Val di Non – Sole – Paganella
Rimborsi per la depurazione acque: si mette male per il comune di Peio

Per il comune di Peio si mette male. Sembrano infatti replicarsi le richieste di indennizzo relative ai rimborsi per il servizio di depurazione delle acque.
Ci sono infatti altri proprietari di seconde case che chiedono a gran voce il rimborso, che come da sentenza della cassazione è obbligatorio. Si potrebbe andare quindi verso una «class action», secondo l’articolo 140-bis del Codice del Consumo.
Ma intanto il professor Gianni Porzi, colui che attraverso una lettera al nostro giornale per primo ha denunciato la cattiva gestione dell’assessore del comune di Peio Framba, rilancia ancora una volte, scrivendo e rispondendo colpo su colpo all’amministrazione del comune della Val di Sole.
LA LETTERA DI GIANNI PORZI -Il Sindaco di Peio, con una lettera inviata ad un quotidiano della provincia di Trento, sollecitata dal Direttore, seppure con una certa difficoltà, peraltro comprensibile, sembra essere in linea con certe perplessità sul “modo” in cui è stata veicolata l’informazione ai cittadini (relativa ai famigerati rimborsi) già emerse dalle dichiarazioni rilasciate dall‘assessore Framba nell’intervista del 17 gennaio a firma della giornalista Lorena Stablum.
Senza sollevare inutili polemiche in merito ad alcune insinuazioni più o meno velate da parte del Sindaco, perché non porterebbero da nessuna parte, e tanto meno servirebbero a far chiarezza sulla querelle relativa ai rimborsi, a mio avviso rimane evidente il fatto che non è stata data un’adeguata informazione neppure ai residenti, che infatti hanno “vivacemente” protestato, né, a maggior ragione, ai possessori di seconda casa.
Analoga contestazione permane sulla tempistica: l’ultima delibera della PAT risale al 19.7.2013 e il Comune pubblica nel proprio sito l’informativa relativa ai rimborsi solo 2 mesi prima della scadenza della presentazione della domanda, fissata per il 25.10.2017; per contro, il Comune di Fiavè informa i cittadini il 5.11.2013, cioè 4 anni prima.
Se il Sindaco, come afferma, non si cura del modus operandi di suoi Colleghi, i cittadini hanno comunque la libertà/diritto di valutare la grande differenza nella tempistica dell’informazione e trarne un giudizio politico. Resto convinto che il Comune non abbia fatto quanto necessario affinché la più vasta platea possibile dei residenti, e non, venisse a conoscenza delle delibere della PAT; volendo, si poteva fare molto di più e con un largo anticipo.
Il Sindaco poi, giustamente, ritiene deprecabile il comportamento dell’assessore Pretti, ma nello stesso tempo dice che si tratta dell’iniziativa di un privato cittadino. NO, dissento decisamente poiché nel momento in cui il sig. Pretti informava “alcuni” residenti in merito ad una pratica amministrativa di sua conoscenza, lo faceva in veste di assessore e non di comune cittadino perché è in qualità di assessore che aveva l’accesso a certe pratiche. Quanto accaduto ritengo sia grave sul piano politico, ma anche etico: in democrazia non esistono cittadini di serie A e di serie B.
Sembrerebbe tuttavia che il Sindaco non escluda possibili spazi di manovra i cui esiti positivi potrebbero porre fine alla sgradevole vicenda che ha scontentato molte persone.
In merito poi a certe “osservazioni” a me rivolte, vorrei puntualizzare la differenza esistente tra un politico che, una volta eletto, assume la carica di amministratore, per un tempo determinato, e un dipendente della PA che, assunto per concorso, ricopre il ruolo a tempo indeterminato. L’operato del primo, anche se rispettoso delle Leggi, proprio perché è un politico può essere soggetto a critiche di ordine politico e in certi casi anche etico (come ad esempio l’assessore Pretti); non solo l’onore, ma anche l’onere del ruolo.
Il secondo invece è soggetto, eventualmente, all’intervento della Magistratura qualora dovesse commettere un illecito amministrativo. Chiunque in democrazia ha il diritto di critica nel valutare l’operato di un politico/amministratore. Perfino le sentenze della Magistratura, che vanno rispettate, possono essere criticate qualora non condivise.
Gianni Porzi
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