La Sfera e lo Spillo
Portogallo campione d’Europa

Saudade, “un piccolo regno alla conquista del mondo”, è il passato marinaro e lo spirito malinconico, la dittatura e la consacrazione democratica. Il periodo coloniale descrive l’epoca dorata, le miniere e il commercio con l’abbondanza di oliveti, campi di grano e vigneti.
La grandeur française, delinea “il laboratorio politico d’Europa” contraddistinto dal potere assoluto e i privilegi della nobiltà. La grande Rivoluzione e lo stato repubblicano marcano l’evoluzione sociale, i siti storici e archeologici, castelli medievali e le cattedrali gotiche sono le tracce assennate nei territori.
Fernando Santos nato a Lisbona, la capitale del fado e Didier Deschamps di Bayonne nella regione di Aquitania a pochi chilometri dal confine spagnolo, sono i condottieri fieri e dignitosi del profondo e illustre passato.
L’ATMOSFERA – Domenica 10 luglio ore 21.00 si celebra allo “Stade de France” la disputa tra Portogallo e Francia, la finale di Euro2016, nel giorno in cui si ricordano Sante Rufina e Seconda, sorelle martiri di Roma.
La serata meteo nella cintura settentrionale parigina è calda, il cielo limpido dopo una giornata soleggiata, la temperatura misurata è di venticinque gradi centigradi.
LE FORMAZIONI E L’ARBITRO – Lo staff portoghese disegna il modulo 4-1-4-1 con Rui Patricio in porta. Il pacchetto arretrato è allineato con Cedric, Pepe, Fonte e Raphael Guerreiro. Davanti alla difesa funge da frangiflutti William Carvalho. Il centrocampo è sorretto da Renato Sanches, Adrien Silva, Joao Mario e Nani. Davanti, Cristiano Ronaldo spazia sul fronte offensivo.
L’arbitro dell’incontro è il quarantunenne inglese, Mark Clattenburg.
Il fischietto nativo di Consett, nella contea di Durham, dirige di recente la finale di FA Cup a Wembley tra Manchester United e Crystal Palace e quella milanese di Champions League tra Real e Atlético de Madrid.
Sul “vert” gli assistenti dell’elettricista d’oltremanica sono i connazionali, Simon Beck e Jake Collin. I giudici di linea sono Anthony Taylor e Andre Marriner. Il quarto uomo è l’ungherese Viktor Kassai.
La guida tecnica di Clairefontaine schiera il modulo 4-2-3-1 con Lloris tra i pali. L’architrave difensivo è costituito da Sagna, Koscielny, Umtiti ed Evra. Nel reparto nevralgico del campo si colloca Pogba in compagnia di Matuidi. In avanti, il tridente, assemblato da Sissoko, Griezmann e Payet, supporta la punta centrale Giroud.
I NUMERI – E’ la quarta sfida in un torneo ufficiale. I galletti superano i lusitani nei tre precedenti incontri: Euro1984, Euro2000 e World Cup2006.
Per gli amanti delle statistiche, si son giocati 24 partite nella storia tra i rossi e i bleus; la squadra transalpina può vantare 18 vittorie e 5 sconfitte, 1 solo pareggio.
L’ultima vittoria del Portogallo nel friendly match del lontano 26 aprile 1975; la Seleção das Quinas espugna (0-2) il Parco dei Principi con le reti di Nené e Marinho.
Nelle competizioni, messe in scena nei propri confini, “ Les Bleus” non sbagliano e trionfano nelle finali di Euro84 e World Cup98 (perdono nei tornei del 1938 e 1960). CR7 spreca, invece, la finale di Lisbona a Euro2004 contro la Grecia.
LA CRONACA – Dopo centoventi minuti il match tra Portogallo e Francia termina con la vittoria dei rossi (1-0).
Nei primi venti minuti gli undici di Deschamps si dispongono con ordine, disegnano buone trame sul green sfruttando gli spazi perimetrali con ritmo e determinazione. Il pallino del gioco e il possesso palla pendono nella metà campo dei galletti.
Il team dei lusitani si chiude in trincea fatica nel gioco di rimessa, la mediana non innesca le ripartenze, la linea bassa subisce il forcing. Si registrano inusuali sbavature nei disimpegni e nelle uscite dalle retrovie.
Cristiano Ronaldo in lacrime esce dal rettangolo con l’ausilio della barella, dopo l’intervento di Payet, sostituito da Quaresma (al minuto 25).
Nel finale della prima frazione la contesa trova l’equilibrio, il ritmo non è elevato, il gioco piacevole e la tecnica dei portoghesi (orfani di CR7) supera l’intensità agonistica.
Dopo la ricreazione e il tè caldo, Joao Mario e compagni alzano di qualche metro il baricentro e mostrano l’innata capacità nel giostrare tra i ranghi.
La mediana è accorta e ordinata, l’attacco finalmente punge negli spazi profondi.
La Francia è concreta come da copione, spinge sul piano fisico nonostante gli sforzi di giovedì al Velodrome con i panzer tedeschi, abile tatticamente nelle linee.
Gignac difende palla nel cuore dell’area di Rui Patricio, si libera con una finta di Pepe e spedisce la sfera sul primo palo (al minuto 90+2).
La prima finale della storia degli Europei che finisce senza goal dopo novanta minuti.
I tempi supplementari sono amari per i Bleus, la Seleção Portuguesa de Futebol è cinica e letale.
Su calcio di punizione Raphael Guerreiro colpisce la traversa (al minuto 108). Nei frangenti successivi Eder s’incunea nelle maglie transalpine e dal limite trafigge Lloris, sorpreso nella circostanza (al minuto 109).
Il settore occupato dai portoghesi s’infiamma, le piazze di Lisbona festeggiano, il piccolo Portogallo diviene Campione d’Europa con merito.
Finiscono sul taccuino dei cattivi, Cedric, Joao Mario, Umtiti, Guerreiro, Matuidi, William Carvalho, Koscielny, Pogba sanzionati dall’arbitro con il cartellino giallo.
IL POST – La squadra di Fernando Santos vince il primo torneo internazionale della sua storia.
Emanuele Perego www.emanueleperego.it www.perego1963.it
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