Trento
Per il PATT l’aula del consiglio è diventata una «caneva». Kaswalder verso un nuovo partito autonomista.

Sono stati due gli avvenimenti importanti successi nella giornata di ieri e hanno riguardato il PATT.
La prima riguarda un nuovo comunicato lanciato da Walter Kaswalder sul suo account di facebook dove fra le righe si capisce che in caso di espulsione definitiva costruirà un nuovo partito autonomista alternativo al PATT che ormai è noto non rappresenta più da tempo tutto il mondo autonomista.
«Qualora i vertici del partito confermassero il provvedimento di espulsione, ne prenderò amaramente atto. Solo allora, unitamente ai tanti che in questi mesi difficili mi sono stati vicini, valuterò il da farsi» – scrive Kaswalder che è in attesa della sentenza dei probiviri sulla richiesta di espulsione decisa dal collegio di disciplina del Patt.
«Ho ben chiaro fin d’ora che il presupposto per il cambiamento di cui il Trentino necessita è la crescita di una realtà politica territoriale d’ispirazione autonomista, – continua il comunicato – svincolata dalle logiche partitiche nazionali, in cui i valori che fino ad ieri hanno informato l’azione del partito autonomista possano trovare adeguata rappresentanza. Non m’interessano posti, per quanto importanti possano essere, né perseguo vendette personali, che lascio volentieri ad altri. Se ci saranno le condizioni, continuerò a far politica a testa alta, impegnandomi per l’affermazione dei valori in cui hanno creduto generazioni di autonomisti. Quelli che Ugo Rossi definisce spregiativamente “con le maglia di lana cotta e braghe di coram”. Quelli che Franco Panizza ritiene espressione di un passato da dimenticare in nome di una parolina magica, la governabilità, dietro alla quale si vuol nascondere un’inesauribile fame di poltrone, per saziare la quale chi nel partito autonomista è entrato ieri è disponibile a gettare al vento un patrimonio ideale cui io e tanti altri, invece, non intendiamo rinunciare».
Sulla sua pagina Facebook si è rivolto a chi in questi giorni, dentro e fuori il partito, gli ha mostrato grande solidarietà facendo innervosire i vertici autonomisti. Sono stati oltre 500 i «mi piace» sul suo post dove oltre alla solidarietà di centinaia di persone è partito un democratico dibattito su un nuovo possibile partito autonomista.
Destano particolare impressione anche le parola di Chiara Avanzo che ad un media locale ieri ha dichiarato: «Io non sono solita pugnalare nessuno alle spalle. Né tantomeno farmi telecomandare!». L’ex presidente della regione sul deferimento di Kaswalder al collegio di disciplina del partito dice: «La firma mi è costata molta fatica, ma soprattutto dispiacere. Mai avrei pensato a un simile epilogo, ma va detto che le opportunità per evitare di arrivare a questo sono state più d’una. Spiace che Walter non le abbia volute cogliere. Comunque la frase detta da Walter, per come lo conosco, sembra più uno sfogo dettato dalla frustrazione del momento; non credo lui pensi davvero ciò che ha detto».
Ma ieri il consiglio regionale si è trasformato in una «caneva» grazie ai rappresentanti del PATT che intendono regolare i conti con Kaswalder anche nelle commissioni.
Ad attaccare ferocemente e ironicamente come il suo solito stavolta è il consigliere Rodolfo Borga: «Se ancora poteva esserci qualche dubbio circa l’assenza di senso delle istituzioni del centrosinistra sedicente autonomista, quando accaduto oggi in Consiglio regionale ha confermato appieno che costoro hanno ormai confuso le istituzioni con una caneva in cui sbrigare alla buona i loro affari. Il Patt ha infatti preteso, ed i suoi alleati hanno accondisceso, che l’odierna seduta della Commissione regionale fosse l’occasione per regolare i conti con il Presidente della medesima Kaswalder, di cui ora vorrebbero la testa. Così, stando a quanto si sa, prima hanno chiesto al Presidente del Consiglio Widmann di rinviare la seduta (cosa che Widmann non poteva ovviamente fare). Quindi, incassato l’ovvio no di Widmann, hanno disertato la seduta nel tentativo di far mancare il numero legale, prendendosi addirittura la libertà di comunicare al Presidente delle Acli che la seduta non si sarebbe tenuta, sul presupposto che il numero legale sarebbe mancato».
«La presenza del Presidente Kaswalder e dei colleghi delle minoranze – aggiunge poi Borga – ha però garantito il numero legale ed allora alcuni consiglieri hanno depositato un documento, (sotto) con cui, ritenendo di non partecipare alla seduta, ne chiedevano il rinvio. In spregio al regolamento, che resta per loro cosa sconosciuta, al buon senso e anche a coloro i quali attendevano l’esame dei disegni di legge in discussione. Ovviamente la seduta si è tenuta e soltanto grazie alla presenza dei consiglieri delle minoranze si sono potuti esaminare sia il disegno di legge d’iniziativa popolare promosso dalle Acli, che due disegni di legge riguardanti i Comuni. Ecco il rispetto che il centrosinistra mostra per le istituzioni della nostra autonomia».
Da Filippo Degasperi arrivano invece i ringraziamenti per il Consigliere Kaswalder «per le parole spese sulla stampa odierna nei confronti miei e del M5S» – ha scritto in una nota
«Nonostante percorsi politici diversi, – si legge poi nel comunicato di Degasperi – negli anni è spesso capitato che con Kaswalder ci trovassimo a combattere dalla stessa parte e in queste occasioni ho avuto modo di riconoscere in lui qualità di pensiero e azione non comuni. Kaswalder si è sempre dimostrato persona rigorosa e onesta e di ciò ritengo gli vada dato pienamente atto. Che poi proprio queste caratteristiche personali siano alla radice della sua cacciata dal PATT la dice lunga sullo stato nel quale versano le istituzioni partitiche trentine».
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