Trento
Sanifonds: i numeri di un gigantesco flop

Fin dall’inizio erano state molte le sigle sindacali che avevano alzato gli scudi sul fondo previdenziale integrativo, rivolto ai dipendenti pubblici, Sanifonds presieduto dal presidente dell’associazione artigiani Roberto De Laurentis.
Ora arrivano anche i numeri che certificano un clamoroso flop in parte annunciato.
Le disdette infatti sono state oltre 12mila
Sull’argomento era intervenuto anche il consigliere pentastellato Filippo Degasperi, «per quanto ci riguarda, a parte la convinzione che gli investimenti e le risorse dovrebbero essere destinati alla Sanità pubblica, riteniamo che tale strumento presenti una gran quantità di punti oscuri» – aveva detto.
Sanifonds, che riguarda esclusivamente i dipendenti pubblici, dovrebbe fornire prestazioni sanitarie integrative, ma valutandone la sostanza, come espressa dall’apposito nomenclatore, l’impressione che se ne trae è quella di essere di fronte a risorse distribuite a pioggia che comunque pare non supereranno una media di 80 euro all’anno dato che dei 128 complessivi una quota sarà destinata ai costi di gestione e un’altra in modo confuso alla non autosufficienza.
Rispondendo ad un’interrogazione di Filippo Degasperi l’assessore Luca Zeni ha confermato che il numero attuale dei dipendenti che hanno aderito al fondo Sanifonds sono 26.511 sui complessivi 38.227 dipendenti pubblici. Oltre 12 mila dipendenti pubblici quindi hanno inviato la disdetta dal fondo.
Questo numero appare enorme tenuto conto anche che il metodo di adesione a Sanifonds era legato al meccanismo del “silenzio assenso”, ovvero il lavoratore era iscritto al fondo in automatico e per non parteciparvi doveva comunicare adeguatamente la propria volontà di non aderire al fondo. Un metodo che aveva fin da subito creato polemiche sia fra i sindacati che fra gli stessi dipendenti pubblici.
Ma a far discutere è stata anche la modalità d’iscrizione che prevede che prima di 3 anni non si possa uscire dal fondo. Insomma, «un combinato disposto che somiglia parecchio ad una sorta di clausola vessatoria che solitamente richiede la manifestazione di consenso esplicito e specifico» – dissero in tempi non sospetti Degasperi e Cia.
Si è registrato una crollo d’iscrizioni nel comparto sanitario, dove sono arrivate 4.241 disdette sui 9.242 dipendenti. Scarso anche l’apporto dei dipendenti delle APSP che hanno inviato quasi 2.000 disdette al fondo. Molte le defezioni fra i dipendenti della provincia, hanno aderito 12.654 su 17.168. Ma il crollo maggiore è registrato fra i dipendenti scolastici dove le adesioni sono state solo 6.570
I molti appelli a non aderire al fondo pare abbiano funzionato visto il flop delle iscrizioni
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