Spettacolo
«Geppetto e Geppetto»: un’umanissima storia di paternità e amore

Dopo il successo riscosso da «MILITE IGNOTO» di Mario Perrotta prosegue “Altre Tendenze”, la rassegna del Centro Servizi Culturali Santa Chiara dedicata alle espressioni più qualificate e innovative della prosa contemporanea.
Distribuita nel calendario fra Trento e Rovereto, mercoledì 31 gennaio il sipario si aprirà nuovamente nella città della quercia dove, sul palco del Teatro-Auditorium “Fausto Melotti”, Tindaro Granata si cimenterà nel tentativo si smontare ogni morale precostituita con il suo spettacolo «GEPPETTO E GEPPETTO».
Una storia nata dalla fantasia di Tindaro Granata, una delle voci più libere e intense della scena italiana, qui anche regista e interprete insieme ad Alessia Bellotto, Carlo Guasconi, Paolo Li Volsi, Lucia Rea, Roberta Rosignoli e Angelo Di Genio. Uno spettacolo, il suo, scritto dopo aver incontrato, discusso e ragionato, nei bar vicino casa e alla stazione Centrale di Milano, insieme a persone alle quali ha rubato pensieri, dubbi, certezze, paure, stereotipi, dolcezze, comprensioni, rabbia, tolleranza, disinformazione, odio e amore.
Presentando il lavoro, lo stesso Granata scrive: «Questa non è la storia universale di tutti i figli nati da coppie omosessuali. Non è la storia di una bandiera spinta dal vento del “pro” o da quello del “contro”, chi se ne frega! Questa è la storia di un papà che vuole fare il papà e di un figlio che vuole fare il figlio: tra i due, all’apparenza, manca solo una mamma..»
Tony e Luca, due ragazzi che stanno insieme da diversi anni, sono una famiglia felice: un fatto incontestabile e impermeabile a qualsiasi obiezione. Eppure, se per essere una famiglia felice è sufficiente che due persone si amino, per essere una famiglia “davvero” felice c’è bisogno di un ingrediente aggiuntivo: i figli.
Tony è sicuro: vuole diventare padre. Tuttavia ostacolano la sua scelta non solo la madre di Luca e l’amica Franca, ma anche il suo stesso indottrinamento di stampo cattolico, che il ragazzo riuscirà a superare solo dopo essersi convinto di non essere dalla parte del torto.
Nonostante la titubanza di Luca, che avrebbe preferito aspettare, i due volano in Canada e, come il primo papà single della storia di tutte le storie – Geppetto – “costruiscono” il loro piccolo Matteo con la Gestazione per Altri, meglio conosciuta con il termine più diffuso (e indubbiamente tagliente) di “surrogazione di maternità”.
Dopo i primi gioiosi anni dell’infanzia, alla morte del padre biologico Tony, un Matteo ribelle e adolescente comincia a rifiutare categoricamente l’affetto dell’altro padre che lo ha cresciuto ma con il quale, per legge, non ha alcun legame di sangue. La paradossale condizione di figlio riconosciuto ma non riconoscibile lo spingerà a rinnegare con violenza tutto il genuino e incondizionato amore ricevuto da Luca, arrivando perfino ad accusarlo per il dolore che gli ha cagionato crescendolo in una famiglia “non normale”.
Come sottolineato da Granata nelle note di regia, quella portata sul palcoscenico «è la storia di uno scontro tra due uomini, uno giovane e uno adulto, che cercano entrambi il riconoscimento di una paternità, che non può avere la stessa funzione che ha in una famiglia eterosessuale. È il desiderio di un Geppetto di farsi amare da un figlio che non è sangue del suo sangue, ma generato dal seme del proprio compagno. È il desiderio di un ragazzo di ritrovare una figura paterna, vissuta nell’assenza di una figura materna, che lo possa accompagnare nel mondo degli adulti senza il peso della mancanza.»
«GEPPETTO E GEPPETTO» è stato co-prodotto da Teatro Stabile di Genova, Festival delle Colline Torinesi e Proxima Res. Sono in scena, accanto a Tindaro Granata, Alessia Bellotto, Angelo Di Genio, Carlo Guasconi, Paolo Li Volsi, Lucia Rea e Roberta Rosignoli. Cristiano Cramerotti ha curato le luci ed i suoni e Micaela Sapienza.
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