Un gruppo Facebook per supportare i genitori di bambini distratti e iperattivi

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Si chiama Adhd ed è un disturbo infantile che sta emergendo, anche se resta piuttosto in sordina per quanto riguarda l’attenzione dedicatagli dalla società. Così migliaia tra genitori, psicologi e logopedisti si sono riuniti in un gruppo Facebook che mette a confronto e supporta i genitori italiano che si trovano ad affrontare questo problema.

“Adhd-Ddai – Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività”, così si chiama il gruppo Facebook, oggi conta ben 8.600 iscritti ed è un vero e proprio luogo di incontro e di supporto per coloro che si trovano a convivere con bambini che presentano tali problematiche comportamentali.

Barbara Cefalo, che fa parte del gruppo già da due anni ha organizzato un importante incontro presso il circolo Pigal, in cui i genitori hanno incontrato degli esperti del settore come Lisa Tonelli e Sandra Cocca, logopediste, e Daniele Zanoni, ragazzo dislessico, dottore in Fisica e autore del libro “Storie di straordinaria dislessia”.

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Ma la giornata al circolo Pigal è stata anche un importante opportunità per la socializzazione dei ragazzi, giocando, facendo merenda insieme e partecipando a tornei con premiazione. Sottolinea la signora Cefalo che: «I bambini che soffrono di disturbi specifici dell’apprendimento e con comportamenti oppositivi sono sottoposti a cure farmacologiche talvolta insufficienti. Possono diventare molto violenti e per questo capita che vengano allontanati dai gruppi di cui fanno parte, come a scuola, perché non si comprende il loro temperamento», quindi questi incontri sono di fondamentale importanza dal punto di vista della socializzazione e dell’integrazione dei bimbi con disturbi comportamentali.

Ma la natura stessa degli incontri come quello avvenuto al circolo Pigal hanno anche un ulteriore ruolo ovvero quello di consentire a tutti i genitori con bambini affetti da Adhd di non essere dimenticati. Già, perché la società e le istituzioni che la rappresentano non prendono seriamente in considerazione questo tipo di disturbi comportamentali e le famiglie sono in pratica lasciate sole a sé stesse.

Ed ecco che in questi casi l’unione di tante realtà differenti, provenienti da tutta Italia, ma accomunate da un filo conduttore possono fare la differenza. La voce di uno si disperde facilmente, ma se sono in tanti a gridare prima o poi qualcuno dovrà sentire, ascoltare e rispondere concretamente.

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Tanti sono i progetti futuri del gruppo: «Quello dell’Adhd è un problema che si può migliorare ma, affinché ciò accada, le famiglie hanno bisogno di essere indirizzate da professionisti. Per questo a settembre ci recheremo in Comune per richiedere l’apertura di uno sportello informativo in collaborazione con alcune logopediste. Un’altra idea è quella di andare nelle scuole a parlare con i ragazzi e con gli insegnanti, che oggi avrebbero forse bisogno di veri e propri corsi di formazione», afferma Barbara Cefalo, e il nostro augurio è che tali iniziative possano espandersi a livello nazionale, così da poter garantire la giusta sensibilizzazione su tutto il territorio.

Adhd è un disturbo poco conosciuto, molti genitori probabilmente non sanno neppure di cosa si tratta. Pensiamo a quanti bambini magari soffrono di Adhd, ma nessuno li prende in considerazione, diventando vittime di discriminazione da parte dei compagni e degli insegnati.

A tal proposito mi piacerebbe avere delle vostre opinioni in merito. Conoscevate questo disturbo? Avete delle esperienze in merito? Parliamone nei commenti.