Val di Non – Sole – Paganella
Inaugurata a Cles la mostra di Adolf Vallazza “Una storia scritta nel legno”

Venerdì 6 luglio, a Palazzo Assessorile di Cles, è stata presentata in preview la mostra “Una storia scritta nel legno” dello scultore gardenese Adolf Vallazza, seguita poi dall’inaugurazione ufficiale.
Ad accogliere gli invitati alla presentazione il Sindaco di Cles Ruggero Mucchi: “Siamo a questa preview per ammirare in anteprima queste opere accompagnati dal curatore Gabriele Lorenzoni e dallo stesso autore Adolf Vallazza, che ha voluto essere presente per l’occasione, ma non è detto che magari ritorni a farci visita fra un paio di mesi. Quando sono stato nel suo laboratorio a Ortisei per organizzare la mostra, le sue opere sono state una vera sorpresa, emozionanti ed interessanti. Oggi l’artista è qui insieme alla figlia Sabine con il marito Ulrich Kostner ed il nipote Thomas Kostner, che lo hanno accompagnato. Ma ora lascio la parola al critico Lorenzoni che ci illustrerà la mostra nei dettagli”.
Così introduce Gabriele Lorenzoni: “Mi è subito piaciuta l’idea di organizzare questa mostra. Prima della preview abbiamo fatto una passeggiata con l’artista per osservarla e l’abbiamo trovata interessante e straordinaria. Per esempio i Troni sono degli oggetti, o sculture, ma sono anche delle sedute, sono quotidianità, hanno una funzione. Sono trattati molti temi, ma la mostra è libera in un rapporto fra edificio e i lavori. Come vedete abbiamo spogliato il palazzo di tutti gli oggetti non necessari per lasciare spazio ad un interiezione ben riuscita. E’ un dialogo su molti livelli, si parte dall’ultimo piano, dove la presenza del legno è massiccia, intreccia una storia: le assi del pavimento prima ricoprivano le pareti delle stanze usate allora come carcere, e nello stesso tempo però ne hanno preservato per oltre 200 anni gli affreschi sottostanti. Fu deciso molto saggiamente di riutilizzare quel legname per ricostruire la pavimentazione, così da tenere ‘dentro’ la storia.
Vallazza nella fine degli anni ’50, inizio ’60, possedeva un laboratorio artigianale con sette dipendenti dove si costruivano oggetti di uso comune, suppellettili, arte sacra, e questo era il suo lavoro, intagliare il legno per venderlo. Già da allora lui dava una seconda chance ai materiali, assemblando e riplasmando legni provenienti da vecchi masi, baite, soffitte, stube, pavimenti, tutto ciò che gli altri buttavano lui recuperava. La storia allora accomunava le genti trentine, dolomitiche, ladine, la vita era complessa e difficile alla fine della 2a guerra mondiale, e lui per necessità doveva occuparsi della sua attività artigianale per mantenere la famiglia. Poi all’inizio degli anni ’70 ebbe un’illuminazione: amava sempre di più scolpire e intagliare artisticamente che per lavoro, così decise di portare avanti solo la sua passione. Anche adesso, a 94 anni, con coraggio fa il suo lavoro, vuole rompere gli schemi ed ha accettato la sfida di questa mostra, portando circa 100 opere, 48 sculture e una cinquantina di disegni, facenti parte dell’Archivio Vallazza. curato dalla figlia Sabine ed Ulrich Kostner. Ha voluto mettersi alla prova per continuare a ridefinirsi come artista. Non ha voluto disporre le opere per tematica, o per cronologia, no, qui ha creato un accostamento emozionale, non è una mostra antologica o da catalogo, assolutamente no.
Qui al 3° piano potete vedere 10 Totem, alcuni tra i lavori più importanti, altri più piccoli creando un rapporto dentro/fuori nel paesaggio del Palazzo, di luce/controluce. Poi ci sono i Troni, astratti, figurativi, con un’evoluzione parallela ma differente. Nella ‘Stanza di Anna’ c’è un’opera figurativa che rappresenta la famiglia, con gli affreschi che fanno da sfondo, mentre nella stanze adiacenti ci sono un uomo e una donna, ed alcuni uccelli; emblematiche le sculture posizionate nelle vecchie prigioni.
Passiamo al 2° piano dove si sviluppa il contesto di dentro/fuori con una scultura installata sul balcone verso la piazza, ed altri Troni, che creano punti di vista molteplici, cambiando con la percezione della luce. Qui le sculture abitano il Palazzo, ci osservano come se se ne fregassero dei visitatori, occupano lo spazio, bisogna guardarle da diversi punti di vista, girargli intorno. Vediamo poi delle sculture bidimensionali, una doppia faccia su una medesima realtà. C’è un’opera inedita, che lui ama moltissimo, scolpita nel 2003; una bifora gotechiggiante; una figura a colonna, un monolite.
Scendiamo al 1° piano e qui troviamo esposti simultaneamente sculture e disegni. Vallazza vanta una vastissima produzione grafica, meno nota delle sculture, ma che lui ha disegnato anche come riferimento progettuale per i lavori di scultura. Qui si notano cose volutamente sbagliate, con una preminenza in altezza, ma la struttura è sbagliata appositamente per creare un gioco di ombre. Ci sono alcune creazioni con chiari riferimenti a strumenti musicali; si nota poi un Totem con la testa d’uccello, illuminato da dietro: questo perchè così sul pavimento si proietta un’ombra che lo fa somigliare ad un aquila; da qui si evince che nulla è stato lasciato al caso, tutto è stato calcolato e studiato.
