Trento
Trento: Dolomiti Pride o carnevale? Le foto della grande festa gay

Una bella festa, tanti colori, travestimenti e maschere conditi da bella musica, balli e divertimento.
Sembrerebbe la descrizione di un qualsiasi carnevale, invece era il Dolomiti Pride di Trento, il raduno e la parata dell’orgoglio gay che ha sfilato per le strade della città.
Ciò significa che la manifestazione è sicuramente un fenomeno simpatico che ha attirato tantissime persone “normali” o soltanto curiosi, anche famiglie, ma più che un evento per reclamare diritti sembra soltanto una bella festa.
Massima simpatia e tolleranza per l’amore omosessuale, ma non servono forse tanti eccessi e mascherate per sfogarsi e divertirsi assieme.
Nulla di speciale, insomma, a nessuno dispiace fare festa, ma non serve reclamare chissà quali diritti che ad oggi sono largamente sdoganati.
Non serve ostentare la propria condizione o la propria ribellione contro qualche ostacolo che non c’è.
Molti comunque i partecipanti, la Questura ha stimato circa 8.000 presenti, ma quasi tutti venuti da fuori, poche infatti le facce trentine conosciute dentro il lungo corteo che è partito da Piazza Dante per terminare al quartiere delle Albere dove la festa continuerà fino a tarda notte con una trentina di gruppi musicali che si esibiranno sul palco.
Il corteo è partito con oltre un ora di ritardo. In testa l’assessora delle pari opportunità della provincia di Trento Sara Ferrari, e l’assessore alla cultura Andrea Robol.
Pochi i politici presenti e non si è visto nessun sindaco della provincia di Trento.
Anzi, – secondo delle testimonianze – alcuni dei pochi politici presenti pare siano stati anche insultati da qualcuno del corteo per la loro presenza, parsa inopportuna, visto che non hanno sostenuto la manifestazione come forse volevano gli organizzatori.
Si sono viste alcune ragazze sfilare con le tette al vento, e dei giovani ubriachi.
Ma alla fine poteva andare anche peggio.
Fra i partecipanti non sono mancati i riferimenti polemici alle ultime esternazioni del ministro della famiglia Lorenzo Fontana. “E’ il momento di resistere, di dire che noi esistiamo”, ha detto il presidente di Arcigay Trentino, Paolo Zanella.
Nel ricordare l’adesione alla manifestazione del meetup di Trento, Zanella ha chiesto al Movimento 5 Stelle di “prendere posizione sui diritti delle persone Lgbt”. “E’ una festa gioiosa che ha saputo coinvolgere la nostra città”, ha detto il sindaco di Trento, Alessandro Andreatta.
“Sono qui per vigilare contro ogni forma di discriminazione perché Trento è una città delle relazioni, del dialogo e del confronto, ed è inclusiva”. “Sono qui a titolo personale, ma non mi sento fuori dal rappresentare il Trentino delle istituzioni che io credo non possa stare dove stanno i diritti, la difesa della libertà e del pluralismo”, ha detto il vicepresidente della Provincia di Trento, Alessandro Olivi.
“Io al posto del presidente Rossi – ha aggiunto – il patrocinio alla manifestazione l’avrei dato. Oggi abbiamo bisogno di essere presenti laddove c’è il rischio che la diversità venga esclusa”.
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