Il punto da Roma
«Riaprire il punto nascita di Arco». La Lega porta la questione in Parlamento

Mentre fremono le trattative per la formazione di un nuovo governo, i deputati trentini della Lega non perdono tempo e indirizzano l’ennesima interrogazione sui punti nascita – tema a loro molto caro – al Ministro della Salute.
Il pressing dei leghisti sul titolare della Salute non allenta. Nella loro interrogazione chiedono “se il Ministro non ritenga di adottare tutte le misure possibili per prevedere una deroga per il ripristino dell’attività del punto nascita di Arco, al fine di tutelare il bene primario della salute dei cittadini”.
Gli Onorevoli Vanessa Cattoi (foto), Maurizio Fugatti, Diego Binelli, Stefania Segnana e Giulia Zanotelli lamentano “l’inerzia della Provincia di Trento nella predisposizione della documentazione necessaria alla richiesta di deroga per i punti nascita di cui è stata chiesta la chiusura, Arco e Tione”.
Il punto nascita di Arco è stato chiuso a seguito dell’applicazione della normativa nazionale, con l’avvallo della Provincia, pur essendo la specificità del territorio assolutamente non compatibile con la normativa che limita i punti nascita.
Dati alla mano risulta che la chiusura del punto nascita di Arco costa 545 mila euro all’anno all’Azienda sanitaria della Provincia autonoma di Trento per le spese dovute all’utilizzo dell’elicottero per “trasporti urgenti di donne gravide provenienti da Arco”.
Più nel dettaglio, il costo di ogni intervento di elisoccorso va da un minimo di 96 euro al minuto per il vecchio elicottero a un massimo di 140 euro a minuto per gli elicotteri di più recente acquisizione, con una durata media per intervento pari a 55 minuti. Di regola vengono utilizzati gli elicotteri nuovi e solo in caso di avaria o manutenzione degli stessi si ricorre all’altro mezzo.
Non sempre l’elicottero fa in tempo ad arrivare.
È solo di pochi giorni fa la notizia di un parto difficoltoso, che si è concluso fortunatamente a lieto fine, in cui è stato necessario attivare l’elisoccorso per poter trasportare l’ostetrica del Santa Chiara di Trento fino alla caserma dei vigili del fuoco volontari di Arco, in quanto non vi era più tempo di portare la partoriente in ospedale.
Diversamente dal Trentino, altre Regioni hanno chiesto deroghe per punti nascita di cui la norma imponeva la chiusura: Emilia Romagna e Campania, ad esempio, hanno chiesto la deroga per tutti i punti nascita, motivando e rappresentando la necessità del mantenimento operativo viste le criticità e particolarità dei luoghi ove erano localizzati.
Una posizione simile a quella dei deputati trentini della Lega, che nella loro interrogazione domandano al Ministro che la deroga al punto nascita di Arco venga concessa “alla luce delle particolarità geografiche del bacino di utenza”.
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