Voce - Valsugana
Le analisi confermano che il torrente Ceggio è inquinato.

A inizio ottobre, su segnalazione di alcuni residenti, Claudio Cia aveva effettuato un sopralluogo in quel di Torcegno per verificare lo scarico nel torrente Ceggio, un affluente del Brenta, lungo 11,7 Km, delle acque residuali provenienti dall’impianto di “depurazione” che serve in isola l’abitato di Torcegno.
Si tratta di un impianto di tipo “Imhoff”, che tecnicamente è considerato al pari di una fossa settica, una vasca di sedimentazione che viene solitamente utilizzata per insediamenti civili inferiori ai 50 abitanti o utilizzata come trattamento sgrossante di liquami civili prima che questi vengano immessi nelle pubbliche fognature.
Il consigliere di Agire con dovizia di particolari aveva raccolto dei campioni d’acqua, uno a monte e l’altro a valle dello scarico che sono stati consegnati a un laboratorio di Trento specializzato nella gestione diretta degli impianti di depurazione, con l’unica accortezza di dichiarare una provenienza dei campioni non riconducibile al torrente Ceggio, dal momento che la notizia era già apparsa sulla stampa locale, e prevenire ogni possibile interferenza inopportuna.
Il campionamento è stato eseguito con materiale sterile, ma al di là di possibili imprecisioni in fase di prelievo, si può ritenere indubbiamente rappresentativo ai fini di questa denuncia: ci penserà chi di dovere a rifare le dovute analisi.
Oggi in conferenza stampa Cia ha mostrato i risultati, «E’ già stato interessato il Nucleo Tutela Ambientale di via Vannetti poiché, – ha spiegato Cia – al di là dei tentativi di minimizzare del sindaco di Torcegno, che ha dichiarato in sostanza che è tutto sotto controllo e che nessuno si è mai lamentato, i risultati dell’analisi sono inequivocabili, dando una presenza di Escherichia coli, indicatore primario di contaminazione fecale, che a monte dello scarico è inferiore a 10 UFC su 100 ml (unità formanti colonie), mentre a valle dello scarico è di 250mila UFC su 100 ml. Non che servisse un microbiologo per rendersi conto della contaminazione di un torrente che in quel punto ha l’aspetto e l’odore di una fogna a cielo aperto, ma si pensi ad esempio che per gli scarichi in acque superficiali viene consigliato un limite non superiore ai 5000 UFC su 100 ml, limite superato di 50 volte nel torrente Ceggio»!
Un altro indicatore conferma la grave situazione di inquinamento, come il livello di azoto ammoniacale, che a monte risulta inferiore al limite di rilevabilità, mentre a valle dello scarico in questione è vicino a 32 mg di azoto ammoniacale per litro. Si pensi che per lo scarico in pubblica fognatura di acque reflue industriali il valore limite considerato è pari a 30.
«A nostro avviso l’analisi, – ha poi concluso il consigliere di Agire – che andrà riprovata dai Carabinieri, mette la Provincia di Trento di fronte a un’emergenza ambientale alla quale va subito risposto, magari anche provando ad andare a risolvere dei problemi che da anni attendono una soluzione. Non ci si può limitare a far pagare ai residenti di Torcegno una tariffa per lo smaltimento che è cinque volte quella dovuta da chi è collegato alla fognatura di fondovalle, tanto meno se poi li si costringe a inquinare un torrente che altrimenti sarebbe un gioiello del patrimonio idrogeologico del Trentino».
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