Voce - Giudicarie
Indagini in corso presso gli uffici del Parco Adamello Brenta. Claudio Cia presenta una nuova interrogazione.

Il consigliere provinciale di Agire, Claudio Cia, presenta una nuova interrogazione sul Parco Naturale Adamello Brenta, questa volta per chiedere se sono confermate alcune indiscrezioni a livello locale.
Nello specifico Cia chiede se corrisponde al vero che in data 3 marzo 2017 i Carabinieri delle stazioni di Madonna di Campiglio e Spiazzo Rendena avrebbero sequestrato una vasta mole di documenti presso gli Uffici del Parco Adamello Brenta a Strembo.
Da quanto riportato il tutto sembrerebbe finalizzato ad appurare la posizione del Presidente Josef Masè su problematiche non meglio definite.
Cia sottolinea il fatto che tale posizione apicale è già stata oggetto di due sue precedenti interrogazioni alla Giunta provinciale con rispettive risposte incomplete o evasive, che hanno portato il consigliere a esporre la stessa problematica all’ANAC, l’autorità nazionale anticorruzione, perché accertasse la correttezza della procedura di nomina del Direttore (ormai ex, dopo le dimissioni comunicate nel mese di gennaio) del Parco Naturale, Silvio Bartolomei.
Al consigliere non era infatti piaciuta la generica “reciproca sintonia” tra Presidente e Direttore con la quale l’Ente Parco aveva giustificato la scelta del candidato, “sintonia” che però non era più menzionata nelle risposte ufficiali dell’Assessore Gilmozzi alle interrogazioni del consigliere di Agire.
Tolta quindi la “sintonia”, per ClaUdio Cia scompariva ogni motivazione plausibile della scelta fatta, legittimandolo a chiedere con quali criteri fosse stato scelto il dott. Bartolomei e quali documenti agli atti presso il Parco possano comprovare se l’obiettività della scelta, secondo i canoni della correttezza, della buona fede e dell’imparzialità.
In una precedente interrogazione Cia toccava inoltre la vicenda legata alle presunte dimissioni del direttore, comunicate dallo stesso per motivi familiari il 26 novembre 2016 e poi smentite due giorni dopo dal Presidente del Parco Joseph Masè, che aveva chiuso la vicenda comunicando che il Direttore avrebbe lavorato da quel momento in regime di part-time.
Claudio Cia tirava in ballo anche una partita iva non dichiarata che avrebbe reso il Direttore incompatibile col ruolo di Dirigente pubblico, e alcune consulenze affidate dalla Giunta del Parco su indicazione dello stesso Bartolomei alla Società “Six Second” con sede legale in California.
Oltre ai dubbi del consigliere sulla necessità di andare oltre oceano per queste consulenze, quello che più preoccupava l’interrogante era il fatto che lo stesso Bartolomei fosse “preferred partener” in Italia della società, dando adito a possibili conflitti di interessi.
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