Trento
A Brentonico la scuola ha un cuore che pulsa

Si può fare lezione in biblioteca? O al parco? O al museo?
A Brentonico i banchi sono stati messi da parte per molte ore scolastiche, lasciando il posto a nuovi luoghi di apprendimento, spesso dimenticati e poco valorizzati dalla didattica.
La voce e le idee dei genitori, accolte dalla amministrazione, hanno creato un progetto dai profili davvero innovativi.
“Nulla sarebbe potuto accadere senza la condivisione con un gruppo di genitori e insegnanti particolarmente motivati, curiosi, disponibili e senza la collaborazione e il contributo degli amministratori del Comune di Brentonico, che credono fortemente nella partecipazione della comunità ai processi decisionali.” Queste le parole di Barbara Plotegher, mamma e architetto che negli ultimi anni si è dedicata molto alle tematiche riguardanti la progettazione degli ambienti di apprendimento e la progettazione partecipata.
“La proposta è stata quella di intraprendere un percorso di progettazione condivisa per sviluppare un piano progettuale coerente e pedagogicamente giustificato per la riorganizzazione e trasformazione della scuola primaria e secondaria di primo grado di Brentonico, con la guida della pedagogista Beate Weyland, professoressa di Didattica presso la Facoltà di Scienze della Formazione della Libera Università di Bolzano.”
Dopo un primo convegno formativo svolto nel maggio 2016, nel maggio 2017 si è concretizzato il processo di progettazione condivisa intitolato: ‘Brentonico scuola pulsante – Verso la scuola aperta e di comunità e il Libero Lyceum di Brentonico e del Monte Baldo’.
“Attraverso le attività condotte da Beate Weyland e Alessandra Galletti, tutta la comunità di Brentonico (insegnanti, allievi, genitori, amministratori e cittadini) è stata coinvolta in un percorso volto a ripensare la scuola attraverso un concetto pedagogico finalizzato all’innovazione degli spazi della didattica e alla qualificazione ed espansione della formazione umana, civile, umanistica e professionale dei cittadini dell’Altopiano di Brentonico” spiega Barbara Plotegher.
Il processo ha condotto alla redazione di un documento condiviso, il piano organizzativo a indirizzo pedagogico, che indica in modo chiaro cosa vuole fare la scuola, come vuole lavorare e dove. Il progetto si interroga in primo luogo sulla strutturazione dell’ambiente della scuola per poi estendere la riflessione a tutti quei luoghi presenti sul territorio che possono essere strutturati come ambienti di apprendimento.
“Il concetto pedagogico si incentra sul modello di scuola aperta e di comunità, in cui il rapporto con il territorio non è occasionale ma è la struttura portante dell’offerta formativa. L’obiettivo è quello di elevare i livelli di apprendimento e di motivazione allo studio, di orientare al meglio tutti gli alunni nel loro progetto di vita, di favorire un’azione di apprendimento diffuso rivolta a tutta la comunità.
Attraverso un patto di responsabilità e di reciproco impegno, scuola e amministrazione studiano un percorso sicuro per riconoscere alla didattica potenziali spazi complementari nei diversi siti del paese da utilizzare in via sperimentale (circa il 25% delle attività curricolari), attivando in tal senso un primo progetto pilota innovativo sul piano nazionale.”
Attualmente il progetto e tutti i soggetti coinvolti stanno vivendo la fase sperimentale di attivazione di tutti quei processi che possono concretizzare gli obiettivi proposti.
Il percorso rientra nelle esperienze esposte recentemente al Convegno “Progettare scuole insieme” organizzato dalla Facoltà di Scienze della Formazione della Libera Università di Bolzano ed è parte della mostra laboratorio visitabile al Forte di Fortezza fino al 1 aprile 2018.
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