Io la penso così…
Gli Insegnanti tornino a fare gli Insegnanti – di Gian Piero Robbi

Egregio Direttore,
La mia non deve essere presa come una mancanza di rispetto, anzi, quello che segue è il normalissimo pensiero che come me, viene condiviso da parecchi.
Il caso dello studente che bullizza e umilia il professore è ormai noto a tutti. Un fatto gravissimo che però non stupisce. Non stupisce chi ha sempre avuto ben presente cosa è diventata la scuola negli ultimi anni.
E la scuola è la base della società civile.
Io faccio parte di quella generazione che se mancavi di rispetto in classe, ti arrivava un ceffone senza tanti problemi. E a casa prendevi anche il resto dai genitori. I tempi sono cambiati, giusto o sbagliato che sia. Certo è che la rigidità degli insegnanti ai miei tempi era pesante. Forse fin troppo, e magari il lassismo odierno è anche figlio di quegli eccessi di severità, una sorta di reazione.
Giusta dunque l’evoluzione dei metodi educativi, dei sistemi pedagogici. Sacrosanto l’addio alle punizioni corporali. Evidentemente però bisogna trovare altre strade se i risultati sono questi.
Una soluzione sarebbe anche semplice: basterebbe innanzitutto che gli insegnanti tornassero a fare gli insegnanti. E intendo dire proprio che gli insegnanti dovrebbero tornare a concentrarsi sull’insegnamento delle proprie materie di competenza, sulla trasmissione del sapere. Delle tanto bistrattate nozioni.
Ci si è battuti così tanto contro l’educazione scolastica basata sul nozionismo che gli insegnanti si sono quasi dimenticati di insegnare le nozioni e abbiamo visto nascere la figura dell’insegnante amico, dell’insegnante maestro di vita, dell’insegnante politico.
Ecco, se gli insegnanti smettessero per esempio di fare propaganda politica e tornassero a parlare di dati, di fatti, la situazione migliorerebbe. Perché i dati, i fatti, sono severi di per sé.
Il Teorema di Pitagora lo devi sapere, non puoi girarci intorno. È quello e basta, non esistono scappatoie.
Non puoi fare il bullo con le date delle guerre mondiali. Non puoi imporre il tuo ego alle formule chimiche. Non esiste una visione personale o una propria idea delle regole grammaticali: sono quelle e basta, le devi sapere e basta. Memorizzare i dati è un esercizio che necessita rigore e disciplina. E questo è l’intrinseco valore educativo dell’apprendimento. Il fatto nudo, crudo, netto e freddo potrebbe essere un’arma vincente.
Un po’ di freddezza in più da parte degli insegnanti potrebbe rinfrescare i bollenti spiriti di certi studenti.
Gian Piero Robbi – Trento
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