L'interrogazione
Enti inutili in Trentino, Claudio Cia presenta un’interrogazione alla Giunta provinciale

«E’ una legge sociologica: un ente inutile tende a creare – o meglio inventare – compiti assolutamente inutili o comunque superflui per giustificare la propria sopravvivenza. Anche in Trentino questa regola fa scuola» – a dichiararlo è il consigliere provinciale di Agire Claudio Cia che sulla questione stamane ha presentato anche un’interrogazione alla giunta provinciale.
Cia pone anche degli esempi a tal proposito, a partire dalla creazione dell’Accademia della Montagna, ente creato a suo tempo dall’ex presidente Dellai, con annesse polemiche per via di quel posto da direttrice conferito all’ex assessore Iva Berasi, dopo che la stessa rimase esclusa dalla competizione elettorale del 2008. Dal sito di questa Accademia, pagata interamente dalla Provincia, si possono intravedere i suoi compiti: qualche corso, qualche convegno, qualche pubblicazione, qualche studio. Tutte cose magari interessanti e piacevoli, ma delle quali forse non si sente un bisogno impellente e soprattutto tutte cose che potrebbero fare tranquillamente altri enti, a partire dalla Sat per arrivare ai vari assessorati provinciali. «Ultimamente – si legge nella premessa del documento interrogativo – ha inventato anche la scuola per ricostruire i muretti di montagna (lanciando pure un concorso nazionale) quasi che i Comuni non potessero occuparsi di questo problema. Di fronte a palesi ed allegri esempi di gestione creativa delle risorse dell’Autonomia non bisogna certo meravigliarci delle critiche che arrivano periodicamente da fuori».
«Al di là di questo incipit, – aggiunge il consigliere provinciale di Agire – che dà peraltro l’idea dei problemi di cui si occupa questo ente, è da segnalare che di recente, per decisione si suppone della Giunta provinciale, l’Accademia della montagna è stata incorporata nella “Trentino School of Management”, altro ente non certamente inutile, almeno nelle sue premesse iniziali, ma che poi via via, grazie alla indubbia fantasia e capacità di chi lo ha diretto, si è allargato inventando funzioni e compiti talvolta discutibili e anche un po’ superflui. Superflui nel senso che di questi compiti – come preciseremo poi – potrebbero occuparsi benissimo altri enti ed istituzioni già operanti sul territorio e di consolidata esperienza, a cominciare dall’Università che a suo tempo era socia della TSM, ma che poi si è defilata.
Per far capire meglio la situazione occorre tener presente che la TSM nasce nel 2006 dell’area Dellai. Il suo compito iniziale era quello della formazione ed aggiornamento dei dipendenti della Provincia, dei rispettivi enti funzionali, delle società o consorzi dalle stessa controllata. In Italia ci sono ottime scuole per l’amministrazione pubblica, ma in nome dell’Autonoma si è voluto appunto essere autonomi, creando un ente che alla Provincia costa, euro più euro meno, oltre un milione e mezzo all’anno, occupa una ventina di persone e distribuisce annualmente circa 100 consulenze/incarichi esterni. Incarichi non da poco se si pensa che non molto fa un docente dell’Università di Trento riusciva a farsi pagare anche seicento euro all’ora! Beato lui».
L’ente in questione (TMS)nel corso degli anni cresce, grazie ad una modifica dello Statuto. Ecco quindi apparire i corsi per le relazioni sindacali, i corsi per il personale delle ApT, il sostegno ai progetti propri delle ApT (con la Trentino Marketing a fare da mallevadore, magari mettendoci un po’ di soldi), i corsi di lingue per la stessa Trentino Marketing, quasi che a Trento non ci fossero quotate scuole di lingue (35 mila euro all’anno con incarico da parte di Trentino Sviluppo ), le ricerche e indagini sul benessere organizzativo e lo stress da lavoro correlato ai rischi psico-fisici dei dipendenti provinciali. «Poi – e poteva forse mancare? – continua Claudio Cia – l’area che si occupa dei problemi dell’autonomia sia sotto il profilo storico che istituzionale, l’Osservatorio per le attività culturali, magari creando un doppione con un altro e quotato Istituto di Torino che già si occupava per la Provincia di queste vicende. Chi ha voglia di divertirsi può aprire il sito dell’ente e potrà constatare personalmente dove arriva l’intraprendenza della TSM, sempre sostenuta dai fondi della Giunta provinciale. Insomma la TSM diventa un grande contenitore dove il presidente della Giunta e gli assessori di turno infilano un po’ di soldi per funzioni che potrebbero essere benissimo svolte dai propri uffici. Ora – per quanto si sa – si è presa in groppa anche l’Accademia della Montagna, visto che la Giunta provinciale non ha il coraggio di cancellarla».
Ma secondo il segretario di Agire proprio perché la TSM si presta ad essere un grande contenitore, difficilmente controllabile perché autonomo, anche se finanziato in gran parte da denaro pubblico, ogni tanto sbraca. «E’ significativa, ad esempio, – ricorda Cia – la campagna giornalistica che nel 2012 i giornali locali fecero e proposito di una ricca consulenza di 400 mila euro assegnata dalla Provincia a TSM per lo studio dei piani di sviluppo organizzativo delle strutture di secondo e terzo livello della Provincia. Già l’anno prima per questo tipo di analisi la Provincia aveva assegnato 250 mila euro alla TSM. Solo che un giornalista si accorse poi che il lavoro veniva di fatto girato alla “notissima” Deloitte & Touche e la TSM si teneva una parte del denaro per le proprie casse, ovvero – spiegavano i quotidiani locali – per “parte del lavoro che è stato fatto da noi”. La cosa sollevò qualche scandalo e qualche paginata polemica tanto che la Giunta provinciale, forse allarmata dalle polemiche sui giornali, ritirò in tutta fretta la delibera dei 400 mila euro. Ma l’episodio era stato significativo per capire certe procedure un po’ disinvolte e discutibili».
Nella sua interrogazione Cia chiede dal 2011 ad oggi quanti incarichi e/o consulenze la TSM ha assegnato alla nota società Deloitte, ad oggi indagata dalla procura, alle altre partecipate della provincia e alle ApT. Poi chiede le motivazioni della recente incorporazione dell’Accademia della Montagna nella TSM e quanto costerà alla TSM l’Accademia della Montagna e chi ne finanzierà le varie attività.
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