Trento
Crisi Corriere del Trentino, in arrivo tagli pesanti, CdR: «scelta suicida dell’editore»

Il Corriere del Trentino ieri, sabato 19 maggio, e oggi domenica 20 maggio, non sono nelle edicole trentine.
Stessa sorte anche per le edizioni locali di Veneto, Bologna e Firenze.
Dopo 15 anni dall’apertura e distribuzione del quotidiano il direttore Enrico Franco (foto)si è dimesso e tutti i contratti a termine non verranno rinnovati.
La redazione di Bolzano che poteva contare su 8 giornalisti si ridurrà a 3, e questo per ridurre i costi dei «dorsi» del Corriere della Sera, realtà che presidiavano la cronaca locale.
Dal primo giugno la direzione del Corriere dell’Alto Adige e del Corriere del Trentino verrà assunta da Alessandro Russello,
Si parla come sempre di riorganizzazione, che in questo caso però è pesantissima e che abbraccia molte redazioni locali.
Anche il presidente del consiglio provinciale di Trento ha espresso vicinanza ai giornalisti e collaboratori del “Corriere del Trentino” e della gemella testata di Bolzano, coinvolti in un piano di ristrutturazione deciso dall’editore, che prevede forti tagli ai costi aziendali.
«Purtroppo l’intero mondo dell’informazione – e in particolare le testate storiche e anche molte emittenti radiotelevisive – stanno attraversando tempi difficili, – riporta una nota di Dorigatti – con un drastico calo dei fatturati aziendali, una riduzione costante del numero di copie vendute. Si assiste così a un indebolimento complessivo della funzione preziosa che la stampa professionale svolge in una democrazia sana e matura. E che il tam-tam sui social network non potrà mai sostituire.
Anche il Trentino, da sempre ai vertici nazionali negli indici di lettura, non va esente da questo fenomeno e rischia la perdita di professionalità importanti, in un settore che è strategico anche per mantenere la nostra autonomia speciale a un livello alto di consapevolezza dei fenomeni sociali e di conoscenza di quanto accade. Esprimiamo grande preoccupazione nonché piena solidarietà ai lavoratori oggi in difficoltà».
Il COMUNICATO DEI COMITATI DELLE REDAZIONI DELL’ALTO ADIGE E DEL TRENTINO – «Dopo due anni di attese, di strategie abbozzate e piani rinviati, e soprattutto dopo due anni di lavoro al limite – senza straordinari, senza un integrativo, solo affidandosi al senso di responsabilità dei giornalisti – e di precari storici sospesi come palloncini allegorici, Rcs ha finalmente presentato un programma di riorganizzazione del Corriere del Trentino e del Corriere dell’Alto Adige.
Se non fosse così drammatico – per le persone, le famiglie, la professionalità e la qualità del prodotto finale – verrebbe persino da ironizzare.
Due anni per stabilire che l’organico complessivo delle due redazioni scenderà da 17 unità a 9/10 (con la prospettiva di ridurre Bolzano a semplice ufficio di corrispondenza), minando così nelle fondamenta un progetto informativo e culturale divenuto in quasi 15 anni un punto di riferimento per le due comunità.
Quindi, non soltanto i quattro contratti in attesa di sostituzione a tempo indeterminato non verranno coperti, ma a questi si aggiungeranno ulteriori defezioni, mentre le due redazioni avevano insistentemente chiesto la stabilizzazione dei precari storici. Tutto questo senza nemmeno prospettare un piano di rilancio, un progetto di marketing e un rafforzamento della diffusione, accettando lo status quo come unica possibile prospettiva.
Il direttore Enrico Franco ha provato a tamponare questa situazione, ma ogni sua proposta è stata declinata, tanto da spingerlo a rassegnare le dimissioni. Ciò spiega anche il livello di tensione e incomunicabilità accumulati negli ultimi mesi. La riorganizzazione sarà poi oggetto di un confronto con il nuovo direttore, Alessandro Russello, intanto il Cdr del Corriere del Trentino e del Corriere dell’Alto Adige ha il dovere morale di misurarsi con la decisione comunicata oggi dai vertici Rcs.
La nostra risposta è l’immediata sospensione della lavorazione dei due giornali: le redazioni sciopereranno oggi e domani e rimettono nelle mani del Cdr ogni altra iniziativa utile ad arrestare una scelta dolorosa, pretestuosa e difficilmente accettabile. C’è uno scarto tra idea e azione: l’idea è quella di investire sull’informazione locale, di non lasciare a casa alcun giornalista, di soppesare il rilievo dei quotidiani nella vita democratica delle comunità; l’azione prevede tagli, tagli e tagli. In fin dei conti, è la cifra dell’editore moderno.
Il primo pensiero va ai nostri collaboratori storici che in questi anni sono stati al nostro fianco, spendendosi senza riserve e apportando, in termini umani e intellettuali, un contributo decisivo per la riuscita del giornale.
Non potranno raggiungere il loro sogno di essere assunti nelle nostre redazioni, speriamo che almeno altri editori più avveduti abbiano la possibilità di valorizzare questo straordinario patrimonio professionale. All’azienda chiediamo un ripensamento perché è insensato disperdere il capitale umano, di credibilità e di lettori assemblato e consolidato in questi anni dove i giornalisti, lo ribadiamo, si sono fatti interamente carico di tutte le falle aziendali e anche di una certa superficialità nella conoscenza delle dinamiche del territorio.
Contiamo sulla possibilità di riaprire un confronto che ha visto, in questi anni, una sola voce assente: la nostra. Infine, ribadiamo lo stato di agitazione delle due redazioni e la piena fiducia nel Cdr al quale vengono demandate tutte le azioni utili per disinnescare questa scelta suicida».
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