Trento
Le acque del Trentino sempre più monitorate

L’Associazione dei Produttori di Ortofrutta del Trentino (APOT), l’Agenzia Provinciale per la Protezione dell’Ambiente (APPA) e la Fondazione Edmund Mach – Centro Trasferimento Tecnologico (FEM-CTT), hanno siglato il programma di lavoro per l’anno 2016.
Queste attività si inseriscono nella Convenzione Quadro formalizzata nel settembre 2015, che si focalizza su obiettivi di miglioramento della qualità delle acque del Trentino.
I tre organismi coinvolti, rappresentati dai responsabili operativi Alessandro Dalpiaz, Raffaella Canepel e Michele Pontalti, individuato un preciso programma di attività, lo realizzeranno collaborando tra loro e mettendo a frutto le rispettive competenze e capacità.
Per APPA il programma 2016 prevede di proseguire con il monitoraggio e l’analisi dei corsi di acqua provinciali, la messa disposizione campionatori particolarmente adatti all’analisi periodica delle acque e comprende anche la definizione di linee guida per la costruzione e la sistemazione dei punti e delle aree dove frutticoltori provvedono al riempimento degli atomizzatori per i trattamenti fitosanitari.
La Fondazione Edmund Mach prevede un lavoro di completamento della georeferenziazione e caratterizzazione degli oltre 300 caricabotte già rilevati, la sperimentazione di modalità tecniche indicate per lo smaltimento delle miscele che residuano dai trattamenti fitosanitari e le acque di lavaggio degli atomizzatori, oltre alla sperimentazione di varietà e tecniche di coltivazione particolarmente indicate per la riduzione dei fitosanitari e per il contenimento della deriva. Particolarmente utile sarà la realizzazione di corsi di formazione invernale a cui tutti i frutticoltori sono chiamati obbligatoriamente a partecipare.
Per quanto riguarda APOT, gli impegni sottoscritti nel programma si concretizzano nell’adozione di restrizioni volontarie sull’impiego di alcuni fitosanitari da parte dei produttori, sul controllo delle attività dei frutticoltori associati in riferimento ai disciplinari provinciali e nazionali ed a punti di controllo previsti dal sistema frutticolo trentino, come la corretta eliminazione delle piante sintomatiche per gli “scopazzi” del melo.
Il lavoro congiunto di APPA, APOT e FEM prevede una serie di incontri annuali per valutare lo stato di avanzamento del progetto, le tecniche in via di sperimentazione ed alcuni aspetti legati al lavoro del settore agricolo per favorire il raggiungimento degli obiettivi qualitativi oggetto della collaborazione.
Nel 2016 si prevede la realizzazione di almeno un centro di lavaggio, basato sulla depurazione delle acque e sul riutilizzo in ciclo chiuso.
Il progetto di georeferenziazione dei caricabotte ha già consentito di individuare alcune situazioni di criticità che saranno affrontate con gradualità e con soluzioni proposte da APPA di semplice realizzazione.
Il divieto all’uso del Clorpirifos, volontariamente adottato da APOT e dalle OP associate in molte parti del territorio frutticolo provinciale, ha già dato risultati confortanti con ricadute positive sui corsi d’acqua più esposti ed incoraggia verso una estensione più ampia. Le valutazioni a fine anno dovranno anche considerare il disagio conseguente allo sviluppo dell’Afide lanigero ed all’affinamento delle strategie alternative di controllo.
Alessandro Dalpiaz, direttore di Apot esprime infatti la “soddisfazione del settore per l’ottimo livello di cooperazione raggiunto, ma anche la sensazione di avere contribuito ad aprire un metodo di confronto tra realtà certamente diverse, come APOT, APPA e FEM, ma univocamente finalizzate ad innalzare il livello generale della qualità del sistema ambientale del Trentino”.
Michele Pontalti, dirigente del Centro Trasferimento Tecnologico della Fondazione Edmund Mach sottolinea: “Con questo accordo la FEM si impegna a fronteggiare non solo le problematiche che investono direttamente le produzioni agricole ma amplia lo sguardo sul potenziale impatto negativo dell’agricoltura su un bene comune come quello rappresentato dalla qualità delle acque. E’ una sfida importante e siamo convinti che l’agricoltura si potrà promuovere e sostenere anche investigando e misurando gli impatti ambientali”.
Raffaella Canepel, dirigente settore tecnico per la tutela dell’ambiente dell’Agenzia Provinciale per la Protezione dell’Ambiente: “La consapevolezza che il territorio è patrimonio universale , sta favorendo un dialogo molto attivo e collaborativo fra chi per mestiere è chiamato alla tutela dell’ambiente e chi per mestiere dall’ambiente – coltivato – in questo caso trae reddito e sostentamento. Solo da un fronte e un obiettivo comune, si possono affrontare sfide particolarmente impegnative come quella legata alla razionalizzazione e limitazione dell’uso dei fitosanitari in agricoltura”.
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