Io la penso così…
Viale Trento. Valduga si sottrae al controllo del Difensore Civico e calpesta lo Statuto comunale – di Alex Marini

Egregio Direttore,
Sono trascorsi più di 150 giorni dall’apertura del fascicolo (687/17) da parte del Difensore Civico per accertare l’entità delle violazioni statutarie commesse dall’amministrazione comunale in merito alla vicenda degli alberi di Viale Trento.
Il sindaco di Rovereto Francesco Valduga risponde finalmente all’istanza dell’associazione Più Democrazia in Trentino e del Comitato Salviamo gli Alberi ma le sue argomentazioni non sono affatto convincenti.
Nella risposta non emergono solo i deficit di democrazia cognitiva e le difficoltà nel comprendere e interpretare il significato delle disposizioni statutarie che contraddistinguono l’operato dell’amministrazione.
Emerge anche una preoccupante incapacità nella gestione degli strumenti informatici di base.
L’amministrazione ha infatti inoltrato la tanto attesa risposta a un indirizzo e-mail sbagliato ed è stato pertanto necessario un nuovo provvidenziale intervento del Difensore Civico per poterla visionare. I ragionamenti sviluppati dal sindaco eludono peraltro i rilievi sostanziali mossi dall’associazione sulla mancata ottemperanza agli obblighi statutari per quanto riguarda il diritto dei cittadini a partecipare agli affari delle collettività locali.
Inoltre, come se ve ne fosse bisogno, le affermazioni rilasciate dal sindaco ai mezzi di informazione corrispondono solo marginalmente alla realtà. A tal riguardo è clamorosa l’intervista rilasciata alla TG RAI del 23 aprile nella quale, tra le altre amenità, dice “un progetto sottoposto a tutta una serie di fasi partecipative”.
Arrivati al selvaggio taglio degli alberi di viale Trento tra lo sbigottimento generale degli umani e il terrore dei merli che beatamente dimoravano sui rami di quel corridoio verde urbano, è indubbio che il sindaco dica una cosa e faccia l’esatto opposto.
Ad esempio, solo per quanto riguarda le affermazioni attinenti alla partecipazione popolare, ha incontrovertibilmente disatteso gli obblighi previsti dall’art.5 dello Statuto,che prevede che ai pareri e alle proposte deliberati dagli organi della circoscrizione e ai documenti approvati dall’assemblea dei cittadini della circoscrizione sia data risposta da parte dell’organo competente con atto amministrativo o con comunicazione scritta, nei tempi e nei modi stabiliti dal regolamento.
Il sindaco, però, non si è limitato a svilire gli organi di decentramento. Ha saputo disinnescare anche il potenziale democratico dello strumento referendario.
Per far ciò ha scientemente ritardato la nomina della commissione dei garanti per la valutazione del quesito presentato il 1° dicembre scorso, approvando, nel mentre, un progetto antitetico alle richieste dell’assemblea circoscrizionale e al quesito referendario stesso.
Infine, non ha tenuto in considerazione le richieste della petizione lanciata su Change.org nel luglio 2017 “Salviamo gli alberi di viale Trento” le cui firme, più di mille tra sottoscrizioni online e su supporto cartaceo, sono state consegnate ufficialmente il 20 dicembre.
Gli alberi sono stati infatti abbattuti con inconsueta e superflua veemenza e la petizione è rimasta senza risposta, nonostante i regolamenti comunali prevedano che l’istruttoria debba essere conclusa entro trenta giorni dalla presentazione e dell’esito debba essere tempestivamente informato il soggetto primo firmatario della petizione.
Il sindaco, nelle sue noiose orazioni pubbliche, ama citare la cultura politica popolare (pare avesse in tasca la tessera del partito popolare) e improbabili posizioni civiche. Tuttavia, vista l’attitudine, farebbe meglio a cambiare riferimenti filosofici e politici. A tale riguardo il sagace pensiero di Bertrand Russel potrebbe fare al caso suo: “Abbiamo due tipi di morale fianco a fianco: una che predichiamo, ma non pratichiamo, e un’altra che pratichiamo, ma di rado predichiamo“.
Alex Marini – Socio di Più Democrazia in Trentino e referente per i ricorsi straordinari al Presidente della Repubblica
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