L'interrogazione
Cinformi: la farsa del bando per giornalisti

Cinformi ha dato il via attraverso un bando all’affidamento del servizio comunicazione, in poche parole cerca un ufficio stampa.
I criteri usati per la ricerca di questo ufficio stampa hanno subito lasciato basiti molti, e francamente viene da pensare che i requisiti richiesti, quasi inaccessibili alla maggior parte dei professionisti, siano stati creati a doc per «pilotare» il bando verso alcuni soggetti magari decisi a tavolino.
Fra i molti a pensarla così c’è anche il consigliere provinciale di Agire Claudio Cia che ha subito depositato un’interrogazione alla giunta provinciale «viene da sorridere, per non dire da piangere, nell’apprendere che la Giunta provinciale ha nominato tre componenti della commissione che dovrà scegliere un giornalista professionista, su una rosa di cinque auto candidature poi ridotte a tre, per affidargli il servizio di ufficio stampa».
Claudio Cia ha comunicato che nei prossimi giorni farà pervenire in busta chiusa presso le rispettive redazioni dei giornali il nominativo che rientra negli “stringenti” criteri stabiliti. Come dire tutto è stato già deciso e il bando è solo un paravento.
Ricordiamo che la durata dell’incarico sarà di 12 mesi, eventualmente prorogabile di altri 24 mesi. L’importo a base di gara, condotta con trattativa privata, è di 62.970 euro lordi per un anno, ma con eventuale proroga di altri due anni il totale complessivo, sempre lordo, sarebbe di 188.910 euro.
Come detto la cosa che salta immediatamente all’occhio, e che fa sorgere qualche dubbio, sono i criteri di cui devono essere in possesso i candidati. Sono talmente stringenti e limitati, – lo ribadisce anche Claudio Cia – che sembrerebbero essere ritagliati su misura per qualcuno. In particolare, “l’avere realizzato direttamente ed in proprio, nel triennio antecedente la data di pubblicazione dell’avviso esplorativo, servizi analoghi a quelli previsti dal capitolato, di importo complessivo non inferiore a 100.000,00 euro al netto di Iva e Inpgi, a favore di enti pubblici o privati. Per servizi analoghi si intendono i servizi di informazione e comunicazione nel settore dell’immigrazione, in materia sociale, interculturale ed interreligiosa”.
Ora, – si legge nella premessa dell’interrogazione del consigliere – la domanda sorge spontanea – quanti sono i giornalisti professionisti in Trentino che rientrano in questa categoria? Crediamo pochi, dal momento che gli altri criteri restringono ancora più il campo: professionista da almeno 10 anni, esperienza di almeno 5 anni nella realizzazione giornalistica di produzioni radiotelevisive, con particolare riferimento alla divulgazione dell’accesso ai servizi pubblici, oltre che una ulteriore esperienza di almeno 5 anni nell’attività di informazione e comunicazione presso enti pubblici o privati. «Manca giusto il numero di scarpe, viene da aggiungere» – scherza ironicamente Cia.
«La sensazione di dubbio che deriva dopo aver letto simili criteri di selezione è forte: non è che il candidato sia in realtà già stato deciso? E, se così fosse, che senso ha indire una trattativa privata nominando una commissione? Non sarebbe stato meglio affidare direttamente il servizio? Ammesso che serva, e qui nascono altre considerazioni» – si chiede Cia
Leggendo la determina si afferma che la comunicazione nell’ambito dell’immigrazione, quindi per il Cinformi, è necessaria per “far conoscere agli stranieri i loro diritti e i loro doveri e di facilitare loro l’accesso ai servizi pubblici presenti sul territorio provinciale. La comunicazione inoltre – si legge ancora – favorisce la positiva costruzione di relazioni tra i cittadini autoctoni e gli stranieri e si presenta come strumento capace di progettare un percorso integrativo attraverso iniziative ispirate a criteri di convivenza in una società multiculturale”. Tradotto: «utilizzare un linguaggio altisonante e frasi tortuose per far digerire ai cittadini certe scelte politiche. Una politica che non sembra preoccuparsi troppo dell’integrazione o della sicurezza sociale, da cui dipende quella fisica, d’altronde se uno non ha da lavorare, può anche finire a rubare. Una politica che, invece, si preoccupa di creare le condizioni per farci credere che tutto va bene» – si legge infine nel documento di Claudio Cia.
Per questo Cia chiede alla giunta provinciale, chi sono i candidati selezionati, se i candidati selezionati abbiano già svolto attività per il Cinformi nei tre anni precedenti la pubblicazione del bando; chi ha stabilito i criteri di selezione, con particolare riferimento alla voce relativa l’avere realizzato direttamente ed in proprio, nel triennio antecedente la data di pubblicazione dell’avviso esplorativo, servizi analoghi a quelli previsti dal capitolato, di importo complessivo non inferiore a 100.000,00 euro al netto di Iva e Inpgi, a favore di enti pubblici o privati e come mai è stato deciso di procedere con trattativa privata.
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