Val di Non – Sole – Paganella
Fornitura alimenti freschi scuola materna Vervò. I dubbi e le preoccupazioni dei genitori

Ci siamo occupati, nei mesi scorsi, di un grave episodio avvenuto all’inizio della scorsa estate (2017), quando un bambino della Valle di Non, ricoverato in ospedale, presentava i sintomi di una infezione intestinale causata da Escherichia coli, lo stesso batterio rintracciato nelle forme di formaggio sequestrate nel Caseificio di Coredo.
L’azienda casearia è sotto indagine dei carabinieri del NAS, nell’abito dell’inchiesta condotta dal pubblico ministero Maria Colpani.
Nel mirino sono finiti il legale rappresentante (Presidente) dell’azienda, 35 anni, trentino e il responsabile del sistema di auto controllo, 45 anni, residente in Trentino.
I due sono indagati per violazione dell’articolo 5 lettera C della legge 283 del ‘62 che disciplina la produzione e la vendita di sostanze alimentari e bevande, in quanto hanno commercializzato prodotti «con cariche microbiotiche superiori ai limiti».
Nel mirino è finito un particolare tipo di formaggio prodotto e venduto dall’azienda/cooperativa “nonesa”.
Siamo stati i primi e gli unici a pubblicare il nome del caseificio “galeotto”, appena ne siamo venuti a conoscenza, per ovvi motivi di trasparenza, di tutela della salute e di garanzia delle aziende casearie che nulla c’entrano con la vicenda.
Nei giorni scorsi il Caseificio di Coredo è tornato alla ribalta.
Un quotidiano “ ha denunciato” che il un…. “Comune” non meglio specificato aveva affidato all’ “indagato” caseificio l’incarico di fornire alla mensa della locale scuola materna (Vervò) generi alimentari – prodotti caseari.
Si tratta della determina n. 19 del 7 maggio 2018 che ha reso possibile l’ “affidamento a trattativa privata” con l’ “indagato” caseificio perché ritenuto idoneo (sic!), qualifica questa necessaria dalla normativa vigente. (La determina del Comune di Predaia cita testualmente:” Rilevato che a sensi dell’art. 21 della L.P. 19.7.1990, n. 23, 2° comma, lettera h) e 4° comma, qualora l’importo contrattuale non ecceda 46.400,00 Euro il contratto può essere concluso mediante trattativa privata con il soggetto o la ditta ritenuti idonei.)
L’affidamento all’ “indagato” Caseificio di Coredo della fornitura di generi alimentari-prodotti caseari ha generato in alcuni genitori preoccupazione e dubbi sull’opportunità di tale scelta.
Più di qualcuno si è chiesto, infatti, se non fosse stato il caso di attendere, per una più che elementare valutazione precauzionale, la conclusione delle indagini prima di affidare un così delicato incarico (quello dell’alimentazione dei bambini), “certificando” invece l’idoneità di un’azienda sotto inchiesta che ha procurato gravissime lesioni al bambino e conseguenze dolorose e inenarrabili ai suoi familiari.
Per questo, la Magistratura sta indagando sulle responsabilità del legale rappresentate (presidente) del Caseificio e del suo responsabile alla sicurezza.
Sappiamo, inoltre, che la Procura di Trento ha chiesto una proroga per le indagini, mentre i Carabinieri del Nas stanno indagando sulle gravissime condizioni sanitarie del bambino, acquisendo le cartelle cliniche degli ospedali in cui il piccolo è stato ed è tutt’ora ricoverato.
I militari dell’Ama, sempre nei giorni scorsi, sono nuovamente tornati al caseificio di Coredo per acquisire altro materiale per le indagini. Inoltre, nei giorni scorsi, il consiglio di amministrazione dell’azienda di Coredo ha riconfermato alla presidenza l’ “indagato” Lorenzo Biasi.
Infine, solo per la statistica, al Caseificio di Coredo arriva anche il latte dell’ex Caseificio di Lover, necessario per mantenere la produzione di 120 q.li giornalieri. Parte del rimanente viene trasformato in altri formaggi destinati alla vendita nel negozio annesso all’azienda e nelle famiglie cooperative della valle.
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