La parola al direttore
Sto dalla parte di Claudio Cia. Casi clamorosi in Trentino, antichi e recenti: l’elenco è così lungo!

Nessuno me l’ha chiesto, tanto meno Claudio Cia, che sarà sorpreso, come credo molti altri, delle “quattro” considerazioni che mi sono spontaneamente venute alla mente leggendo, di buon mattino, la cronaca dei lavori del consiglio provinciale.
A lui la mia completa solidarietà e l’adesione convinta alle sue parole.
Che cosa ha detto il consigliere provinciale? Ha semplicemente detto che “scandali, conflitti d’interessi, incompatibilità, bugie, appalti dubbi, finanziamenti sospetti, clientelismo, piazéri e piazeròti” sono all’ordine del giorno nell’amministrazione di Provincia e comuni in Trentino.
Non è forse vero?
E continuando “La paura è l’ingrediente vitale che alimenta questo sistema, ti obbliga al silenzio e in questo silenzio diventiamo tutti sudditi”.
Non è forse vero?
Per il consigliere Cia la politica, anche quella locale è considerata esercizio di “mafia e camorra”.
Non è forse vero?
Cito, a questo proposito, l’antica, ma attuale denuncia di un difensore civico (della cui nomina mi sono a lungo occupato contestandone a lungo e pervicacemente la legittimità contro tutti e nel silenzio di tutti, ricordando a chi volesse rinfrescarsi la memeoria il mio articolo “Tre personggi in cerca di autore……..“) che il 14 luglio 2006 disse che “Nei piccoli comuni del Trentino c’è la mafia” e ancora “Per l’esperienza che ho se nei piccoli comuni del Trentino non hai legami parentali o di amicizia con chi ha il potere, hai dei problemi. Non lo dico in base a rari casi, mi è capitato spesso di avere a che fare con situazioni simili”.
Chi era quel difensore civico. Era l’attuale consigliere provinciale Donata Borgonovo Re che rilanciò l’accusa il 17 febbraio 2013, quando in occasione del suo “tour” in Trentino “alla Renzi” (così scrisse un quotidiano) per candidarsi in Provincia, ottenendo qualche mese dopo oltre 10 mia preferenze.
E allora perché oggi tanto clamore e tante inusitate reazioni?
E in quanto alla procura della repubblica, i magistrati di quell’ufficio leggono i giornali e leggono le interrogazioni e le (non) risposte degli interrogati. A loro decidere di procedere, fin tano che in Italia vi è l’obbligo dell’azione penale.
Casi clamorosi in Trentino, antichi e recenti: l’elenco è così lungo!
Famosa la definizione del senatore e consigliere leghista Erminio Boso sulla politica, tutta trentina, del PAC (parenti, amici e conoscenti).
Infine, al presidente Rossi un consiglio. Alzi la voce, solo quando i casi giudiziari a lui prossimi si saranno conclusi!
a cura del direttore Claudio Taverna
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