Ora ci troviamo al pianoterra in Sala Colonna dove si trovano Totem e Troni. Ricordo che l’allestimento è stato curato dallo Studio Campomarzio e con l’aiuto di Alice Salavolti, e che non sono state poste scritte accanto alle opere, solo a pochissime, perchè, come avrete notato, ad ogni piano si può guardare un video dove l’artista introduce piano per piano la tematica dell’esposizione. Questi video sono stati girati e realizzati dal regista Michele Bellio con Massimo Faes che si sono recati ad Ortisei per filmare l’artista all’opera., e si sono avvalsi della perfetta narrazione spontanea di Vallazza. Inoltre le gigantografie di alcuni particolari delle sculture sono state tratte da fotografie scattate da Gianni Berengo Gardin, grande amico di Vallazza fino dagli anni ’70. Dovete sapere che questa mostra non ha catalogo, perchè il fotografo contemporaneo Francesco Mattuzzi ha deciso di realizzarlo durante il corso della mostra, così da poter catturare con i suoi scatti i particolari sull’allestimento, i visitatori, il dialogo tra le opere in mostra e il Palazzo, che non si potrebbero inserire e documentare in altro modo”.
Infine Adolf Vallazza rivela: “Quando ho iniziato a propormi come artista, a fare le prime mostre, ero molto timido; per fortuna c’era mia moglie che mi ha aiutato tanto agli inizi, lei organizzava tutto, perchè non aveva paura di niente e di nessuno!”
Si esce all’esterno per l’inaugurazione ufficiale dove ad attendere troviamo l’Assessore Vito Apuzzo per una breve presentazione: “In queste opere vediamo la storia che è scritta nel legno. Adof Vallazza è un magnifico artista. Io ed il Sindaco Mucchi siamo andati a trovarlo mesi fa ed è stata un’esperienza sì culturale, ma soprattutto dell’anima. Abbiamo visitato il laboratorio dove il Maestro stesso ci ha dato spiegazioni, insieme al Curatore Gabriele Lorenzoni. E’ un artista internazionale che ha accolto la proposta del Comune di Cles. Per questa mostra ringrazio la Dott.ssa Laura Paternoster dell’Ufficio Attività Culturali del comune di Cles, che questo lavoro lo svolge con entusiasmo e passione e non conosce orari; ed anche Franco Zadra, sia qualità di imprenditore, ma soprattutto in veste di cittadino di Cles fiero della propria borgata che si presta a sempre collaborare per qualsiasi evento”.
Lo scultore Adolf Vallazza simpaticamente puntualizza: “Sono felice che sia andato tutto bene ed è così bello che siamo andati d’accordo; d’altro canto con un critico d’arte così (Lorenzoni) al mio fianco, non si sbaglia!”.
Il Curatore Gabriele Lorenzoni illustra nuovamente al pubblico tutti gli aspetti della mostra, già spiegati nella preview, sottolineando l’ininterrotto flusso creativo dell’artista, da sempre attivo ma modesto, e la riuscita del dialogo tra mostra e Palazzo che si sono ritrovati sulla stessa lunghezza d’onda, creando un corto circuito tra architettura, affreschi e sculture. Un’occasione non solo per vedere la mostra ma per poter visitare questo storico Palazzo.
Interviene il Sindaco Ruggero Mucchi: “Non è facile inventare sempre mostre nuove ed efficaci, dopo nove anni, e l’anno prossimo faremo il punto della situazione. In questo Palazzo abbiamo allestito mostre incredibili, ‘Gli Irregolari’, ‘Fritz Oswald’, e l’ultima ‘Imago Animi’ con più di 7000 presenze. Ricordo che proprio all’inaugurazione di questa ultima mostra era presente Giuseppe Negri, Presidente del BIM dell’Adige, che ha sempre mantenuto il suo impegno ed è stato grande sostenitore delle iniziative culturali; però lui adesso è ‘andato avanti’ e lo ricordo con grande stima. Ora al suo posto abbiamo il nuovo Presidente Donato Preti e con lui possiamo sempre continuare a contare sull’appoggio del Bim. Questa mostra ci è sembrata una sfida interessante, volevamo un artista diverso, e siamo riusciti ad inventare un evento straordinario. Ricordo che il Palazzo sarà aperto non solo di giorno, ma in occasione delle manifestazioni estive ci saranno anche delle aperture serali“.
Conclude il Vicepresidente del Consiglio Regionale Lorenzo Ossanna: “Questa mostra ha carattere regionale, perchè si tiene a Cles, quindi Val di Non, però l’artista è di Ortisei, in Val Gardena, ma indubbiamente cittadino del mondo. La sua presenza qui fa molto piacere ed è un onore che ci sia all’inaugurazione della mostra accompagnato da Gabriele Lorenzoni, il quale ha saputo descrivere i tratti salienti dell’artista. Le opere di Vallazza sono ricchissime di input e sensazioni. Personalmente apprezzo molto l’uso del legno, materia fondamentale per la nostra economia e per la gente di montagna, elemento artigianale, contadino, architettonico. Il Palazzo Assessorile utilizzato per contenere la mostra è ideale per ciò che vuole comunicare. Grazie all’artista Adolf Vallazza”.
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