69 anni fa la tragedia del Bondone

Con il nome ‘Tragedia del Bondone” è comunemente ricordata la tragedia avvenuta verso le ore 17 di domenica 2 gennaio 1949 al tornante delle «Zirezere», poco a valle di Candriai, sul Monte Bondone.

Nonostante le catene montate sulle ruote una corriera dell’Atesina divelse tre paracarri e usci di strada a causa della abbondante neve sulla carreggiata. Dopo una serie di balzi si fermò 300 metri più a valle: otto furono i morti e 21 i feriti ricoverati all’ospedale. L’autista, Tullio Longhi di 49 anni di Trento, rimase incolume e, processato il 16 maggio 1950 per pluriomicidio colposo, fu mandato assolto per insufficienza di prove.

Le vittime furono l’ingegner Guglielmo Perghem Gelmi, il dottor Mario Calderari, il ragionier Livio Brentari, Federico Dispinzeri, Giampietro Passerini, Giuseppe Dossi, Edoardo Calandra, tutte di Trento. Il Gazzettino del 4 gennaio riportò la testimonianza di uno dei superstiti, l’ingegner Renato Piccoli.

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Al giornalista Gino Susat Piccoli riferi: ‘Ci fu un terribile attimo di sospensione, poi la macchina fece un primo balzo di un metro. Rimbalzò per un lungo tratto e nella successiva caduta si ruppero i sostegni del soffitto. Nel terzo balzo parte della macchina si scoperchiò e allora assieme ad altri pochi compagni di viaggio fui scaraventato fuori dall’apertura sulla neve, mentre la corriera riprendeva paurosamente a rotolare”. Alcuni si salvarono solo per un colpo di fortuna, alla fermata infatti visto che la corriera era piena decisero di attendere la prossima.

Le avverse condizioni atmosferiche di quella giornata resero il recupero dei feriti e della salme molto difficile.