle gare e hai solo 21 anni.
R. Molti mi hanno detto questa cosa, mi sono comportato benissimo. Al momento giusto sono salito davanti. I 10 mila sono molto lunghi e la prima metà di gara bisogna stare coperti. Non si può subito spendere tanto per stare davanti. Dal quinto chilometro inizia la selezione, chi non vale quel tempo resta indietro.
Non avevi paura di restare staccato dal gruppo dei migliori stando troppo indietro?
No, mi basta stare attaccato ai primi cinque. Sono soltanto 20 metri fra il primo e l’ultimo. Devi guardare sempre chi sta guidando la gara, se accelera bisogna andare.
Nei 10 mila però si era creato un buco tra te e il terzo che poi hai superato allo sprint.
All’ultima curva ho detto non posso prendere la medaglia di legno e ho tirato fuori tutta la benzina che mi era rimasta. Forse nel rettilineo opposto, senza quel buco, potevo restare attaccato e sperare in qualcosa di più. Il tempo della medaglia d’oro era assolutamente alla mia portata. I tempi però non contano ai campionati.
Invece nei 5000 com’è andata?
Bisogna cercare di portarsi avanti ai 3000 metri. Sono sempre stato avanti. Purtroppo nel rettilineo opposto al traguardo ho preso il cordolo 2 volte, forse per stanchezza, stavo rincorrendo i primi 5. Magari quell’attimo perso mi è costato il terzo posto. Sicuramente il 10 mila mi ha stancato, ma va bene così, ho fatto esperienza.
Alla partenza avresti firmato per una medaglia?
Si, sapevo che era dura e che ero una mina vagante. Sono contento del bilancio.
L’atletica italiana invece resta in crisi ed è andato via anche Stefano Baldini, tuo punto di riferimento in nazionale.
A Berlino sembrava tutto a posto. Siamo rimasti spiazzati tutti. Al ritorno in Italia sicuramente sarà successo qualcosa, forse il presidente Malagò che non era contento del medagliere.
Tu sei in rampa di lancio in una disciplina molto in crisi dello sport italiano.
Quest’anno agli Europei eravamo in tanti giovani, ci sono io, c’è Tortu e altri ragazzi che possono fare bene. Degli 89 atleti la metà erano giovani.
Com’è stata l’accoglienza al ritorno?
In realtà ho festeggiato già troppo a Berlino coi miei amici che sono venuti su. Anche a Trento mi hanno preparato una bella festa a sorpresa. Poi bisogna subito resettare e ripartire.
Ora ti riconoscono per strada?
Si, mi fanno i complimenti, si sono messi quasi a piangere vedendo la gara.
Ora resterai ad allenarti a Trento?
Certo, tutto uguale, poi stacco 10 giorni e riprenderò a settembre. A ottobre andrò in altura a preparare gli europei di cross in Olanda. L’anno prossimo ci sono i mondiali di ottobre a Doha e gli europei indoor.
Se chiudi gli occhi e pensi a Tokyo 2020 come ti vedi?
Quasi come questo europeo, magari qualcosa di meglio. E’ difficile parlare adesso, devo prima vedere come andranno i mondiali dove ci saranno gli stessi delle Olimpiadi.
Altri sport. Hai giocato a calcio, sei un tifoso di qualche squadra?
Si, sono tifoso dell’Inter ma ultimamente sempre meno perché mi appassiono dell’atletica. Ho sperato per questo calciomercato, purtroppo la prima partita non è andata bene. Non ho simpatia per la Juve, diciamo così.
Segui altri sport?
Si, non seguo molto ma guardo Trentino Volley e Aquila Basket, le squadre della città. Qualche volta vado con gli amici al palazzetto.
Vita privata?
Non sono fidanzato, felicemente. In questo periodo mi sono divertito, senza regole. Sono felice della vita che sto facendo.
Il tuo allenatore resterà sempre Pegoretti?
Si, lui è la mia arma vincente. Ci siamo trovati fortunatamente. Mi ha gestito bene. Senza di lui non sarei qui. In Italia ho conosciuti tantissimi allenatori che sono riusciti a distruggere dei talenti. Lui mi ha fatto fare tutti i passaggi con calma.
Quando hai capito che saresti diventato uno di alto livello?
L’idea ce l’avevo già 4 anni fa. Bisogna crescere bene. E’ inutile da junior fare allenamenti senior. Non è così scontato. Fanno i record da ragazzi e poi da senior non migliorano.
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