Valsugana e Primiero
Pergine, 4 disabili ostaggio dentro le case ITEA

La tragica situazione è stata denunciata da Gabriella Maffioletti, presidente di Ataies, attraverso una lettera inviata al presidente dell’ITEA Ghirardini.
Il 4 luglio 2018 ITEA commissiona ad una ditta specializzata nel settore i lavori di sostituzione dell’ascensore, rendendo nota la cosa ai diretti interessati, solo mediante un cartello posizionato all’interno del vano scala una settimana prima che i lavori abbiano inizio.
La struttura costruita negli anni ’70 è piuttosto usurata e quindi da tempo si sono si sono resi obbligatori dei lavori.
Il problema si pone nella sua tragicità quando si viene a sapere che nello stabile di Via Spolverine a Pergine Valsugana, alloggiano quattro invalidi: due di loro sono cardiopatici (rispettivamente uno al terzo e una al quarto piano), gli altri con patologie invalidanti nella motorietà e che pertanto abbisognano di un ausilio nello scendere e nel salire i gradini.
ITEA in questo caso non si è interessata chi fossero gli inquilini e quali esigenze avessero.
Ma dopo aver visto il cartello dell’inizio lavori i disabili si sono rivolti subito al responsabile del servizio patrimonio per conoscere bene i tempi di realizzazione della operazione e soprattutto per manifestare apertamente il loro disappunto e la loro criticita’ verso un comportamento amministrativo e di gestione del tutto insufficiente e carente a livello informativo e partecipativo.
Da tenere conto che la normativa in questi casi prevede un preciso iter amministrativo in grado di mettere i cittadini nelle condizioni di potersi organizzare con soluzioni alternative.
Dopo aver cercato di far fronte al problema con alcune soluzioni «fantasiose» ITEA decide di installare un motoscala a cingolo.
Il motoscala a cingolo (nella foto) è usufruibile solo in presenza di un addetto al mestiere.
Anche perché tempo stimato per arrivare fino al 4^ piano è quantificato in circa una quarantina di minuti.
Nel fine settimana, dove gli operai della ditta sono fermi, agli inquilini sarebbe stata data indicazione esplicita di chiamare un addetto responsabile interno ma solo per casi estremi ed urgenti! Peccato che eventualmente l’addetto possa essere chiamato con due giorni di anticipo ma solo su urgenza!
Il marchingegno usato è dotato di potenti batterie ed ha una autonomia sufficiente ad affrontare diversi piani.
L’accompagnatore può azionarlo però esclusivamente su rampe rettilinee e scale con gradini e pianerottoli rettangolari o quadrati. Inoltre la pendenza massima consentita è di 35 gradi.
Gli inquilini – grazie alle fotografie – denunciano che l’ausilio, con questi limiti, e vincolato per l’uso alla presenza di un addetto, diventa quasi di proibitivo accesso.
Dopo il nuovo inasprimento dei rapporti con i condomini ITEA aveva promesso soluzioni alternative. Ma per il momento è tutto fermo.
Gli inquilini che soffrono di patologie invalidanti sono costretti a rimanere per il momento in casa il fine settimana, dato l’iter imposto per l’uso del cingolato, senza alcuna possibilità di uscire di casa.
I lavori per la sostituzione dell’ascensore sono stati quantificati in circa 30 giorni, ma potrebbero anche diventare di più.
«Purtroppo questi cittadini per ITEA sono di serie Z – commenta Maffioletti – e hanno il solo dovere di pagare i rispettivi canoni di locazione e le relative spese condominiali, (rendicontamentate sempre con assoluta opacita’ di rendicontazione) i cui importi per i cittadini solvibili sono di poco distanti da quelli del mercato immobiliare privato ed in caso inverso sono messi alla porta (l’alta percentuale di sfratti esecutivi effettuate in quest’ultimo anno ne sono la dimostrazione). Questo caso di mancato rispetto dei bisogni nei confronti di una utenza di invalidi, dimostra quanto ormai la società partecipata pubblica dalla PAT a guida di un governo di centrosinistra sia lentamente andata incontro ad un declino strutturale e fisiologico nefasto, che di sociale mantiene un fievole aspetto e nei fatti dimostra quanto l’aver trasformato in società per azioni l’intero Istituto comporti calpestare gli “ultimi” ossia quei cittadini che dalla Legge dovrebbero essere tenuti al primo posto ed essere tutelati nelle loro già limitate possibilità sia economiche che fisiche. Ritengo anche a priori che il diritto al rispetto alla persona passi in prima fase attraverso una informazione adeguata e la partecipazione, passaggio in questo caso saltato dato che non vi è stato un apposito momento di interlocuzione tra le parti».
E ancora: «Ad ottobre abbiamo un modo di fermare questo declino e questa scarsa lungimiranza di gestione del bene pubblico con un occhio particolare verso i nostri cittadini che sono sempre piu’ inascoltati e lasciati soli proprio da quell’ambiente della sinistra che dovrebbe avere nel proprio core business gli aiuti agli ultimi che sono diventati i nostri cittadini trentini/italiani sopraffatti dalla cecita’ politica della sinistra che governa il Trentino a nel dare assistenza ed aiuti quasi in maniera esclusiva agli immigrati o agli stranieri»!
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