Io la penso così…
Giostre per soli disabili: un esempio sbagliato per l’inclusione

Egregio Direttore
negli ultimi tempi si sta assistendo alla nascita di parchi giochi inclusivi che dovrebbero favorire l’ingresso e l’utilizzo degli stessi ai bambini disabili. Nonostante questa possa all’apparenza essere una buona notizia, in realtà le soluzioni adottate per costruire questi parchi sono di fatto un esempio lampante anti-inclusivo.
Tanto per fare un esempio basti pensare alle altalene a cestello per carrozzine. Già perché mettere in un parco cose per disabili e cose per normodotati è il modo migliore per aumentare le divisioni e non per rendere inclusivi questi luoghi.
Non si può accettare che vi siano giostre esclusivamente per disabili e adatte solo ai bambini normodotati, espedienti come questi anche se ben mascherati da buone intenzioni, risultano però assolutamente controproducenti ai fini dell’inclusione dei disabili. Con la differenziazione delle giostre si alzano muri e non si rende l’ambiente più adatto a tutti.
Bisogna poi fare un’altra considerazione che non si ferma solo alle giostre in quanto tali, ma ai luoghi in cui queste sono istallate. Perché piazzare una giostrina per disabili in un area piena di barriere architettoniche non è solo una grande presa per i fondelli, ma può rappresentare un vero e proprio pericolo per chi vedendo quelle istallazioni creda di muoversi in un ambiente a misura di disabile. Questo è quello che è accaduto a Campi Bisenzio, dove è stata istallata una giostra per disabili al Parco che ha provocato molteplici incidenti di cui uno molto grave dove sono dovuti intervenire pompieri e ambulanza. Proprio questo recente incidente ha poi decretato fortunatamente la chiusura della giostra.
Non si può assolutamente tollerare che parchi spacciati per essere a misura di disabili si rivelino poi, non solo non inclusive, ma anche pericolose per i bambini e per i genitori. Già, perché un parco a misura di disabile deve essere concepito anche per i genitori disabili che vogliono accompagnare i propri figli al parco e non solo per i bambini con disabilità.
Questo dei parchi giochi è solo uno dei tanti esempi di falsa inclusività che affliggono il nostro paese. Le barriere architettoniche di cui si parla da decenni ormai, sono purtroppo sempre lì a ostacolare la vita di chi è più bisognoso, ma quello che lascia ancora più allibiti è il paradosso di questi interventi che dovrebbero portare a fare dei passi avanti sul tema dell’inclusione, mentre in realtà fanno solo retrocedere ulteriormente una situazione che è già piuttosto grave in tutto il nostro paese.
Per quanto riguarda il tema dell’inclusione e della disabilità in Italia c’è ancoro molto, moltissimo, da fare e non mi stancherò mai di ripeterlo. Ne parliamo spesso e fino a quando non si vedranno dei progressi seri, non smetterò mai di esporre le mie critiche che sono anche frutto di continui appelli di disabili o familiari degli stessi che si trovano in grosse difficoltà proprio a causa di situazioni come quella di cui vi ho parlato oggi.
Lettera Firmata
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