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Trento

Stop degli animalisti all’abbattimento dell’orso KJ2

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«Ancora una volta la Regione Trentina conferma che la vita degli Animali non conta nulla, ancora una volta un “testimone” racconta di essere stato aggredito da un Orso, ancora una volta Ugo Rossi vuole la pelle dell’Orso, vivo o morto, poco importa se sono stati i suoi predecessori ad introdurlo nel territorio per un ritorno economico che ha fatto il suo corso»esordisce così in una nota l’associazione 100% animalisti

E ancora: «sappiamo tutti come è morta Daniza, Centopercentoanimalisti da anni tiene viva la memoria di Mamma Orsa, con blitz e altre iniziative per non far dimenticare la vergogna della provincia Trentina. Centopercentoanimalisti con questo breve comunicato dichiara “lotta dura” alla Regione Trentina, da adesso in poi ogni “uscita” dalla Regione della morte, verrà boicottata, ad iniziare dalle varie squadre sportive, alle varie manifestazioni folkloristiche. Non permetteremo un’altra Daniza»!

Parla invece di «Ergastolo o uccisione» la lega antivivisezione (LAV). «Questo il freddo, agghiacciante verdetto non degno di un Paese civile, avanzato dalla Provincia di Trento per l’orso che si sarebbe scontrato con un uomo – fortunatamente senza gravi conseguenze e al quale esprimiamo la nostra solidarietà – in presenza del suo cane”, afferma la LAV.

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Memore della tragica e tristissima uccisione dell’Orsa Daniza (11 settembre 2014), strappata ai suoi cuccioli, la LAV insorge alla lettura dell’Ordinanza anti-orso firmata oggi dal Presidente della Provincia di Trento Ugo Rossi. Come preannunciato ieri nel corso di un vertice, l’Ordinanza prevede un intervento di “monitoraggio, identificazione e rimozione” e nello specifico la LAV mette in evidenza che alla lettera j) dell’Ordinanza si prevede la “cattura per captivazione permanente” e alla lettera k) “abbattimento”.

 “Si tratta di una sentenza senza processo, emessa sulla spinta emotiva e irrazionale di un’Amministrazione provinciale che vuole pieno diritto di vita e di morte sugli orsi! Gli orsi non sono tornati in Trentino per loro volontà, ma per decisione della Provincia che ne ha fatto un vanto con tanto di pubblicità, e a spese del contribuente. Ma gli orsi veri non sono peluche né bersagli. Il Ministro dell’Ambiente Galletti continui pure ad alzare le mani, da Daniza a oggi non c’è una gestione veramente attiva e risolutiva in materia di corretta convivenza con questi animali. Un verdetto contro animali e contro l’ambiente: una grave macchia per il Trentino che fa vanto delle sue bellezze naturalistiche, salvo poi emettere provvedimenti di forza e gravemente coercitivi, come questa Ordinanza. Chiediamo che non faccia parte della Squadra del Servizio Foreste e Fauna della Provincia di Trento che sarà chiamato a dare attuazione all’Ordinanza, il Medico Veterinario che ha già condannato Daniza – e per il quale lo stesso veterinario, per non andare a processo,  è stato ammesso all’oblazione dal Tribunale di Trento per il reato di cui all’articolo 727 bis – e chiediamo di sapere da chi sarà composta tale Squadra”. – Conclude il comunicato della LAV

Secondo AIDAA (associazione italiana difesa animali e ambiente) la storia che ha raccontato il povero Metlicovec ha dei lati oscuri, «molto probabilmente questo orso ha cercato dapprima di dissuadere l’uomo dall’avvicinarsi mettendo in atto tutti gli accorgimenti di dissuasione e poi avrebbe dato un avviso con un falso attacco in quanto un vero attacco da parte di un orso avrebbe lasciato conseguenze letali»

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«Innanzitutto gli orsi non attaccano mai senza motivo – ci dice Lorenzo Croce presidente di AIDAA – quindi ci aspettiamo che passata la paura il ferito racconti la verità e comunque se l’orso ha attaccato si era sentito in pericolo siccome non vogliamo che accada un altro caso Daniza visto che gli attori dal presidente della provincia Rossi che ha subito firmato l’ordinanza di cattura al ministro Galletti, quello che voleva abbattere i lupi, sono gli stessi del caso della orsa Daniza mettiamo le mani avanti chiedendo alla Procura Trentina di aprire un inchiesta formale e di acquisire attraverso le testimonianze e anche gli esiti delle visite mediche e dei referti ospedalieri per appurare come sono andate realmente le cose. Qualche dubbio sulla ricostruzione rimane- conclude Croce- anche perchè se voleva davvero fare male l’orso non si sarebbe limitato ad un morso al braccio ma avrebbe fatto davvero male al fortunato passeggiatore».

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